La Union Jack sventola sull'undicesima tappa col terzetto Lean-Leigh-Loach più il britannico ad honorem Richard Lester, nato negli Stati Uniti ma emigrato nel posto giusto al momento più giusto: Londra anni '60 = Swinging London! Che per Lester ha significato legare il proprio nome alle mattane televisive di Peter Seller e di conseguenza poi anche a un certo quartetto di Liverpool che doveva "ballare una sola estate" (vedi commenti di Lester). Per il resto prevale un certo impegno politico/sociale non solo per i compari Leigh-Loach ma anche per il mai timido Spike Lee. Sua è la lista più nutrita in cui fan bella mostra alcuni ripescaggi di film importanti del "cinema black" penalizzati nonostante indubbie e riconosciute qualità (su tutti DAUGHTERS OF THE DUST). Si notino anche i ben quattro ( 4! ) film di Lina Wertmüller selezionati da Spike nonché la balzana scelta "di alleggerimento" di KUNG FUSION... A proposito di italiani, finalmente qualcuno fuori dal belpaese si ricorda de L'ALBERO DEGLI ZOCCOLI di Olmi. Per Leigh è addirittura il film preferito in assoluto ma è presente (forse per merito suo?) anche nell'elenco del suo amico Loach. E visto che Leigh è attento agli autori italiani da lì proviene anche quello che per lui è il film peggiore di tutti i tempi. Un indizio: Leigh lo descrive come "a pile of pretentious crap" (= un cumulo di merda pretenziosa)...Con un film in uscita al cinema (TUTTI VOGLIONO QUALCOSA), un approfondimento su Linklater cade a fagiolo. Il regista texano si rivela cinefilo attento e logorroico oltre che promotore del verbo attraverso la Austin Film Society, da lui fondata più di trent'anni fa al college per poter vedere ciò che nella terra dei cowboys evidentemente non arrivava. Nella sua lista c'è un po' di tutto. Non sempre i giudizi sono condivisibili (I RAGAZZI DEL FIUME paragonato a I FIGLI DELLA VIOLENZA...mah... ) ma la passione e l'impegno non fanno difetto. Fin.
Il menù di oggi:
David Lean (LAWRENCE D'ARABIA; IL PONTE SUL FIUME KWAI)
Ang Lee (LA TIGRE E IL DRAGONE; I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN)
Spike Lee (FA' LA COSA GIUSTA; MALCOLM X)
Mike Leigh (TURNER; SEGRETI E BUGIE)
Sergio Leone (IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO; C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA)
Titolo originale The Four Horsemen of the Apocalypse
Regia di Rex Ingram
Con Rodolfo Valentino, Alice Terry, Pomeroy Cannon, Alan Hale
consigliato da DAVID LEAN
"Rex Ingram era il mio idolo. Era assolutamente sconvolgente, magnifico. (...) I QUATTRO CAVALIERI DELL'APOCALISSE deve aver fatto uscire Rex Ingram dal suo piccolo guscio per portarlo nel gran mondo, e allo stesso modo ha portato me fuori dal mio guscio e mi ha mostrato il gran mondo. (...) Oggi, se cerchi notizie su Ingram, lo trovi descritto come 'un gran pittorialista'. Sai...anch'io vengo accusato di pittorialismo. Ha probabilmente a che fare con Rex Ingram. In ogni caso, io gliene sono molto grato ." ~ David Lean
"C'è qualcosa nel movimento di una cinepresa, che siano panoramiche o carrellate – ed io non vado matto per quel genere di cose, possono essere terribilmente esibizioniste – ma in certe occasioni possono essere quasi sensuali, e a volte altamente drammatiche. Ogni volta che si parla di carrellate io penso a Lewis Milestone in ALL'OVEST NIENTE DI NUOVO. Quando comincia l'attacco e loro iniziano ad arrivare in cima, lui fa una carrellata lungo l'intera trincea. È un effetto fantastico. Se gli avessero chiesto perché l'ha fatto suppongo che avrebbe risposto che pensava avrebbe aumentato l'intensità drammatica, piuttosto che avere una cinepresa fissa che mostra gli uomini che arrivano in cima e corrono. È una specie di punto di vista. È un'idea cinematografica." ~ David Lean
Con Raymond Cordy, Henri Marchand, Paul Olivier, Rolla France
consigliato da DAVID LEAN
LISTA COMPLETA di LEAN
- I quattro cavalieri dell'apocalisse (Ingram)
- Mare nostrum (Ingram)
- Intolerance (Griffith)
- Varieté (Dupont)
- La folla (K. Vidor)
- Luci della città (Chaplin)
- Ombre bianche (van Dyke & Flaherty)
- A me la libertà (Clair)
- La grande illusione (Renoir)
- Amanti perduti (Carné)
- Alba tragica (Carné)
- Quarto potere (Welles)
- All'ovest niente di nuovo (Milestone)
Fonti: Cinematheque Belgique (1952); senses of cinema ; "David Lean: A biography" by K. Brownlow; "David Lean: interviews" by D. Lean & S. Organ;
"Il mio talento distintivo è l'abilità di mettere le persone sotto il microscopio, e forse di penetrare uno o due strati più a fondo di alcuni altri registi." ~ David Lean
"Mi rendo conto sempre di più che la realtà sullo schermo, che di solito era quello a cui mirare, è piuttosto noiosa. Non voglio dire che il pubblico dovrebbe starsene seduto là e dire, 'Oh, è irreale!'. Ma i film sono una specie di sogno e credo che dovrebbero avere una punta d'irrealtà, e questo è quel che cerco di ottenere." ~ David Lean
"Non sono un artista di prima classe, sono cresciuto tra le fila dei tecnici. Ho una cultura di medio livello. Se avessi qualcosa da dire, qualcosa che desidero veramente dire, scriverei una poesia o un libro. Invece trasformo in film qualcosa che c'è già, qualcosa che è già stato detto, e tento di renderlo visivamente." ~ David Lean
Su MARE NOSTRUM di Ingram: "L'ho visto al Tivoli. Quella è stata la prima volta che ho realizzato senza alcun dubbio che c'era qualcuno dietro la cinepresa, a guidare ogni cosa, a dirigere tutto e a scegliere le angolazioni. C'era qualcuno che diceva 'Riprendi quello da questo punto', e che lo rendeva più drammatico con la scelta delle angolazioni." ~ David Lean
"A mio padre non era permesso andare a teatro quand'era bambino, perché era un luogo di peccato (entrambi i genitori di David Lean erano di famiglia Quacchera - ndt). Gradualmente la proibizione del palcoscenico fu abbandonata e mio padre era solito portarci tutti a teatro ed era bello. Ma il cinema! I miei genitori lo vedevano come un luogo di malvagità... Suppongo che la vera ragione fosse che il cinema era l'intrattenimento della gente comune e che in esso recitavano persone molto comuni. (...) Non avete idea di quanto fossero disprezzati i film dalla classe media in Inghilterra. (...) Io ero affascinato dall'esterno di quei cinema proibiti con i loro fotogrammi che mostravano le attrazioni del momento. Duelli di spade, navi, deserti, uomini e donne irresistibili." ~ David Lean
"Uno dei miei film preferiti di sempre era OMBRE BIANCHE. L'avevo già visto quattro volte e la quinta ci portai mia madre. Era al Regal, Marble Arch. Quando uscimmo le chiesi: «Beh, che ti è sembrato?» E lei: «Oh, figlio mio, proprio non riuscivo a guardare tutta quella gente nera.» " ~ David Lean
"Per me è uno dei migliori, se non il migliore dramma familiare. È molto orientale, per questo mi ha veramente rubato il cuore. Tutto è molto tranquillo, nulla di troppo drammatico, ma alla fine ti dà davvero il senso che in qualche modo la vita è deludente. Amo quel tema. Mostra un cambiamento molto sottile nella vita ma attraverso questa sottigliezza mostra l'essenza del vivere, che è il cambiamento. Nulla rimarrà fermo e la sola cosa che non cambierà mai è il principio che le cose cambieranno. In un modo molto sommesso mi ha veramente trasmesso quell'idea. È molto reale." ~ Ang Lee
"Era la prima volta che vedevo un film d'arte...si può immaginare l'impatto che ebbe su di me...era il 1974, frequentavo il primo anno dell'Accademia d'arte a Taiwan. (...) Lo guardai una prima volta e alla fine ero perplesso, intontito ed elettrizzato...non riuscii a fare a meno di rivederlo subito. Dopodiché la mia vita cambiò. Non riuscivo a dire una parola. Non avevo ma visto nei miei diciotto anni di vita qualcosa di così quieto, così sereno eppure così violento, e anche fondamentalmente interrogativo: Dio dove sei? Era il complesso conflitto interno ed esterno tra uomo e natura e il bisogno di capire il vero Dio... Era la grandezza, pur se in uno spazio così limitato, come fosse un microscopio sull'umanità. (…) Ero quasi adulto e non avevo mai incrociato nulla del genere. Non ero nemmeno religioso – eppure non capivo come qualcuno osasse chiedersi dov'era Dio, drammaticamente e visivamente. Era oltre le mie capacità. Eppure ho seguito quella strada per il resto della mia vita , dovunque mi conduca. Non sono ancora arrivato, ma come filmmaker devi porre delle domande." ~ Ang Lee
LISTA COMPLETA di ANG LEE
- Ladri di biciclette (De Sica)
- Lebanon (Maoz)
- Persona (Bergman)
- La fontana della vergine (Bergman)
- Il Laureato (Nichols)
- Viaggio a Tokyo (Ozu)
- 2001: Odissea nello spazio (Kubrick)
Fonti: Rotten Tomatoes; "Ang Lee: Freedom in film" di M. Berry; BrainyQuote; the Telegraph; Directors Guild of America interviews;
INTERVISTATORE: "Quali sono le persone che ti hanno influenzato nel cinema?"
