É incredibile come il tempo passi velocemente, soprattutto quando ti estranei dal mondo di tutti i giorni e ti trovi in una bolla che tiene a debita distanza tutto ciò che è al di là del suo confine. Mi sembra ieri che chattavo su whatsapp con i miei compagni di avventura - il gruppo organizzato da mesi con Spaggy, Maghella, Alan smithee ed Eightandhalf, più sul posto Yume, Corinzio e Sandy22 - e adesso la 74esima edizione del Festival del cinema di Venezia é già andata in archivio, tra i suoi premi, con il trionfo dell'immenso - in tutti i sensi - Guillermo Del Toro, delle belle sorprese (il pensiero si colloca subito su Woodshock e Brawl in cell block 99) e qualche delusione, anche se più contenute rispetto al passato recente (direi, nella norma).
Accantonata l'ansia della prima volta di dodici mesi fa, che comunque rimane unica e quindi non si scorda mai, é bastato davvero un attimo per entrare nel ritmo di un'autentica maratona cinefila, per me segnata da 51 lungometraggi e una miniserie di quattro ore abbondanti targata Netflix - Wormwood di Errol Morris - da non mancare, che farà sicuramente discutere parecchio nei prossimi mesi per un caso giudiziario durato ben sessantaquattro anni e che sarà apprezzato da chi cerca soluzioni fuori dalla norma, grazie alla sua costruzione che alterna documentario, confessioni frontali e inserti di finzione, saltellando avanti e indietro suscitando una curiosità irrefrenabile. Ovviamente, per le cinquanta opere visionate, si parla sempre di anteprime mondiali, con alcuni titoli che tra 3/4 mesi saranno sulla bocca di tutti coloro che seguono il cinema e che sentiranno nominare anche i sassi.
Dopo la partenza al rallentatore con il quotatissimo Downsizing di Alexander Payne, che difficilmente rinverdirà la recente tradizione che vuole i film d'apertura conquistare allori a destra e a manca, il festival é cresciuto, spaziando senza timore alcuno su tutti i fronti, aperto anche a generi solitamente ignorati da questa tipologia di manifestazioni, mostrando la tenace volontà di guardare avanti, qualora non proprio oltre gli usuali confini di visione (qui il nostro Eightandhalf ci parla della sua esperienza con la Virtual Reality), e quindi di non perdere la sua posizione privilegiata di finestra sul mondo del cinema. Una location del genere non ce l'ha nessuno, se poi abbonda anche la materia prima, allora il presente e il futuro continueranno a baciare il lido cinefilo più famoso del globo.
Ancora, a Venezia é difficile non farsi ammaliare dal lato glamour. Attori, attrici e personaggi - più o meno - noti sbucano fuori da tutte le parti e anche quando meno te lo aspetti. In più, i red carpet cascano quasi sempre a fagiolo in orari sguarniti dalla programmazione, per cui la tentazione di andare a dare una sbirciatina può sopravanzare anche la voglia di mettere qualcosa nello stomaco. La star più gettonata di questa edizione é stata sicuramente Jennifer Lawrence (chissà cosa avranno pensato i suoi fan alla fine della proiezione del caso di questa edizione, ossia mother!), seguita a breve distanza da George Clooney. Meno strilla e foga per Matt Damon, particolare che fa capire quanto in queste occasioni prevalga il lato glamour (al cinema, da anni tira decisamente di più Damon del suo amico e collega George), mentre Javier Bardem e Penelope Cruz hanno ricoperto il ruolo della coppia più bella e gettonata (lei elengatissima e con uno spacco vertiginoso).
Insomma, Venezia non si é fatta mancare nulla, quest'anno anche la pioggia battente in formato tempesta, che ha reso impervi gli spostamenti - anche quelli più semplici - in almeno un paio di occasioni (più il rientro di oggi, da incubo, comunque un niente rispetto alla tragedia che ha colpito la città di Livorno), per chiudere nel segno dell'Oriente, sia Medio, sia Estremo. Tra la sezione Orizzonti e il concorso principale, il cinema d'autore prodotto da Iran, Libano e Israele era ovunque, ha spopolato e conquistato un gran numero di allori. Andando molto più a est fino ad arrivare tra la Cina e il Giappone, nelle ultime ventiquattr'ore del festival John Woo e Takeshi Kitano hanno riscaldato il Lido. Personalmente, il primo é stato da leggenda, presente in sala Darsena durante la proiezione di Manhunt e accolto con ripetuti boati, prolungatisi anche durante il film (che, diciamocelo, è vertiginoso nella sua bellezza così come nelle sue assurdità), mentre il secondo è approdato al Lido con un titolo di puro repertorio (Outrage coda), tranquillamente accantonabile, se non per dovere di completezza personale.
Un'edizione che quindi ha confermato le buone premesse della vigilia e proposto una ricchezza di programmazione quanto mai trasversale, che probabilmente vedrà alcuni suoi titoli in prima fila nelle notti di golden globe e Oscar - quasi sicuramente The shape of water e Tre manifesti a Ebbing, Missouri saranno della partita, per giunta in prima fila - e che occuperà un bel ricordo nella memoria, almeno la mia, sperando di poterci ritornare nel 2018, con ancora più spunti di interesse proposti e la stessa passione di oggi. Rigorosamente da condividere.
Di seguito, l'elenco delle opere che sono riuscito a vedere, in ordine di gradimento.
01 - The shape of water 9,5/10
02 - Mother! 9/10
03 - Tre manifesti a Ebbing, Missouri 9/10
04 - The third murder 8/10
05 - Mektoub my love: canto uno 8/10
06 - Brawl in cell block 99 8/10
07 - Wormwood (miniserie) 8/10
08 - First reformed 7,5/10
09 - Woodshock 7,5/10
10 - La villa 7,5/10
11 - Custody 7,5/10
12 - Manhunt 7,5/10
13 - Foxtrot 7/10
14 - Under the tree 7/10
15 - No date, no signature 7/10
16 - Suburbicon 7/10
17 - Samui song 7/10
18 - Disappearance 7/10
19 - Ammore e malavita 7/10
20 - Ex libris 6,5/10
21 - The night i swam 6,5/10
22 - Hannah 6,5/10
23 - Zama 6,5/10
24 - Sweet country 6,5/10
25 - The insult 6,5/10
26 - Martyr 6,5/10
27 - Oblivion verses 6,5/10
28 - Caniba 6,5/10
29 - Nico 1988 6,5/10
30 - Candelaria 6,5/10
31 - Gatta cenerentola 6,5/10
32 - Krieg 6/10
33 - The leisure seeker 6/10
34 - Thirst street 6/10
35 - Our souls at night 6/10
36 - Sarah joue un loup-garou 6/10
37 - The testament 5,5/10
38 - Le fidele 5,5/19
39 - Downsizing 5,5/10
40 - Lean on pete 5,5/10
41 - Brutti e cattivi 5,5/10
42 - Outrage coda 5/10
43 - Il colore nascosto delle cose 5/10
44 - La melodie 5/10
45 - Angels wear white 4,5/10
46 - Volubilis 4,5/10
47 - Victoria & Abdul 4,5/10
48 - Loving Pablo 4,5/10
49 - Especes menacees 4/10
50 - Marvin 4/10
51 - Una famiglia 3,5/10
52 - Human flow 3/10
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