Ed eccoci dunque giunti alla prima (arrogantissima) playlist da me prodotta.
Essendo grande appassionato d'animazione (in tutte le sue forme, in tutte le sue declinazioni), dunque di una forma d'arte talvolta scorrettamente considerata alla stregua d'un genere come gli altri quando in effetti si tratta invece d'un modo completamente diverso di fare e d'intendere il cinema, d'una tecnica a sé con le sue proprie regole e i suoi propri scogli, ho deciso di lanciarmi nell'impresa (forse, anzi certamente, sfrontata) di esporre al pubblico scrutinio (a tutti voi, gente là fuori) ch'è sempre impietoso questa breve lista che probabilmente deciderò di allargare in futuro (man a mano che i titoli mi sovvegono alla memoria) o probabilmente anche no.
Se, com'è probabile, noterete un'eccedenza di presenza di taluni autori (o, lo ammetto fin da subito, d'animazione nipponicamente intesa) me ne scuso fin da subito. Sì, ho visto anche i film occidentali, solo che per esempio la Disney da quando ho superato (si spera) l'età mentale di 10 anni spesse volte mi sta un po' stretta.
E comunque vorrei focalizzare la vostra attenzione sul pleonastico fatto che il titolo recita "20 capolavori del cinema d'animazione", "20 capolavori", non "I 20 capolavori", come se si trattasse di qualcosa di esclusivo. No, semplicemente "20", ad essere sinceri indicati senza un particolarissimo ordine (fatto salvo per la cinquina iniziale, quella dei film d'adamantina costituzione, dei film della vita qualcuno direbbe), e in virtù (ovviamente) d'una personalissima e pertanto discutibilissima opinione.
Detto tutto ciò (ed è magari anche troppo), non necessariamente tutti i film qui elencati nella mia (poco meticolosa) mente si guadagnerebbero il voto massimo (5/5; 10/10), alcuni sono presenti alla luce di altre considerazioni, forse talvolta poco pertinenti (del genere, "m'è piaciuto un botto e non so spiegarmelo"), ma comunqe sia la maggior parte sì. E per quanto riguarda quelli inseriti invece "per altri motivi", mi direte eventualmente voi dov'io abbia sempre eventualmente cannato di brutto.
Concludendo, vorrei altresì sottolineare che eventuali (più o meno macroscopiche) mancanze sono da attribuire molto probabilmente non ad arrogante presupponenza o plateale ignoranza, ma al più semplice fatto che non ho visto tutti i film del mondo e che forse tra quelli che ho visto ma non ho inserito è presente il vostro di film della vita e pertanto notandone l'assenza subito non vedrete l'ora di evidenziarlo risentitamente (non è detto, dai, si fa per scherzare... Beh, spero.).
Inoltre, vorrei precisare che in questa lista terrò in considerazione solamente i lungometraggi. Non me ne vogliate, è possibile che in futuro ne dedichi una apposita ai corti e quant'altro (ad esempio, focalizzandomi su [si fa per dire] interessantissime discettazioni in merito alla fondamentale informazione che il primo film d'animazione in assoluto è El apostol [2017, di Quirino Cristani], andato però tragicamente perduto).
Bene, bando alle ciance, passiamo ora al succo e alla sostanza e procediamo!
Lo so, lo so, lo so. Riguardo alla scelta del primo posto, ma anche della Top 3 o della Top 10 sono apertissime le porte alle contestazione più accese.
E lo so, lo so, forse nella storia del cinema sono rinvenibili opere probabilmente più meritevoli di occupare la primissima posizione (ad esempio, altre dello stesso Miyazaki, o magari opere di storica rivelanza [tipo Biancaneve e i Sette Nani] o misconosciute [ne butto una lì: Le ali di Honneamise] o ancora di altri autori comunque nella lista presenti come Kon, Oshii, Takahata, De Witt, ), ma per la mia persona La città incantata beh... E' La città incantata. Ovverosia un film visivamente avvinghiante, indimenticabile, pieno di personaggi memorabili ed anche pregno di significati e di temi, dei quali parlerò magari più approfonditamente nella recensione che prima o poi inserirò.
E ancora una volta: ci saranno molto probabilmente film migliori, ma questo dalla prima volta che l'ho visto (ed avevo solo dieci anni) mi ha lasciato un ricordo indelebile che ancora oggi a ripensarci mi vengono le lacrime agli occhi (che melenso!)
Che dire. Uno dei film visivamente più clamorosi della storia del cinema, memore di Blade Runner e di un'infinità di altra bella roba, capace di esercitare un'influenza spropositata su innumerevole cinema successivo (ma anche in altri campi).