ANG LEE: "Sono stato enormemente influenzato dal cinema italiano del dopoguerra e lo si può vedere nel mio lavoro. Quando si tratta di elementi visivi, guardo a Stanley Kubrick. Poi scelgo Billy Wilder per la commedia, Ingmar Bergman per la filosofia e Alfred Hitchcock per gli argomenti perversi."
Su LADRI DI BICICLETTE: "Mi hanno cresciuto a melodrammi e quando mi hanno portato a vedere LADRI DI BICICLETTE ho veramente pianto come una fontana – da allora l'ho visto molte volte. Il melodramma è qualcosa che potrei fare con grande facilità, ma i registi del neorealismo italiano possono veramente innalzare il genere ad uno stato filosofico sociale. È davvero incredibile; possono trascendere il dramma." ~ Ang Lee
"Io venero Kubrick. 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO non riuscii veramente a capire che cosa fosse, ma lo vidi quando ero giovane e mi conquistò. È come un trip acido! [ride]" ~ Ang Lee
Su LEBANON: "Ero nella giuria a Venezia e gli abbiamo dato il Leone d'Oro. È davvero avvincente. Tutto il film è girato dall'interno di un carrarmato ed è molto efficace. È cinema eccitante e piuttosto speciale. Non farà parte della mia lista dei film migliori di tutti i tempi, ma per quest'anno, è stato qualcosa di veramente impressionante." ~ Ang Lee
Su IL LAUREATO: "Guardavo film commerciali. Mi piacevano e ne guardavo e riguardavo un mucchio. IL LAUREATO per me fu un grande film. Mi resi conto che avevano fatto qualcosa di più di un semplice intrattenimento. A Taiwan era stato censurato. Arrivò da noi circa cinque anni dopo la sua uscita in America, e cambiarono i dialoghi tra la madre e la figlia perché diventassero sorelle. E in certe scene interrompevano il doppiaggio e non riuscivo a capire cosa dicevano. Ugualmente, IL LAUREATO mi dette sensazioni diverse rispetto ad altri film." ~ Ang Lee
"Credo che il film sia un medium artificiale. Non è la vita. Non è reale. Ma certamente ha un dio tutto suo. C'è un dio dei film che devi adorare. C'è un momento in cui devi abbandonare le idee di tutti quanti e ascoltare quella voce. Io comincio un mucchio di cose, ma poi divento una sorta di osservatore e decido quale sia la strada da prendere che corrisponde agli intenti del dio dei film. Credo che ogni film abbia la sua strada. Io dico agli attori e ai tecnici che non riguarda noi, non riguarda me. Siamo tutti schiavi di quel Signore dei film. Così questo è il mio obiettivo. Io provo a sintonizzare tutti su questo e portare unità." ~ Ang Lee
"Nel 1990 ho partecipato a un concorso governativo taiwanese per sceneggiature. Erano bei soldi, 16.000 dollari per il primo premio, e la metà per il secondo posto. Ed ho vinto sia il primo che il secondo posto! Il primo era per PUSHING HANDS. L'avevo scritto apposta per la competizione. Invece IL BANCHETTO DI NOZZE, che avevo scritto cinque anni prima, ha vinto il secondo premio, ed è diventato il mio secondo film." ~ Ang Lee
"Sono cresciuto molto represso dal punto di vista artistico. Nella mia cultura, fare teatro ed essere nel settore dell'intrattenimento è una disgrazia. Così normalmente non sarei mai arrivato neanche a toccarla, l'arte. Dovevo fare un percorso accademico, comportarmi bene, ed ero un bambino piuttosto docile. Era una situazione molto repressiva, e sono diventato un sognatore. Poi sono stato bocciato all'esame d'ingresso al college e sono andato alla scuola di teatro. (...) Volevo essere un attore. Volevo scoprire altri personaggi e simulare situazioni. E quello mi sembrava più vero della vita che facevo." ~ Ang Lee
"HOOP DREAMS è il miglior film sul basket che abbia mai visto. Anche se è un documentario, ha un grande arco drammatico, una bella svolta narrativa, ed è davvero reale. Il che dimostra che si può inventare, ma non si può mai inventare bene come la vita." ~ Spike Lee
John Singleton (regista di BOYZ N THE HOOD): "Spike è stata la primo che ho incontrato nell'industria del cinema ad essere stato amichevole nei miei confronti, e Spike può avere la tendenza a tenere un po' le distanze. (…) La possibilità era lì. Bisogna dare un bel po' di credito a Spike che ha esordito con LOLA DARLING nel 1986. (...) Un film potente. Io pensavo: «Farò un film ancora più nero». Spike ha aperto la porta per fare film più seri."
