ripropongo sottoforma di playlist un mio vecchio post nel quale integravo la storia dell'animazione giapponese con i nomi e le opere di riferimento più impotanti per il genere. Ora, dopo anni e dunque dopo aver visionato più materiale, amplio la lista cercando di renderla più verosimilmente una sorta di database. Lascio ovviamente aperta la possibilità di aggiungere a piacimento degli utenti i registi che non inserisco io stesso. Unico appunto: le prime voci appartengono sicuramente agli "imprescindibili", le restanti sono disposte in ordine completamente casuale visto che, strano ma vero, l'ultima cosa che voglio creare è una qualsiasi classifica.
n.b: i film segnati sono le sole opere che ho valutato come capi d'opera [****] o capolavori [*****].
Registi che mancano su filmtv: Sanae Yamamoto, Kenzo Masaoka, Noburo Ofuji, Ikko Ono(The Flying Luna Clipper), Toshio Hirata(Rail to the Star), Yoji Kuri, Hiroyuki Kitazume, Yoshio Kuroda, Hiroshi Nagahama.
Classe '88, e ad oggi un solo lungometraggio, "Penguin HighWay", staremo a vedere. Intanto, ha sfornato "un film paradossalmente iperrealista: un trattato sull’infanzia al suo apogeo."
Inserisco questo forse misconosciuto regista semplicemente in virtù del suo peculiarissimo stile (che chiunque abbia visto il suo lungometraggio Redline avrà subito notato) e in quanto sorta di protégéedi Yoshiaki Kawajiri ai di cui film ha lavorato in qualità di animatore e dal quale ha di certo imparato una cosetta o due.
Prima del suo esordio alla regia cinematografica, ha diretto solamente un episodio di Animatrix, un pilot per una serie basata su Afro Samurai e un bizzarro OAV (Trava: Fist Planet), i cui protagonisti compaiono peraltro in qualità di sfidanti in Redline.
Film, quest’ultimo, che seppur non ho particolarmente apprezzato dal punto di vista narrativo, di certo mi ha lasciato molto “spiazzato” (in senso positivo) da quello visivo: veramente (a suo modo) originale.
Cito da G. Tavassi, Storia dell’animazione giapponese [p. 505], il quale sostiene si tratti di “un’opera fuori dalla norma del mainstream dell’animazione commerciale nipponica, caratterizzata soprattutto graficamente da un’ispirazione a fonti non solo nazionali, ma anche di matrice occidentale, a partire dall’opera del fumettista francese Mœbius e dell’americana Marvel Comics, per arrivare al fantasioso universo multirazziale della saga di Star Wars di George Lucas”.
Confermo. Molto vario nelle influenze, affascinante nel risultato: visivamente un capolavoro, pochi dubbi al riguardo.
Redline, peraltro, al di là della mia opinione personale in giro per il web si è guadagnato valutazioni decisamente positive, come ad esempio su IMDB o Anime Click.
Ovviamente, non siamo ai livelli di un Oshii o anche di un Kawajiri, ma ciononostante Koike una sua importanza ce l’ha, visto il suo Redline, con l’enorme sforzo produttivo richiesto e il risultato finale dal punto di vista puramente visivo sicuramente sensazionale.
Qui è sulla fiducia.
Considerato che, con il suo esordio alla regia, l’esperto animatore Andō ha certamente dato prova di grande abilità tecnica di gestione della messinscena.
Il suo Sword of the Stranger (primo film dello studio Bones…), difatti, è un divertentissimo chambara (film di cappa e spada) che mescola “spudoratamente” Kurosawa e Leone e presenta una qualità dell’animazione di altissimo livello, tra combattimenti benissimo coreografati e sfondi realistici e dettagliati. Forse sul fronte della trama arranca un pochino, ma alla fine neanche tanto. Per essere un esordio, stiamo su ottimi livelli.
Intanto, come sopra, non solo qui su FilmTV, ma anche su altri siti, il film si mantiene su quote di tutto rispetto, come testimoniano il 7,8 di media su IMDB https://www.imdb.com/title/tt1121794/ e l’8,1 su Anime Click https://www.animeclick.it/anime/1383/stranger-mukou-hadan.
Andō per ora pare essere ritornato stabilmente alla TV ma chissà cosa potrà riservare il futuro.
Genga mi ha scritto di fare pure un commento e quindi lo faccio volentieri. Prima di tutto ritengo che non si possa parlare di animazione giapponese o di manga senza parlare di Osamu Tezuka. Dai manga di Tezuka derivano molti tratti estetici che ancora oggi troviamo nella maggior parte dei film d’animazione giapponesi. Stiamo parlando del creatore di Astro Boy, del “Dio Dei Manga”, del Walt Disney giapponese. Il miglior manga della storia del Giappone, ovvero “La Nuova Isola Del Tesoro”, l’ha creato lui. Il motivo per cui lo inserisco deriva dal semplice fatto che è stato un innovatore anche in campo cinematografico. Senza di lui “Le Mille e Una Notte” del maestro Yamamoto non sarebbe mai venuto alla luce e quindi di conseguenza non avremmo mai avuto nemmeno “Belladonna Of Sadness”. Inoltre ha diretto il bellissimo “Kureopatora” , la cui paternità viene attribuita esclusivamente a Yamamoto, ma che è molto più una creatura di Tezuka. Ha girato una serie di cortometraggi bellissimi e alcuni film per bambini molto godibili. Forse più importante come mangaka che come animatore, ma comunque troppo importante per non essere menzionato.
Ho inserito Yamazaki perché reputo che abbia svolto un grandissimo lavoro come direttore dell’animazione della prima serie di Gundam e che il suo ultimo film, Il Vento dell’Amnesia, sia un prodotto magnifico. Non è ovviamente allo stesso livello dei grandi del cinema d’animazione giapponese, ma secondo me merita comunque di essere in questa lista più di tanti altri.
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