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Fargo

5 stagioni - 51 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 4

  • 2020-2020
  • 11 episodi

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mck

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La recensione su Fargo

di mck
9 stelle

“The future is what?”

 

 

I bisavoli dell’Anonima Sequestri, nell’incosciente doppio avvitamento all’indietro con triplo carpiato in avanti (bando alle forze centrifughe e di gravità!) eseguito in fase di scrittura dal creatore e showrunner Noah Hawley (“Legion”) e dalla sua squadra di sceneggiatori (e Fadda in sardo significa anche “colpa, errore, falla”), dopo aver ammazzato, a cavallo dei due secoli, un bel po’ di anarchici per conto dei borboni prima e dei savoia poi e, a secolo breve ben avviato, di comunisti per conto dei fascisti, se ne vanno nelle grandi pianure U.S.A. (Kansas City, Missouri: oggi è il 1950) ad uccidere ebrei, irlandesi e afroamericani. “We Are the Sea.” Glory! Glory! Hallelujah! E Kelsey Asbille (“Wind River”, “YellowStone”) ha i denti gialli. Ma questa è la storia di Ethelrida Pearl Smutny (E'myri Crutchfield).

Ah, già: e di come Satcha divenne Mike. [Scarrella la semi-automatica.] 

 

 

Chi racconta la (propria) storia, e chi la Storia (di tutti) crede, illuso - fra ultime flatulenze, così come ultime espirazioni, all’ombra delle reiteratamente infinite e declinate a seconda del contesto storico Esecuzioni Senza Verdetto Sotto i Re Mori di Granada -, di mandarla avanti, mentre l’uomo/presenza nell’oscurità, in questa storia come al solito più vera del vero e completamente inventata e perciò verosimile, tal Thomas Roach, lo schiavista, il fantasma, la maledizione, non è, mai, esistito, nella Realtà, “così come” gli U.F.O. della seconda stagione, al contrario di Henri Regnault, che, essendo una persona realmente vissuta, ha potuto trovare concretamente la morte, a 37 anni, dismettendo i panni di pittore per quelli di franco tiratore in quel di Buzenval nel corso dell’omonima battaglia durante la guerra franco-prussiana nel gennaio del 1871.

 


Noah Hawley, con la collaborazione di Enzo Mileti, Scott Wilson, Francesca Sloane, Stefani Robinson e Lee Edward Colston - scrive (non accadeva dalla prima stagione) tutti e 11 gli episodi (che hanno una durata compresa fra i 40 minuti e l’ora), e lo si percepisce (l’annata è più compatta della precedente e rivaleggia con la splendida seconda), e dirige i primi due, mentre gli altri sono girati da Dearbhla Walsh (3,4), Dana Gonzales (5,6,7 e l’ultimo, “Storia Americana”, in italiano), già al lavoro su “Legion”, Sylvain White (8,10) e Michael Uppendahl (che ha attraversato tutta la saga di “Mad Men”), che si riserva il 9°, “East/West”, incorniciato tra “Nadir” ed “Happy”: un episodio meraviglioso al tempo stesso tanto filler (e... twister, ma d'altronde siamo in Kansas, anche senza yellow brick road...) quanto cuore del Racconto.

 

 

Il cast, come sempre, e qui più che non mai, pur’anche rispetto ai volumi precedenti con a capo Billy Bob Thornton / Martin Freeman / Allison Tolman / Colin Hanks / Bob Odenkirk – Kirsten Dunst / Jesse Plemons / Ted Danson / Patrick Wilson / Jean Smart – Ewan McGregor / Mary Elizabeth Winstead / Carrie Coon / David Thewlis, è formidabile: Chris Rock, in appropriato sottotono (e per un soffio la Diners Club non si chiamò - grande Glynn Turman - Doctor Senator), Jessie Buckley (“I’m Thinking of Ending Things”), inquietante come un alieno umanoide disagiato, Jason Schwartzman (Wes Anderson, e poi David O. Russell, Garth Jennings, Sofia Coppola e Alex Ross Perry), che si toglie la maschera da macchietta nel finale indossando un mitra, solo per cadere dalla padella nella brace, Salvatore Esposito (“Gomorra”, “SpaccaPietre”) in un sovraccarico parossistico da cartoon (sì, ma di Tex Avery, Chuck Jones e Ralph Bakshi), e poi Timothy Olyphant (“DeadWood”, “Justified”, “Santa Clarita Diet”), Jack Huston (“BoardWalk Empire”, “the IrishMan”), Ben Whishaw (“I’m Not There”, “Bright Star”, “Little Joe”), Francesco Acquaroli (“Diaz”, “Arance e Martello”, “Smetto Quando Voglio”, “Rocco Schiavone”, “Suburra”, “Sole Cuore Amore”, “DogMan”), Tommaso Ragno (“il Consiglio d’Egitto”, “l’Uomo Privato”, “Io e Te”, “la Pazza Gioia”, “Lazzaro Felice”, “il Miracolo”), Gaetano Bruno (“1992/1993/1994”), Karen Aldridge (“Boss”), Andrew Bird

 


Le potenti partiture di Jeff Russo mitizzano il tutto, mentre il supervisore alle musiche è Maggie Phillips, una delle migliori in circolazione con Randall Poster (collaboratore di Martin Scorsese, e al lavoro sul recente "the Queen's Gambit") e Bruce Gilbert (sodale di Jenji Kohan per "Weeds", "OItNB" e "GLOW").

“The show has always been about the American experience, and there’s still a lot to say about it.” - Noah Hawley (dal New York Times)

“The future is what?” King of Tears. “Our Plan for the Nation. Fine della Storia.”

 

 

[This is a (True)] Story

 

Cronologia Esterna :
1996 : Fargo - il Film (1987)
2014 : Fargo - la Serie - 1ª stag. (2006)
2015 : Fargo - la Serie - 2ª stag. (1979)

2017 : Fargo - la Serie - 3ª stag. (2010)

2020 : Fargo - la Serie - 4ª stag. [(1920-)1949-'51]

 

Cronologia Interna :

1950 : Fargo - la Serie - 4ª stag. (2020)

1979 : Fargo - la Serie - 2ª stag. (2015)
1987 : Fargo - il Film (1996)
2006 : Fargo - la Serie - 1ª stag. (2014)

2010 : Fargo - la Serie - 3ª stag. (2017)   

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