Con Richard Pryor, Harvey Keitel, Yaphet Kotto, Ed Begley jr., Harry Bellaver
consigliato da SPIKE LEE
"Hai mai visto TUTA BLU di Paul Schrader? Con Richard Pryor, Harvey Keitel, Yaphet Kotto?... Mia moglie ed io ne stavamo parlando l'altro giorno, ed ero d'accordo con lei, ed è lì che mi è venuto in mente quel riferimento, TUTA BLU. Il punto è far sì che i neri e i bianchi, lavoratori, dal reddito basso, rimangano opposti gli uni contro gli altri. Perché se si uniscono ci saranno problemi. E quel film ne è una grande dimostrazione a tutti gli effetti. Non lo vedo da molto tempo, lo devo rivedere. È un gran film." ~ Spike Lee
Con Humphrey Bogart, Sylvia Sidney, Joel McCrea, Allen Jenkins
consigliato da SPIKE LEE
+ Non presenti nel database di FilmTV.it:
ODIO (Mark Robson, 1949, USA) Grazie a una seduta di psicanalisi il soldato di colore Moss riacquista l'uso delle gambe dopo aver ripercorso gli eventi accaduti. I flashback ci riportano alla Seconda Guerra Mondiale. Moss è crollato sotto pressione mentre era in ricognizione con 4 commilitoni bianchi su un'isola controllata dai giapponesi. Il vero colpevole si rivela essere lo stile di vita americano ed il razzismo che hanno forzato Moss a sentirsi escluso dalla razza umana. ~ (da tcm.com)
"ODIO fu un grande film con un grande personaggio afroamericano. Ma se guardi alla storia dei film sulla Seconda Guerra Mondiale noi siamo invisibili. Siamo omessi." ~ Spike Lee
COOLEY HIGH (Michael Schultz, 1975, USA) Chicago 1964. Preach e Cochise sono migliori amici e frequentano l'ultimo anno alla Cooley Vocational High School, sognando un futuro rispettivamente da scrittore il primo e da cestista il secondo. Dopo una giornata allo zoo a dar noia agli animali i due si danno all'alcol e vanno ad un party che termina però bruscamente quando Cochise fa a botte per una ragazza. Nella notte Preach e Cochise si aggregano a Stone e Robert per un giro in macchina e finiscono per mettersi nei guai. — Spesso considerato come una sorta di AFRO-AMERICAN GRAFFITI è un divertente racconto di formazione e un significativo spaccato di vita che si differenzia nettamente dai film blaxpoitation che circolavano all'inizio degli anni '70. L'opera di Schultz, regista teatrale afroamericano attento al cinema europeo, segnò un cambiamento di rotta nelle storie ambientate tra la gente di colore e fu un successo sia di critica che di pubblico. Prodotto con un budget di $ 750.000, ne incassò 13 milioni. ~ (da Wikipedia)
"Quando ho deciso che avrei fatto il regista, è stato come aver detto alla gente che volevo camminare sulla luna. A quel tempo, c'era solo un regista afroamericano che lavorava direttamente ad Hollywood. Quella persona era Michael Schultz. Potresti aver sentito parlare di COOLEY HIGH; ha diretto molti dei film di Richard Pryor. Richard Pryor era la più grande star di Hollywood a quel tempo." ~ Spike Lee
DAUGHTERS OF THE DUST (Julie Dash, 1991, USA) "Poema sinfonico di antiche memorie che racconta la storia di una famiglia afroamericana vissuta per molti anni su un'isola della costa sud degli USA. Un giorno, nel 1902, tutti i parenti si riuniscono per celebrare gli antenati prima che alcuni partano per il nord. La voce narrante è quella di un bambino non ancora nato e anche gli antenati defunti sono una presenza viva. Apprendiamo dei membri del popolo Ibo portati in America in catene e di come hanno conservato memorie e riti tribali sopravvivendo alla schiavitù. La famiglia è vista come una singola entità e in qualche modo il film trasmette il senso che tutti partono e che al tempo stesso tutti restano. Non racconta una storia in un senso convenzionale, racconta di sentimenti." ~ (Roger Ebert)
"Sarebbe bello pensare che, se il film del 1991 DAUGHTERS OF THE DUST uscisse oggi, eleverebbe istantaneamente la sua regista, Julie Dash, nel pantheon contemporaneo e la proietterebbe verso una lunga, indaffarata e celebrata carriera. Invece, come ha detto la Dash in un'intervista del 2011: «Ho fatto dei film per la tv via cavo. Ma da allora, dopo essere scesa dal palco del Sundance, non ho mai ottenuto un contratto per un film che sia uscito in sala.» È scioccante: DAUGHTERS OF THE DUST è uno dei più caratteristici e originali film indipendenti dell'epoca. (...) Simile nei toni al lavoro di Terrence Malick, l'opera della Dash non ha nulla di derivativo. Le porte che le sono state sbattute in faccia in quanto donna di colore dovrebbero riecheggiare di rimproveri per l'industria del cinema." ~ (the New Yorker)
LISTA COMPLETA di SPIKE LEE
- Il cattivo tenente (A. Ferrara) - Rashomon (Kurosawa) - La sfida del samurai (Kurosawa) - Ran (Kurosawa) - La finestra sul cortile (Hitchcock) - La donna che visse due volte (Hitchcock) - Intrigo internazionale (Hitchcock) - Gangster story (Penn) - Il conformista (Bertolucci) - Ultimo tango a Parigi (Bertolucci) - L'asso nella manica (Wilder) - A qualcuno piace caldo (Wilder) - Killer of Sheep (Burnett) - La morte corre sul fiume (Laughton) - Arizona junior (Coen brothers) - Il ponte sul fiume Kwai (Lean) - Lawrence d'Arabia (Lean) - Fronte del porto (Kazan) - Un volto nella folla (Kazan) - La Strada (Fellini) - La Dolce Vita (Fellini) - 8 ½ (Fellini) - City of God (Meirelles & Lund) - Il Padrino (Coppola) - Il Padrino: Parte II (Coppola) - I quattrocento colpi (Truffaut) - Effetto notte (Truffaut) - Patton, generale d'acciaio (Schnaffner) - Mad Max oltre la sfera del suono (Miller) - Interceptor il guerriero della strada (Miller) - La battaglia di Algeri (Pontecorvo) - L'ultima corvée (Ashby) - Fino all'ultimo respiro (Godard) - West Side Story (Robbins & Wise) - Stranger than Paradise (Jarmusch) - Il treno (Frankenheimer) - Il mistero del falco (Huston) - Il tesoro della Sierra Madre (Huston) - Città amara (Huston) - Un uomo da marciapiede (Schlesinger) - Il maratoneta (Schlesinger) - Boyz n the Hood (Singleton) - I figli della violenza (Bunuel) - Orfeo nero (Camus) - Odio (Robson) - Mean Streets (Scorsese) - Toro scatenato (Scorsese) - Apocalypto (Gibson) - Casablanca (Curtiz) - Strade violente (M. Mann)- Scarpette rosse (Powell & Pressburger) - Cooley High (Schultz) - Soy Cuba (Kalatozov) - Qualcuno volò sul nido del cuculo (Forman) - District 9 (Blomkamp) - La calda notte dell'ispettore Tibbs (Jewison) - L'infernale Quinlan (Welles) - Tuta blu (Schrader) - La furia umana (Walsh) - Parigi brucia? (Clement) - Il buio oltre la siepe (Mulligan) - Roma città aperta (Rossellini) - Paisà (Rossellini) - Chinatown (Polanski) - Pioggia nera (Imamura) - Quel pomeriggio di un giorno da cani (Lumet) - Cantando sotto la pioggia (Donen & Kelly) - Orizzonti di gloria (Kubrick) - Spartacus (Kubrick) - Il dottor Stranamore... (Kubrick) - Kung fusion (Chow) - Piccoli affari sporchi (Frears) - Hoop dreams (S. James) - Incontri ravvicinati del terzo tipo (Spielberg) - L'impero del sole (Spielberg) - Nick mano fredda (Rosenberg) - La rabbia giovane (Malick) - I giorni del cielo (Malick) - Il mago di Oz (Fleming) - Un americano a Parigi (Minnelli) - Brama di vivere (Minnelli) - Ladri di biciclette (De Sica) - Miracolo a Milano (De Sica) - Strada sbarrata (Wyler) - Zelig (Allen) - Lezioni di piano (Campion) - Daughters of the Dust (Dash) - The hurt locker (Bigelow) - Travolti da un insolito destino... (Wertmüller) - Pasqualino Settebellezze (Wertmüller) - Film d'amore e d'anarchia... (Wertmüller) - Mimì metallurgico... (Wertmüller)
Fonti: Indiewire; "40 acres and a mule"; pbs.org; espn.go.com; salon.com; aintitcool.com; Time Out London; "Spike Lee: interviews" by Spike Lee & Cynthia Fuchs;
