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Arte videoludica: da esperienza interattiva a cinema - Parte III [Finale]
di Genga009
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3. The Last Guardian

 

L'ultima opera di Fumito Ueda chiude un trittico che ha ridefinito il videogioco spostando l'asse qualitativo da esperienza video-ludica ad arte video-ludica. La storia della produzione di The Last Guardian è sofferta, costellata di annunci rimandati, trailer smentiti, informazioni contraddittorie e incoerenti l'una con l'atra che hanno portato il lavoro Ueda a prolungarsi per quasi un decennio. Il videogioco inizialmente doveva essere il titolo di punta del SE Japan Studio per PlayStation3, tuttavia alla fine nel 2015 finalmente venne annunciato per PS4, lasciando i fan sbalorditi (la conferenza dell'E3 di quell'anno sarà ricordata per essere stata la più densa di titoli attesi nella storia della fiera). All'uscita, l'opera di Ueda fu pesantemente criticata per via di alcune problematiche oggettive riguardo il sistema di gioco, i comandi, le interazioni tra i protagonisti e alcuni elementi importanti di gameplay, tuttavia non voglio dilungarmi oltre siccome il post non vuole certamente trattare i lati tecnici del videogioco. Nonostante, quindi, The Last Guardian presenti diverse lacune come videogioco, l'esperienza che regala al giocatore - anche, come sempre, spettatore - si rivela alla fine epica, struggente, commovente, totale. Ueda punta sull'empatia, firmando la sua opera emotivamente più intensa nonché graficamente spettacolare (un gradino più in basso rispetto a Shadow of the Colossus ma comunque complessivamente straordinaria).

La poetica di Ueda rimane invariata ma si focalizza questa volta sui rapporti tra i personaggi, sul legame che essi costruiscono durante lo sviluppo della trama, il quale plasma anche nell'animo del giocatore la consapevolezza di star manovrando un racconto che lo porterà a vivere imprese che alla fine non lo lasceranno affatto distaccato ma che, anzi, lo coinvolgeranno con tutta la propria sensibilità.

 

 

 

 

 

The Last Guardian presenta un intreccio narrativo più complesso rispetto a quelli di ICO e Shadow of the Colossus. La storia è raccontata da Ichi adulto, il protagonista, che sottoforma di flashback rivela a dei ragazzini la propria avventura nel Nido (chiamato anche La Valle), un'antica città in rovina isolata dal mondo esterno perché costruita dentro un enorme cratere dalle pareti insormontabili.

Da bambino, Ichi venne rapito da una chimera appartenente alla razza dei Trico, la quale, diretta verso il Nido, fu colpita da un fulmine. Precipitata e con le ali rotte, la chimera Trico rigettò Ichi dalla bocca, che impaurito e in preda al panico cercò di scappare dalla grotta dove erano sprofondati lui e l'animale. Cercando una via di fuga, il bambino trovò una stanza segreta, un sepolcro con al centro un'enorme sarcofago bianco su cui poggiava uno scudo luminescente. Preso lo scudo e resosi conto di non avere alcuna possibilità di fuga, Ichi tornò dal Trico gravemente ferito che ancora dormiva sofferente. Accanto a lui si trovavano degli strani barili pieni di una sostanza biancastra della stessa fluorescenza dello scudo. Il bambino scoprì che se avvicinati alla chimera, i barili venivano divorati da questa e che ad ogni barile mangiato il Trico si sentiva meglio. Una volta tornato in forze, con tuttavia le ali ancora spezzate e probabilmente senza più memoria del passato, il Trico, riconoscente verso Ichi, decise di risparmiarlo, rendendosi mansueto. Cominciò così la loro avventura, la loro storia di fuga e amicizia che li portò a scoprire tutti i segreti del Nido dei Trico, La Valle.

 

 

 

 

 

Con The Last Guardian, il cinema interattivo di Ueda compie un ulteriore passo avanti nonostante i limiti del gameplay grezzo. L'interattività tra i personaggi primari di un videogioco cambia concettualmente in maniera radicale, rendendosi non più un mero meccanismo per superare prove di abilità o enigmi, bensì lo strumento per vivere un'eperienza emotiva che nel climax raggiunge quella tra Hogarth Hughes e il gigante ne Il Gigante di Ferro (1999). Si tratta, dunque, di un intenso rapporto sia di amicizia sia di fiducia che si costruisce tra personaggi e tra giocatore e videogioco; un legame che trascende quello tra Ichi e Trico e si concretizza nelle reali emozioni del giocatore - quali preoccupazione, affetto, rabbia, tenerezza - portandolo ad un livello di coinvolgimento che raggiunge proprio quello cinematografico.

Il linguaggio di Ueda rimane sempre minimale: dialoghi e trama narrati al minimo, tanti momenti di assoluto silenzio contemplativo, movimenti di camera delicati e soavi in tutte le cutscene per descrivere al meglio la beltà del Nido, tanti misteri tra le rovine ed un nemico finale ibrido tra luce e ombra che, al contrario della Regina dell Ombre e di/dei Dormin, si presenta decisamente più enigmatico. Il Signore della Valle, infatti, altro non è che una riesumanza, un complesso di energia e magia (sia bianca che nera) - anche questo divoratore di bambini - che come la Regina delle Ombre domina la sua terra alimentandosi tramite un ciclo dell'infinito. Le chimere non sono altro che i servi erranti disposti a nutrirlo, e Trico riesce invece a liberarsi dall'incantesimo di dominio solamente grazie alla caduta mortale che subisce all'inizio della storia.

 

 

 

 

 

Anche qui, le musiche completano un'opera dalla potenza espressiva e visiva notevoli. Takeshi Furukawa compone una delle colonne sonore migliori del decennio appena passato; attraverso musiche che ricordano Howard Shore e Thomas Newman più che artisti connazionali, il compositore giapponese crea le avvolgenti, solenni e grandiose atmosfere che aiutano The Last Guardian a diventare uno dei titoli più appassionanti della storia recente dell'arte video-ludica, nonché un'esperienza - anche - cinematografica meravigliosa e indimenticabile.

 

 

 

 

The Last Guardian final suite:

 

 

 

 

Si conclude il post sulle opere di Fumito Ueda, uno dei maggiori autori dell'arte videoludica e il regista che, assieme a Hideo Kojima, ha per primo spinto il videogioco verso il linguaggio cinematografico, portando al dialogo due universi che fino ai primi anni Duemila non avevano avuto praticamente alcuno spazio per comunicare.

 

Grazie per l'attenzione!

 

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Prima Parte (Intro + ICO)

Seconda Parte (Shadow of the Colossus)

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