Lo so, qualcuno potrebbe dire che è sopravvalutato, ma quel qualcuno a mia opinabilissima opinione si sbaglia.
E' forse poco chiaro sul piano narrativo (rispetto al manga che al tempo dell'uscita non aveva neppure concluso la pubblicazione), ma non importa più di tanto: possiede una tale forza incommensurata che boh... che devo dire, gli ho perfino dedicato la mia tesina (questa sconosciuta) alla maturità...
Direi pure ex aqueo con il suo seguito, Innocence, che è forse persino più bello.
Complesso, stratificato, entusiasmante, ne hanno fatto scempio (e te pareva) gli americani con quell'obbrobrio inguardabile con protagonista Scarlett Johansson.
Pacchiano forte sto trailer (la voce in inglese) ma possiede una sua involontaria ironia...
Film di testamento di Takahata, morto nel 2018. Il secondo partner dello Studio Ghibli, talvolta troppo oscurato da Miyazaki in occidente, dice qui la sua ultima parola sull'animazione con un film difficile da definire, un'esperienza unica.
Lungo, ma ammaliante. Particolare, ma proprio per questo meraviglioso. Poetico, indimenticabile.
La prima mezz'ora è quanto di migliore abbia regalato l'animazione americana negli ultimi vent'anni. Certo, poi si fa più scontato, ma la pura e semplice genialità dell'incipit e di altre piccole intuizioni (tipo il robot pulente, protagonista di un'esilarante corto, Burn-E), ne fanno uno dei migliori film Pixar.
Israele, Germania, Francia, USA, Finlandia, Svizzera, Belgio, Australia
durata 90'
Titolo originale Waltz with Bashir
Regia di Ari Folman
Fuori dalla Top 10, passiamo ad un film decisamente più adulto, ma profondo e immancabile. Non perdetelo, non potrà che suscitare riflessione e non potrà che rimanervi impresso almeno un po'.
L'ultimo film di Miyazaki ad ora (ma ne farà uscire un altro pare nei dintorni delle prossime Olimpiadi: come al solito, dice che si ritira ed invece [fortunatamente] rimane sempre qui con noi), possiede comunque l'aura, la statura d'un testamento.
Assurdamente, come dice anche il Mereghetti, tacciato da qualcuno di nazionalismo, da altri criticato per il suo realismo, Si alza il vento è indubbiamente un film profondamente diverso dai precedenti che ci ha regalato il maestro eppure anche profondamente coerente con la sua poetia.
Satoshi Kon ci ha lasciato troppo presto, chissà cos'altro avrebbe potuto regalare. Iniziate da questo ma recuperatevi assolutamente tutta la sua filmografia, compresa la serie Paranoia Agent.
Solo un altro film di Miyazaki, che quasi li raccoglie tutti (meglio, tutta la sua poetica).
Ingiustamente sottovalutato dalla critica (vedi Morandini e Mereghetti, per dirne due), è uno dei migliori film del maestro, non dico il migliore perché ne ha prodotti talmente tanti di semi-capolavori che, beh, scegliere risulta arduo.
Ma Mononoke possiede una forza innegabile, ed ha al suo cardine un tema di pregnanza innegabile (la questione ambientale).
Quel geniaccio di Brad Bird colpisce ancora (non ho inserito Ratatouille ma anche quello è da non perdere).
Il secondo miglior film Pixar.
Anche il seguito (nei limiti dell'umana logica) non mi è dispiaciuto, ma ovviamente non si avvicina neanche lontanamente alle vette ineguagliate di questo grande film che fa impallidire qualunque serioso o ridicolo o semplicemente insulso film Marvel successivo.
Il miglior lavoro d'animazione-artigiana (o proto per certi versi) che sia mai stato creato. Forse solo Norshteyn e Svankmajer hanno saputo sublimare il proprio estro artistico in maniera tanto eccellente nella messinscena.
Regia di James Algar, Samuel Armstrong, Ford Beebe, Norman Ferguson, Jim Handley, Wilfred Jackson, Hamilton Luske, Bill Roberts, Paul Satterfield, Ben Sharpsteen
Personalmente non può mancare, ma capisco che ad altri possa annoiare o non ammaliare in modo tanto sorprendente come succede a me da quando sono bambino.
Rivisto di recente. L'apice della tecnica rotoscope. Capo d'opera di Ralph Bakshi, autore che personalmente non può mancare tra i grandi dell'animazione cinematografica.
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