Su UN VOLTO NELLA FOLLA: "Aveva davvero la sfera di cristallo su tutto quello che sta succedendo oggi in America, specialmente riguardo ai media." ~ Spike Lee
Su L'ASSO NELLA MANICA: "Il film è su quel che fa la gente quando si mette a venerare l'onnipotente dollaro. E Kirk Douglas è fantastico in questo film." ~ Spike Lee
"Quando ho visto FINO ALL'ULTIMO RESPIRO, alla scuola di cinema, mi ha veramente mostrato che: «Chi è sta gente per inventarsi queste regole e dirti che non puoi fare qualcosa?» Godard è come se dicesse «Che si fottano, bello, io provo sta roba.» " ~ Spike Lee
"Credo che questo film (LOLA DARLING - ndt) dovrebbe essere un antidoto a come il maschio nero è percepito ne IL COLORE VIOLA. Vedi, nessuno sta dicendo che i maschi neri non abbiamo mai fatto cose terribili, e quello che Jamie fa a Nola alla fine del mio film è un atto orribile. Ma Jamie è un personaggio completo, diversamente da Mister ne IL COLORE VIOLA, e al resto degli uomini neri del film, che sono animali ad una dimensione. Non darò la colpa interamente a Spielberg, perché se leggi i lavori di Alice Walker, quello è il suo modo di vedere i maschi neri. Ha veramente dei problemi con loro. Credo che la gente dovrebbe realmente analizzare perché IL COLORE VIOLA è stato fatto... In anni recenti, per uno scrittore nero di teatro, romanzi o poesia, la via più breve per essere pubblicato è stata dire che i maschi neri sono merda. Se dici questo, certamente avrai il tuo mezzo di comunicazione, vedrai pubblicato il tuo libro, messo in scena il tuo dramma – come Ntozake Shange, Alice Walker. (...) Whoopy Goldberg dice che Steven Spielberg è l'unico regista al mondo che avrebbe potuto dirigere questo film. Ma ha un'idea di ciò che sta dicendo? Sta dicendo che una persona bianca è l'unica persona che può descrivere la nostra esistenza? E ora, cosa ancora più stupida, se ne va in giro con delle lenti a contatto azzurre dicendo a tutti che ha gli occhi azzurri. È nauseante..." ~ Spike Lee
"Siamo cresciuti in una famiglia molto artistica. Mio padre mi portava a sentirlo suonare al The Village Gate, al The Bitter End e al Blue Note quando avevo quattro, cinque anni. L'ho visto suonare con Odetta, Judy Collins, Leon Bibb, Peter, Paul & Mary. Mio padre ha scritto la musica per molti dei miei film. È dura lavorare con lui. (Ride) Perché è un perfezionista e un anticonformista, e gli voglio bene perché è mio padre, ma non è la persona più facile con cui lavorare." ~ Spike Lee
"Non sono contro la parola ("nigger" - ndt), e la uso, ma non eccessivamente. E c'è gente che parla in quel modo. Ma Quentin (Tarantino) è infatuato di quella parola. Sta cercando di farsi nominare nero onorario?" ~ Spike Lee
"Per me una naturale influenza, una prima influenza, è stata non tanto la letteratura britannica ma il teatro, il vaudeville, il circo, e la pantomima, i fratelli Marx, Stanlio e Ollio, i Tre Marmittoni, Mickey Mouse, Chaplin e Buster Keaton." ~ Mike Leigh
Con Edith Scob, Francine Bergé, Sylva Koscina, Ketty France, Channing Pollock, Théo Sarapo
consigliato da MIKE LEIGH
"È davvero notevole. Un film completamente diverso. Amo i film di Franju... Questo tipo faceva film assolutamente inventivi, aveva uno straordinario modo di affrontare il cinema, e di reinventarlo...anche se non è proprio il mio genere di film...ma è grande, molto piacevole." ~ Mike Leigh
HOW A MOSQUITO OPERATES (Winsor McCay, 1912, USA, 6 min.) Anche noto coi titoli "The Story of a Mosquito" e "Winsor McCay and his Jersey Skeeters" (=moscerini), è uno dei primi film d'animazione e la sua qualità tecnica è considerata molto all'avanguardia rispetto ai contemporanei. – Un uomo si guarda in giro apprensivamente prima di entrare in una stanza. Una zanzara gigante con un cappello a cilindro e una ventiquattrore lo segue, guarda dal buco della serratura e poi vola dentro attraverso un vasistas sopra la porta. La zanzara pasteggia con l'uomo che cerca di dormire e prova invano a scacciarla. Alla fine la zanzara si riempie a tal punto da esplodere. ~ (da Wikipedia)
LISTA COMPLETA di MIKE LEIGH
- L'Albero degli zoccoli (Olmi)
- Viaggio a Tokyo (Ozu)
- Tarda primavera (Ozu)
- Soy Cuba (Kalatozov)
- I 400 colpi (Truffaut)
- La morte del signor Lazarescu (Puiu)
- Canzoni del secondo piano (Andersson)
- A qualcuno piace caldo (Wilder)
- Radio Days (Allen)
- Le sette probabilità (Keaton)
- How A Mosquito Operates (McCay)
- Barry Lyndon (Kubrick)
- La follia della metropoli (Capra)
- Andrei Rublev (Tarkovsky)
- Here is your life (Troell)
- Karl e Kristina (Troell)
- Jules e Jim (Truffaut)
- Questa è la mia vita (Godard)
- Tutti per uno (Lester)
- L'uomo in nero (Franju)
- Al fuoco, pompieri (Forman)
- Berlin Alexanderplatz (Fassbinder)
- Divorzio all'italiana (Germi)
Fonti: Sight & Sound (2012); top10films.co.uk; Criterion collection; the Guardian; "Mike Leigh on Mike Leigh" edited by Amy Raphael; "World Directors in Dialogue" by Bert Cardullo.
Su JULES E JIM di Truffaut: "Quel momento quando il personaggio di Jeanne Moreau fa il suo numero musicale permettendo alla realtà dell'attrice che canta di diventare la realtà del film... Un paio di minuti più tardi c'è un'incredibile ripresa da un elicottero, così si ha questa chimica tra cose che respirano nel momento ed elementi che sono più classicamente cinematografici. Quello in cui Truffaut è fantastico è la capacità di collegarsi alla nostalgia per la vita, nel vero senso della parola, anche se una volta ha detto che il cinema inglese è una contraddizione in termini – cosa per cui probabilmente avrebbe meritato che gli spezzassero le gambe." ~ Mike Leigh
Su TARDA PRIMAVERA di Ozu: "Amo questo film. Amo tutti i suoi film. In un certo senso per me Ozu è un'ispirazione e una specie d'influenza... Lui sa veramente come osservare la famiglia, la vita vera, luoghi, relazioni, personaggi, con un'abilità molto ordinata ma compassionevole." ~ Mike Leigh
"Avevo sedici anni nel 1960 e fu allora che lasciai Manchester e venni a Londra. Prima di allora non avevo mai visto un film che non fosse in inglese. Solo film hollywoodiani e film britannici. (...) Comunque, quando arrivai a Londra, quello fu esattamente il momento di FINO ALL'ULTIMO RESPIRO (1960) di Godard e della Nouvelle Vague, in più scoprii tutto il resto del cinema straniero, il "world cinema". Cosa provai? Ne fui completamente sconvolto. (...) L'ispirazione per me stava nel fatto che FINO ALL'ULTIMO RESPIRO, QUESTA È LA MIA VITA di Godard e I 400 COLPI di Truffaut erano film originali che in realtà usavano la pellicola come i pittori usano la pittura, per investigare qualcosa in un modo diretto e originale. (...) Quello era anche il periodo della parallela 'New Wave' britannica. Personalmente la mia sensazione è stata che il più puro, il più importante, e il più organico di quei film britannici non sia stato fatto che nei tardi '60, parlo di IF.... di Lindsay Anderson. E non era un film sulla vita della working-class, come molti dei film socio-realistici britannici – quello era Lindsay che scavava nella propria esperienza di scuole pubbliche per classi medio-alte." ~ Mike Leigh
"Tra gli artisti che ammiro ci sono quelli che sono stati d'ispirazione e quelli che mi hanno influenzato. Le ispirazioni sono Cassavetes e i realisti britannici Reisz, Richardson e Anderson. Le influenze sono Renoir, Pinter e Beckett." ~ Mike Leigh
INTERVISTATORE: "I suoi film sono sviluppati in un modo unico. Ce ne può parlare?"
