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Eastwood, Hackman e altri bastardi.
di scapigliato ultimo aggiornamento
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Eastwood, Hackman e altri bastardi.

Una volta, un mio amico mi disse che non sapeva scegliere il suo attore preferito tra Jack Nicholson e Al Pacino. Poi però, dopo averci pensato abbastanza, mi disse: «Jack Nicholson è un mostro, ma ad Al Pacino gli voglio proprio bene». Ecco, è di questo che voglio parlare. Di una specie di affinità elettiva e sentimentale che nasce improvvisa e senza motivo per un attore, un personaggio, una rockstar o un atleta che ci coinvolge come una storia d’amore, una ricerca del proprio doppio, un amore fraterno, l’amico di tutta una vita.

Non si riescono a spiegare queste cose. Il più delle volte nascono così, come un fulmine a ciel sereno. E sono ancor più inspiegabili se si notano alcune caratteristiche di questi innamoramenti: spesso sono verso persone dello stesso sesso, di età completamente diverse, di ideologie politiche e religiose opposte. Ma sconfessiamo subito queste parole. Innamorarsi di un attore o di un personaggio di finzione non è la stessa cosa che innamorarsi dell’uomo o della donna che lo interpreta.

L’immagine a noi nota ci coinvolge proprio perché i suoi tratti universali – il bandito, il selvaggio, il fuggiasco, l’innamorato, etc – insieme ai tratti peculiari dell’attore – faccia, voce, posture, stile, etc – formano un meticciato di emozioni comprensibile solo a noi: ci parlano direttamente e non ci girano intorno. Mentre invece, l’immagine sconosciuta, quella dell’uomo o della donna che lo interpreta, è difficile da conoscere in modo chiaro e coerente, anche se oggi con i potenti mezzi internauti e l’aggiornamento e condivisione compulsivi è sempre più facile conoscere tutto di tutti. Resta il fatto che personaggi e attori sono i primi oggetti empatici con cui facciamo i conti durante la nostra vita.

Nella costruzione della nostra identità l’apporto dell’immaginario comune e condiviso è fondamentale e non è certo un’acquisizione recente. Anche nei secoli passati, seppur con le dovute proporzioni e i dovuti limiti, l’arte parlava della vita e di conseguenza la vita un po’ imitava l’arte. Certo, il cinema ha fatto quello che nessun altro mezzo artistico e comunicativo aveva mai fatto prima e ha avuto un influsso tre volte maggiore di quello di letteratura e fumetto: potere dell’immagine pseudoreale che annulla la distanza mitica tra noi e loro, tra soggetto e oggetto. Questo non è comunque un trattato di psicologia o sociologia, quindi per farla in breve ho cercato di stringere il cerchio il più possibile per individuare quegli attori che, al netto di tutti quelli che stimo e apprezzo, sono comunque i più importanti proprio perché con loro scatta quel sentimento, quell’affezione che ha precedenti solo negli affetti reali della vita di tutti i giorni.

Come individuare certi attori e non altri? Ci ho pensato e ho notato che ci sono attori che mi piacciono molto per come recitano, per come si muovono, per come a volte “non recitano” o per la tipologia di ruolo che scelgono. Tra questi, e non sono pochi, ce ne sono alcuni che per me, indipendentemente da tutto, sono più importanti degli altri.

Il lavoro di setaccio utilizza le maglie dell’istinto puro. Non bisogna pensare alla loro carriera, ai premi, al numero di film campioni di incasso o campioni di critica; e non bisogna pensare alla loro vita, alle scelte politiche, ai guai con la giustizia, alle loro uscite poco felici. Certo, se un uomo molto ricco, bello e famoso che fa pure un lavoro bellissimo come l’attore si permette di essere uno stronzo, di sperperare il denaro, di evadere il fisco, di trattare con poca cortesia chi lavora per lui o è colluso con poteri forti e inquietanti tipo mafia, massoneria e fascismi vari credo che si abbia tutto il diritto di rimetterne in discussione la stima.

La playlist che presento è una playlist degli attori che da sempre hanno influenzato il mio immaginario, influito sul mio carattere, sulle mie scelte, sulle mie idee. Uomini duri, avventurieri, bastardi tutti di un pezzo, burberi e distaccati, folli e trasgressivi, a volte  pure cattivi. Tutti siamo un po’ quello che abbiamo visto, letto, ascoltato e assimilato nella nostra vita. Questi caratteri “estranei” sono entrati dentro di noi, si sono sedimentati nel tempo e col tempo si sono trasformati in caratteri individuali, nostri e solo nostri, che utilizziamo per relazionarci con il mondo e per capire noi stessi.

Link utili:

//www.filmtv.it/post/30888/gene-hackman-il-grande-attore-americano

//www.filmtv.it/post/30760/svisceramenti

//www.filmtv.it/post/27032/brad-pitt-l-attore-fisico

//www.filmtv.it/post/23895/scusi-cardinale-ho-sbagliato-incendio-l-assurdo-nella-poesia

//www.filmtv.it/post/3124/why-so-ledger-profilo-critico-di-heath-ledger

//www.filmtv.it/post/19746/si--ma-non-e-colpa-mia-conoscere-enzo-jannacci

//www.filmtv.it/post/30726/i-get-by-with-joe-cocker

//www.filmtv.it/playlist/48624/adriano-celentano-cinematograficamente-parlando

PS: La playlist è composta nelle prime dieci posizioni da quegli attori che mi hanno influenzato radicalmente e hanno contribuito di peso alla formazione della mia identità e a cui sono irrimediabilmente affezionato. Mentre a seguire ho elencato per data di nascita quegli attori che proprio mi piace vedere sul grande schermo e che, chi più e chi meno, hanno partecipato e partecipano tutt'ora al mio immginario, da Bela Lugosi fino a due delle peggiori perdite del nostro giovane immaginario: River Phoenix e Heath Ledger. Ecco, per me, i più grandi di tutti.

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