Regia di Satoshi Kon vedi scheda film
... C'erano anche cinque dame, che danzavano sulle note delle musiche delle rane. Il vortice di carta riciclata era veramente uno spettacolo. Sembrava computer grafica, altroché! A me non piacciono i budini in technicolor e i borghesucci snob. E' un fatto risaputo anche in Oceania! Credo sia arrivato il momento ... - Professor Shima. Tutto regolare
Tratto dall'omonimo romanzo di Yasutaka Tsutsui, Paprika è il film più sperimentale di Satoshi Kon sia dal punto di vista concettuale che da quello tecnico.
Un po' felliniano un po' surrealista, un po' cyberpunk alla Philip K. Dick con le sfumature di Jean Giraud.
Insomma, un gran casino...
In un futuro non troppo lontano, un'invenzione nota come DC Mini permette agli psicoanalisti di immergersi nei sogni, e, quindi, nel subconscio dei propri pazienti, in modo da curarne disturbi mentali o traumi legati alla memoria. La storia si svolge in parallelo tra due protagonisti: un detective depresso causa la perdita in passato del suo migliore amico e un'intraprendente e decisa dottoressa che, al di fuori dell'ospedale in cui è capo ricercatrice, comincia ad aiutare persone traumatizzate con lo pseudonimo di Paprika. Tutto funziona fino a che alcuni di questi strumenti, ancora in via di sperimentazione, non vengono rubati misteriosamente. Toccherà agli scienziati responsabili della loro creazione, della loro sorveglianza e al detective Toshimi Kogawa ritrovarli e riportarli al sicuro prima che qualcuno li usi per scopi criminali.
L'intreccio del film è veramente delirante, nel bene e nel male: da momenti onirici di puro genio, ad esempio i primi dieci minuti di visione, in cui sembra di essere catapultati in Millennium actress (sempre di Kon) con Fellini al posto di Akira Kurosawa (facendo riferimento alle alcune, tante, troppe citazioni presenti sia in Paprika che in M. A.) e Kogawa nei panni di Johnny Weissmuller (altre citazioni...), passa a sequenze frettolose e senza fascino, come quelle del finale (non mi spingo oltre nella descrizione 'cause spoilering is not my way of life). Kon era in ritardo con gli storyboard quando mancava metà del tempo disponibile per il compimento del lungometraggio, dunque rischiava di sforare i termini di produzione (e i giapponesi - tranne Isao Takahata - di solito preferiscono suicidarsi prima di recare danno all'azienza per cui lavorano), ma in ogni caso il buon finale di Paprika poteva essere elaborato decisamente meglio.
Anche le caratterizzazioni dei personaggi, Kogawa escluso, potevano essere curate in modo più preciso, una su tutte quella del Presidente.
Peccato per queste lacune a livello di sceneggiatura perché, tecnicamente, questo lungometraggio rappresenta il capolavoro di Kon e, dopo Metropolis di Rintaro, la miglior opera realizzata dallo studio Madhouse, sempre e solo tecnicamente: fondali spettacolari, effetti visivi all'avanguardia e coordinamento tra tutti i vari piani di immagine veramente sbalorditivo, soprattutto durante le sequenze del "sogno collettivo" e quelle della sfilata.
Come in Tokyo godfathers è presente un grande lavoro di montaggio di Takeshi Seyama, il quale riesce, assieme all'ingegno del regista, a non disorientare lo spettatore (più del dovuto). Buona la colonna sonora di Masahiro Ikumi, migliore di quella di Millennium actress e molto coerente con le atmosfere del film.
Film inserito nei capolavori della storia del cinema animato. (come capo d'opera)
Monografia su Satoshi Kon (2015):
//www.filmtv.it/playlist/685396/angolo-animazione-2-satoshi-kon/
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