MIKE LEIGH: "Essenzialmente il punto è che inizio senza una sceneggiatura. Faccio un sommario del film per me, che di solito è piuttosto fluido. Spesso non c'è tanto una storia quanto una sensazione e uno spunto. Poi lavoro con gli attori per mesi per creare i personaggi, attraverso la conversazione, la ricerca e l'improvvisazione, aggiungendo, tagliando e incollando. Quindi usciamo e inventiamo il film nelle 'locations', e lo strutturiamo e lo giriamo passo dopo passo. (...) Agli attori dico: «Vieni a fare il mio film. Non so dirti di che si tratta. Non so dirti chi è il tuo personaggio. Lo inventeremo come parte del processo.» Non riunisco gente dicendo loro: «Questo è il tema, troviamoci e improvvisiamo.» È un processo molto più accurato in cui ci si riunisce e si cresce. È un modo di costruire un mondo che sia come il vero mondo, con tutte quelle tensioni. Poi ne usciamo e distilliamo le cose in un film strutturato. Deve sempre funzionare dal punto di vista drammatico e letterario, ma deve anche funzionare dal punto di vista di ogni attore che interpreta un personaggio. Non direi mai a un attore: «Tu devi dire questo che ti sembri giusto o meno e non importa se pensi che il personaggio non lo farebbe.» Non è mai accaduto e non lo farei mai."
"A 14 anni mio padre (di professione medico - ndt) decise che c'era in me qualcosa di sbagliato dal punto di vista mentale. Così mi portò da uno psichiatra, un tipo estremamente simpatico. E queste sono state le prime conversazioni adulte che ho avuto con un altro adulto. Disse a mio padre: «Non c'è nulla di sbagliato in lui. Solo non gli piace stare a casa.» Mio padre era furioso e interruppe le mie sedute. Così di solito ci andavo per conto mio e quando mio padre lo venne a sapere minacciò lo psichiatra di farlo radiare dall'albo. (...) Ricordo che ogni sera la vita a casa era diventata un campo di battaglia. C'erano litigi su cose da nulla. E quello che il dottor Leigh in realtà stava facendo, naturalmente, era darmi una scorta di munizioni a vita per i miei film. Ma le gare di urla erano terribili, orribili da ricordare. (...) Quando dimostrai un interesse per la recitazione e vinsi una borsa di studio per la Royal Academy of Dramatic Art di Londra, mio padre mi esortò ad abbandonare le mie ambizioni chiamandole 'fantasticherie teatrali da ragazzina'. "
Con George O'Brien, Madge Bellamy, Charles Edward Bull
consigliato da SERGIO LEONE
INTERVISTATORE: "Qual'è il suo rapporto con Ford?"
SERGIO LEONE: "Una grande, sconfinata ammirazione, pur nella radicale diversità di prospettive che ci contraddistingue. D’altronde non avrei proprio potuto esordire in un genere facendo l’imitatore di qualcun altro. Lui aveva quella visione ariosa, romantica (ma sempre realistica) del West, ed era giusto che fosse così. La sua foto con dedica («To Sergio Leoni with admiration. John Ford») è uno dei miei ricordi più cari e il mio massimo motivo di orgoglio. Ciò non toglie che anche lui abbia commesso i suoi errori. Non gli perdono ad esempio UN UOMO TRANQUILLO, la favola dell’Irlanda verde e bonacciona, mentre in realtà il paese era dilaniato dalla guerra dell’IRA. Per un regista che in passato aveva diretto IL TRADITORE, la trovo una rappresentazione inconcepibile."
Con Henry Fonda, Anthony Quinn, Richard Widmark, Dorothy Malone, Dolores Michaels
In streaming su Plex
consigliato da SERGIO LEONE
LUCIANO VINCENZONI*: "Il preferito in assoluto di Sergio era ULTIMA NOTTE A WARLOCK; ce l'aveva stampato in testa. L'interazione dei personaggi l'aveva impressionato molto."
*(sceneggiatore per Leone di PER QUALCHE DOLLARO IN PIÙ; IL BUONO, IL BRUTTO E IL CATTIVO; GIÙ LA TESTA, e per altri de LA GRANDE GUERRA; SEDOTTA E ABBANDONATA; CODICE MAGNUM etc. etc.)
Con Randolph Scott, Robert Young, Virginia Gilmore, Dean Jagger
consigliato da SERGIO LEONE
LISTA COMPLETA di LEONE
- Monsueir Verdoux (Chaplin)
- Tempi moderni (Chaplin)
- Il circo (Chaplin)
- Angeli con la faccia sporca (Curtiz)
- Duel (Spielberg)
- Mezzogiorno di fuoco (Zinnemann)
- Il cavaliere della valle solitaria (Stevens)
- La sfida del samurai (Kurosawa)
- I sette samurai (Kurosawa)
- I magnifici sette (Sturges)
- Il fascino discreto della borghesia (Buñuel)
- Johnny Guitar (N. Ray)
- L'uomo che uccise Liberty Valance (Ford)
- Sentieri selvaggi (Ford)
- Il cavallo d'acciaio (Ford)
- L'occhio caldo del cielo (Aldrich)
- Vera Cruz (Aldrich)
- Fred il ribelle (Lang)
- Ultima notte a Warlock (Dmytryk)
Fonti: "Something to do with death" by C. Frayling; www.fistful-of-leone.com; kitbashed.com; "Sergio Leone" ed. Il Castoro; "Tutto il cinema di Sergio Leone" di M. Garofalo ;
INTERVISTATORE: "Qual è il suo Western preferito?"
SERGIO LEONE: "Senza dubbio L'UOMO CHE UCCISE LIBERTY VALANCE , e chiaramente più per una questione tematica che per questione di stile. È il film in cui Ford per la prima volta si è smentito: ha mostrato la vera faccia del West e, abbandonando il suo tradizionale ottimismo, ha abbracciato una visione più realistica e, di conseguenza, pessimista. Ha fatto vedere l’altra faccia del mito."
ERNESTO GASTALDI*: "L'anno dopo l'enorme successo mondiale de IL MIO NOME E' NESSUNO, Spielberg telefonò a Sergio offrendogli la regìa del film I PIRATI e Sergio rifiutò. Spielberg gli chiese quale dei suoi film fosse il più bello secondo Sergio e lui rispose DUEL. Ora DUEL era il primo film di Spielberg, bello, ma il primo! Così quando Sergio chiese a sua volta a Spielberg quale fosse il miglior film fatto da lui, Spielberg rispose IL MIO NOME NESSUNO! Sergio diventò verde e noi ridemmo per dieci minuti: il miglior film di Sergio Leone, secondo Spielberg, era un film che ... aveva fatto un altro!!!"
*(sceneggiatore de IL MIO NOME È NESSUNO e C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA)
"Ritengo Chaplin il massimo genio dell'arte cinematografica: senza di lui in molti, non solo io, farebbero oggi un altro mestiere." ~ Sergio Leone
"Nei film d'avventure, e specialmente nei western seri, i registi hanno paura di lasciare che uno spirito picaresco s'intrometta in avventure tragiche. Ma il genere picaresco non appartiene esclusivamente alla letteratura spagnola. Vi è l'equivalente in Italia. Il picaresco e la commedia dell'arte - una tradizione teatrale italiana - hanno molte cose in comune. Non hanno veri eroi rappresentati da un unico personaggio. Prenda Arlecchino nelle commedie di Goldoni: serve due padroni ed è un imbroglione. Si vende a un padrone e poi all'altro senza che i due lo sappiano. Non è un "vero eroe". Idem Clint Eastwood ne Il buono, il brutto, il cattivo . Il mio retroterra, la mia formazione, contengono aspetti che mi hanno influenzato e che non hanno nulla a che fare con il western." ~ Sergio Leone
Quando i Cahiers du Cinéma gli chiesero se fosse interessato ai film di fantascienza, Leone rispose: "Come spettatore un po', come regista no. Non mi piacciono le cose che non domino, e non mi piace dover aspettare per vedere delle immagini costruite da un mucchio di gente. De Laurentis mi propose di dirigere FLASH GORDON, lo rifiutai quando scoprii che il progetto non aveva nulla a che fare con i disegni originali di Alex Raymond (Leone in gioventù era stato un avido lettore di Flash Gordon)."
"George Lucas mi ha detto che si era continuamente riferito alla musica e alle immagini di C'era una volta il West montando Guerre stellari, che era un vero western (di serie B) situato nello Spazio. Tutti quei giovani registi di Hollywood, Lucas, Spielberg, Scorsese, Carpenter, hanno detto di sentirsi in debito nei riguardi di C'era una volta il West. Forse gli è piaciuto perché è davvero l'opera di un regista. Però nessuno di loro ha tentato di fare un western che sia un western. Alcuni fanno film evidentemente americani ma con un'ottica europea. Questa contaminazione ha prodotto risultati eccellenti. Ammiro in particolare i film di Spielberg, assai più significativi di quanto appaiono." ~ Sergio Leone
"Ciò che più di ogni altra cosa mi affascinava in Clint era il modo in cui appariva e la sua indole. Clint non parlava molto…ma io notai il modo pigro e rilassato con cui arrivava e, senza sforzo, rubava tutte le scene. Quello che traspariva così chiaramente era la sua pigrizia. Quando lavoravamo insieme lui era come un serpente che passava tutto il tempo a schiacciare pisolini venti metri più in là, avvolto nelle sue spire, addormentato nel retro della macchina. Poi si srotolava, si stirava, si allungava… L'essenza del contrasto che lui era in grado di creare nasceva dalla somma di questo elemento con l’esplosione e la velocità dei colpi di pistola. Così ci costruimmo sopra tutto il suo personaggio, via via che si andava avanti, anche dal punto di vista fisico, facendogli crescere la barba e mettendogli in bocca il cigarillo che in realtà non fumava mai. Quando gli fu offerto il secondo film, PER QUALCHE DOLLARO IN PIÙ, mi disse: «Leggerò il copione, verrò a fare il film, ma per favore ti imploro solo una cosa: non mi rimettere in bocca quel sigaro!». E io gli risposi: «Clint, non possiamo tagliare fuori il sigaro. È il protagonista!» " ~ Sergio Leone
Fonti: Sight & Sound (2002 + 2012); the Guardian; NME.com; Time Out London;
"Ai vecchi tempi mi dicevano, «Sei il padre di MTV. » E io dicevo, «Voglio un test di paternità!» Ma credo che la mia tendenza al surreale implicasse che geneticamente ero ben preparato a giocare con musica e immagini. Per tutta l'infanzia credo di aver visto un solo film, FANTASIA. È stato all'università che ho cominciato a vedere film: le commedie della Ealing e poi subito dopo Godard, Truffaut, Jacques Demy...e poi, e ne sarò per sempre grato, ho visto Buster Keaton e la mia vita è cambiata. E ancora penso che rimanga una delle maggiori influenze nella mia vita e nel mio lavoro. Questo accadeva quand'ero un teenager, poi sono venuto in Europa." ~ Richard Lester
"Non sono un cinefilo. Non conosco tutti i film di John Ford. Non ne so niente. Sono il Rousseau del cinema britannico. Ricordi Rousseau che, vedendo a vent'anni uno dei capolavori di Cezanne, disse: «Beh, questo è bello. Posso finirlo.»" ~ Richard Lester
"Fortunatamente, quando arrivai in Inghilterra il mio primo grosso lavoro fu con Peter Sellers e Spike Milligan e il 'Goon Show'. Il bello di quei programmi era che se capitava un errore nessuno se ne accorgeva. Dopo venne il mio primo film. Peter Sellers, Spike Milligan ed io facemmo un film in 16mm in un giorno, dal titolo THE RUNNING JUMPING AND STANDING STILL FILM (1960). Io e Peter ci bevemmo un paio di drink, scrivemmo un paio di gags e noleggiammo un campo per cinque sterline. Non avevamo programmato di farlo vedere a nessuno. Durava quanto la pellicola che ci rimaneva, intorno agli 11 minuti. (...) Peter lo mostrò a un suo amico, un critico televisivo, che disse: «Credo che dovreste provare a portarlo al Festival di Edimburgo». E quelli lo proiettarono e là a vederlo c'era un uomo di San Francisco che disse: «Lo mostrerò al mio festival». E così finì per avere una nomination agli Oscar. Fortunatamente, John Lennon lo vide e questo rese il mio lavoro con loro molto più facile." ~ Richard Lester
"L'idea del film (TUTTI PER UNO - ndt) venne dal Dipartimento Film della United Artists all'inizio del 1964, e dissero che l'avrebbero fatto solo se fosse stato a buon mercato e in bianco e nero e l'avessimo finito per Luglio. Pensavano che il successo dei Beatles si sarebbe esaurito entro la fine dell'estate. (...) (Come attore) George era il migliore perché non cercava di strafare, non aveva nè alti nè bassi ma faceva sempre centro, poi procedeva e aspettava la successiva. Era molto calmo. Paul era molto entusiasta, forse ci metteva troppo impegno. Credo che a Paul stesse a cuore la recitazione più che agli altri perché aveva una ragazza che era attrice (Jane Asher) e a lei interessava molto il teatro. Penso che Paul abbia sofferto parecchio per questo perché capiva un po' più degli altri cosa poteva andar storto. John Lennon alle volte mi rivolgeva parole taglienti. Ricordo John la prima settimana di COME HO VINTO LA GUERRA, in cui interpretava la parte di qualcun altro, non se stesso, ed io andai da lui e gli dissi: «John, se tu volessi fare questo mestiere potresti essere veramente bravo», e lui disse: «Sì, ma è fottutamente stupido, o sbaglio?» Questo era 37 anni fa. Non ho ancora trovato una risposta." ~ Richard Lester
INTERVISTATORE: "In cosa le riprese di HELP! furono diverse da quelle di TUTTI PER UNO?"
RICHARD LESTER: "Furono solo più lunghe. Avevo più soldi e un po' più di tempo. Ho dovuto imparare a dire alla folla 'Fuori dai piedi' in tre lingue diverse. Ma non fu più difficile eccetto per il fatto che i ragazzi avevano davvero scoperto la marijuana e c'erano un mucchio di sorrisi – più da parte loro che da parte mia, ma fu altrettanto piacevole. Fu molto bello." ~ Richard Lester
"Fui molto colpito dai film di Truffaut. Ero anche un grande fan di Jacques Tati – non proprio Nouvelle Vague – HULOT era uno dei miei preferiti ma I 400 COLPI, TIRATE SUL PIANISTA e JULES E JIM sono una meravigliosa trilogia di film e tutti quanti furono influenzati da quei film. Sarebbe da pazzi non esserlo. Io ne fui molto influenzato." ~ Richard Lester
Con Frank Sinatra, Dean Martin, Shirley MacLaine, Martha Hyer
consigliato sa RICHARD LINKLATER
"Sono talmente tante le cose che amo di questo film che non posso articolarle. È proprio una sensazione, come guardare un dipinto, il modo in cui i colori e la cinepresa si sommano. È qualcosa che va provato. (...) È un magnifico melodramma che strappa via la copertina patinata dell'America anni '50 – quell'intero atteggiamento mentale di conformismo. L'ho visto al campus universitario nel 1984. Stavo cominciando a fare film per la prima volta. Quest'opera mi ha suggestionato, ricordo che i giorni successivi ci pensavo costantemente; era molto più di quel che mi aspettassi. Mi ha aperto gli occhi. Aveva a che fare col personaggio interpretato da Sinatra e con qualcosa di mio personale. Credo che siamo tutti divisi tra due mondi. Personalmente io mi sentivo così. Vengo da una piccola città del Texas orientale. Come aspirante artista all'epoca la sua storia mi toccava particolarmente. È uno scrittore che ancora non è riuscito ad affermarsi e così cede ai suoi bassi impulsi col gioco d'azzardo e le ragazze. Passa il tempo in quel sottobosco ma in realtà desidera profondamente una certa rispettabilità. Alla fine abita entrambi i mondi ma non appartiene veramente a nessuno dei due." ~ Richard Linklater
Con Malcolm McDowell, Rachel Roberts, Arthur Lowe, Ralph Richardson
consigliato da RICHARD LINKLATER
"L'hanno fatto un paio d'anni dopo SE...., il primo film della trilogia. E poi dieci anni dopo hanno fatto BRITANNIA HOSPITAL insieme, Lindsay Anderson e Malcolm McDowell. Secondo me è una delle più grandi trilogie cinematografiche...vale la pena di vederli." ~ Richard Linklater
Con Fumio Watanabe, Akiko Koyama, Tetsuo Abe, Tsuyoshi Kinoshita
consigliato da RICHARD LINKLATER
"IL BAMBINO è un film giapponese su una coppia di artisti della truffa che a volte usano il figlio nei loro imbrogli finché lui non tenta di scappare. (...) Sono un grandissimo fan di Nagisa Oshima. È stato uno dei più radicali registi giapponesi venuti fuori negli anni '60 – è veramente un maestro – Non aveva paura di andare fino in fondo con un'idea – Oshima era proprio un gran duro. Non cercava di evitare il malcontento dei censori riguardo ai suoi messaggi politici sul Giappone postbellico. Ma continuava ad andare avanti, a fare i suoi film." ~ Richard Linklater
"Ricordo che I RAGAZZI DEL FIUME di Tim Hunter fu molto importante per me e i miei amici. Nell'era di FLASHDANCE e TOP GUN ebbe il coraggio di essere cupo. È un buon film adolescenziale ma c'è un ragazzo con un cromosoma extra che è un completo psicopatico e uccide questa ragazza. È una stramba, squilibrata storia di teenagers e le performances...c'è Keanu Reeves, Ione Skye. Crispin Glover interpreta un idiota totale. E poi, chiaramente, c'è Dennis Hopper, nel suo stile da metà anni '80: VELLUTO BLU, COLPO VINCENTE. (...) Pensai che fosse un po' sulla stessa linea di un grande, enorme film come I FIGLI DELLA VIOLENZA – un Buñuel americano, o qualcosa del genere. Aveva una vena tetra, del genere 'fine del mondo' – una sensazione che hai a quell'età. (...) È davvero controcorrente rispetto alle aspirazioni tipiche degli anni '80. Ha molto humor ma le fondamenta sono piuttosto dark. Quando stavo girando LA VITA È UN SOGNO (Dazed and Confused) la gente mi chiedeva: 'Qual'è un bel teenage movie?' e io rispondevo sempre i film di Tim Hunter GIOVANI GUERRIERI e I RAGAZZI DEL FIUME. Tim ha scritto il primo e diretto il secondo. Quindi c'è qualcosa tra Tim Hunter e i teenage movies – lui è il maestro di un certo tipo di alienazione e folle energia adolescenziale." ~ Richard Linklater
Con Jean-Pierre Léaud, Chantal Goya, Michel Debord, Catherine-Isabelle Duport
consigliato da RICHARD LINKLATER
"Negli anni '80 MASCULIN-FEMININ era fuori catalogo e difficilmente lo si riusciva a vedere. Ma tutti ne avevamo letto. La prima volta l'ho visto al campus dell'Università del Texas, dove ne avevano una copia. Un paio di anni dopo la Film Society fece una retrospettiva su Godard. Per me è uno dei suoi film più interessanti. È veramente snello. Per via del suo ritratto della gioventù e del modo in cui la descrive. Rispecchia i suoi tempi. In una carriera di incredibili performances questo è uno dei ruoli migliori di Jean-Pierre Léaud. Godard è una così grande influenza su chiunque. Spero che le nuove generazioni lo capiscano, ma in realtà non mi sembra che stia accadendo. Cosa c'è di radicalmente godardiano nell'essere un ragazzo inondato di tecnologia? Lui faceva queste specie di film arguti di protesta. C'è un sacco di humor tra l'angoscia e la protesta di MASCULIN-FEMININ, ma è qualcosa che stava lentamente scomparendo. Già in VENTO DELL'EST la sua politica è molto più rigorosa, assolutista. I suoi film diventano progressivamente meno divertenti. Ma sono ancora molto interessanti – e a me piacciono tutti. Uno dei miei preferiti è LA GAIA SCIENZA, che non sono in molti ad aver visto. Io ho trovato una copia in 16mm. È Leaud da solo in una stanza. Ci sono un mucchio di immagini grafiche – ad esempio, una ragazza in costume da bagno con una freccia puntata verso una direzione che dice 'Marx', e una freccia puntata verso un'altra che dice 'Freud'. [Ride] Quel genere di immaginario. Ha ancora humor, ma si può vedere che la politica vi penetra e lo rende più completo." ~ Richard Linklater
Con Wendy Hiller, Roger Livesey, George Carney, Pamela Brown
consigliato da RICHARD LINKLATER
+ Non presente nel database di FilmTV.it:
TICKET OF NO RETURN(Ulrike Ottinger, 1979, Germania) Una giovane donna bellissima e silenziosa vaga per Berlino con fare tetro. Ha capito, come ci dice la parsimoniosa narrazione del film, che "il suo solo desiderio era di obbedire finalmente al suo destino". E per questo ha deciso di diventare un'alcolizzata. Così passa da un locale all'altro brandendo un bicchiere, piuttosto rigida e vestita di tutto punto con abiti anni '50 assurdamente eleganti, buffi cappelli, bigiotteria, guanti lunghi, e colori vistosi. A lei la regista giustappone un'ubriacona ammaccata e scaltra che la protagonista trova nei bassifondi. A commentare le vicende intervengono tre arpie chiamate Senso Comune, Questione Sociale e Accurata Statistica, solitamente sedute al tavolo accanto. ~ (da nytimes.com)
"Questo era ancora in circolazione negli anni '80, ma fui sorpreso di poterne trovare una copia. Non lo vedo da circa 20 anni. Ulrike Ottinger era la più genuina e sperimentale di tutti i registi della New Wave tedesca. Era probabilmente anche la più strana. È un'artista affascinante in quel genere di mondo. È più radicale di Fassbinder, Herzog, tutti loro. È grande quanto loro, ma questo film raggiunge un altro livello. Il sottotitolo è 'Ritratto di una Donna Bevitrice', e il film è difficile da descrivere. Non ha alcun dialogo. La donna gesticola. Voglio rivederlo, perché ne fui affascinato la prima volta. Mi sembrò quasi una cosa alla LES PARAPLUIES DE CHERBOURG, dove cantano ogni parola. Qui è come se gesticolassero ogni parola. Mi piacciono i Tedeschi radicali – come Werner Schroeter e Ulrike Ottinger. Sono molto più strani. I loro film non vengono trasmessi spesso. Questo è a malapena conosciuto, ma lo ricordo come impressionante e magnifico. Voglio farlo vedere a un mucchio di gente e sentire il loro parere, perché ricordo di aver pensato: «Questa cosa è incredibile»." ~ Richard Linklater
"La più eccezionale proprietà del cinema è come ti consente di modellare il tempo, che si tratti di un periodo lungo o molto breve." ~ Richard Linklater
Su NEW YORK, NEW YORK di Scorsese: "Questo è un film che di solito la gente tratta di merda. Dicono che non funziona. Io lo tengo in grande considerazione. Credo sia uno dei più complessi tra i musical moderni. È ancora brutale. Jimmy Doyle non è così differente da Jake La Motta. È un tipo appassionato, impaziente. Quando uscì sembrava un film completamente fuori tempo e fuori luogo, il che è splendido. È un film che viene dal cuore. In superficie potrebbe sembrare una follia: i ragazzi che hanno fatto TAXI DRIVER tornano all'epoca delle big band. Si potrebbe essere meno alla moda nel 1977, l'anno che esordì GUERRE STELLARI? (...) Ma è un film così audace – è molto personale. Significò molto per le persone che ci lavorarono. È straordinario che sia stato realizzato, ma si può capire come sia stato possibile col prestigio che avevano in quel momento. Tutto quel gruppo – Coppola, Lucas, De Palma, Schrader, Scorsese – stavano tutti lavorando ai loro film. (...) Con George che lavorava a sto cazzo di roba spaziale che sembrava davvero stramba. Poi la mostra a tutti gli altri e De Palma che la prende in giro... Non ci potrebbe essere più contrasto al box office e nelle loro carriere. La cultura sta andando in una direzione ed ecco uscire sto film completamente anacronistico. Eppure quel film, NEW YORK, NEW YORK, è veramente intenso. È cinema per cinefili. Credo che abbia scoraggiato il pubblico. Volevano realismo. Vedere questi set chiaramente artificiali, con Scorsese a fare il suo musical alla Minnelli – la gente era tutta: «Ma che cazzo?!...» " ~ Richard Linklater
Su TORO SCATENATO di Scorsese: "Mi ha fatto vedere i film come un potenziale sfogo per quel che pensavo e speravo di esprimere. A quel punto non ero ancora formato come artista. In quel momento dentro di me qualcosa stava cuocendo a fuoco lento, ma TORO SCATENATO l'ha portato ad ebollizione." ~ Richard Linklater
Su PICKPOCKET di Bresson: "In qualche modo è il film più accessibile di Bresson. Non ha nulla di divertente, ma è davvero agile e veloce – un film perfetto. In ogni taglio di montaggio non perde un colpo. I successivi film di Bresson hanno anch'essi lo stesso slancio formale, ma PICKPOCKET – forse per la natura del tema – galoppa veramente. È un Bresson snello e spietato. Non c'è mai un secondo di troppo nei film di Bresson. È il più ellittico, splendido, pulito narratore mai esistito. Ed ha una bella storia, basata su DELITTO E CASTIGO. (...) Quando Bresson aveva 80 anni curai una grande retrospettiva su di lui perché volevo avidamente vedere tutti i suoi film. Andò molto bene. Gli spedii una lettera per mostrargli cosa ne aveva scritto la stampa. Ricevetti in risposta da lui una lunga lettera veramente magnifica." ~ Richard Linklater
"Questo era il genere di film che volevamo fare." ~ Ken Loach
"Non vado al cinema molto spesso. Penso che quando si è fatto cinema per molto tempo sono i film che hai visto da giovane che ti restano dentro. È la stessa cosa per tutto – musica, tutto quanto. È la musica che hai sentito da ragazzo che rimane con te. Per me è stata la musica degli anni '60. Oltre al cinema neorealista italiano i film cechi degli anni' 60 sono quelli che ho trovato più eccitanti: i film cechi della primavera di Praga, film che sono molto umanistici, che traggono piacere dalle persone, che le rispettano, e dove percepisci un certo tipo di calore. È qualcosa che non vedo nel cinema di oggi, il che è triste." ~ Ken Loach
Con Hana Brejchová, Vladimír Pucholt, Vladimír Mensík, Ivan Kheil
consigliato da KEN LOACH
"Avevo lasciato il teatro e stavo lavorando in televisione quando ho visto un film ceco dal titolo GLI AMORI DI UNA BIONDA di Milos Forman; abbracciava veramente tutto quello che stavo cercando di ottenere col mio lavoro senza ancora riuscirci. Trattava di persone e famiglie, osservate in un modo che era pieno di umanità e umorismo, ma era comunque caustico, non tenero." ~ Ken Loach
Con Chris Cooper, Mary McDonnell, Will Oldham, David Strathairn, Jace Alexander, Ken Jenkins
consigliato da KEN LOACH
"John Sayles ha fatto alcuni film molto belli. Probabilmente lavoriamo in maniera diversa, ma credo che il suo MATEWAN fosse un bel film. Approvo davvero molto la sua visione generale del mondo, e attendo sempre l'uscita dei suoi film." ~ Ken Loach
LISTA COMPLETA di LOACH
- Treni strettamente sorvegliati (Menzel)
- Al fuoco, pompieri (Forman)
- Jules and Jim (Truffaut)
- La regola del gioco (Renoir)
- L'albero degli zoccoli (Olmi)
- Il posto delle fragole (Bergman)
- La battaglia di Algeri (Pontecorvo)
- Ladri di biciclette (De Sica)
- Gli amori di una bionda (Forman)
- Fino all'ultimo respiro (Godard)
- La Promesse (fratelli Dardenne)
- Matewan (Sayles)
Fonti: Facets (2008); Sight & Sound (2002); "World Directors in Dialogue" by Bert Cardullo; the Guardian ;
"In termini generali se il cinema è un qualche tipo di forza in grado di determinare un cambiamento sociale, allora è una forza negativa, perché la maggior parte dei film sono su un tizio che risolve i problemi con una pistola. L'ideologia del cinema, dei film 'mainstream', è un'ideologia molto di destra. Si spera che film del genere non abbiano effetti di nessun tipo, perché se ce l'hanno, siamo tutti fottuti! Non dovremmo nutrire illusioni su quel che può fare un film. Voglio dire, è solo un film, e quando tutto è finito la gente si alza ed esce dal cinema. Quindi, la cosa migliore che puoi fare è lasciare la gente con una domanda o lasciarla con un senso di inquietudine." ~ Ken Loach
"Avevo segretamente coltivato l'idea di essere un attore, è per questo che ho cominciato a far teatro. Ho passato troppo tempo a recitare, quasi mi hanno cacciato dall'università, ho tenuto duro, ho trovato un lavoro a teatro, e da lì ho ottenuto un lavoro alla BBC – che a dire il vero ritenevo essere un passo indietro, perché il vero luogo dell'arte era il teatro e la televisione era vendere l'anima. Ma in televisione a quel tempo c'era moltissimo teatro filmato, così c'erano set teatrali in giro per lo studio con tre telecamere che curiosavano ed era un affare molto teatrale. E quel che abbiamo cercato di fare come reazione a tutto ciò è stato prendere delle cineprese 16mm e fare fiction nelle strade, e in un certo senso la mia carriera è proseguita da lì." ~ Ken Loach
Su LADRI DI BICICLETTE di De Sica: "Quand'ero ragazzo non ero per niente interessato al cinema. Ero completamente innamorato del teatro e la mia passione era andare a vedere Shakespeare a Stratford. Volevo fare teatro, quella era la mia sola ambizione. Ho visto LADRI DI BICICLETTE a fine anni '50, nella mia tarda adolescenza. Avevo lasciato la scuola, ero diretto verso un anno di insuccessi come attore e regista teatrale e quel film ha avuto un grande effetto su di me. Mi ha fatto capire che il cinema poteva riguardare la gente comune e i loro dilemmi. Non era un film su delle star, su gente ricca o su assurde avventure. Ero in grado di vedere il cinema sotto un'altra luce, estranea alle assurdità di Hollywood." ~ Ken Loach
Su LA BATTAGLIA DI ALGERI di Pontecorvo: "Ha preso un evento politico e l'ha reso cinematografico, ma l'ha fatto senza ricorrere ai modi tradizionali del cinema dalla mano pesante (vasti eserciti...). C'era una certa leggerezza, ma era anche molto immediato. Io allora stavo iniziando ad essere politicamente impegnato, per cui era veramente perfetto per quel momento." ~ Ken Loach
"Quelli di noi che lavorano in televisione e nel cinema hanno il compito di essere critici, di essere provocatori, di essere sgarbati, di essere inquietanti, di non far parte dell'establishment. Dobbiamo mantenere la nostra indipendenza. Dobbiamo essere dispettosi. Non dovremmo accettare un no per risposta. Se non siamo noi a fare i buffoni di corte o a fare domande che loro non vogliono sentire chi lo farà? È ora di cominciare finalmente a realizzare il potenziale di questo medium straordinario che chiamiamo film." ~ Ken Loach
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