Ovunque mi giro, ovunque leggo, ovunque sbircio o cerco novità sull’attore che più di tutti mi ha affascinato, insegnato il mestiere, influenzato nella vita – insieme a Clint Eastwood – trovo più o meno le stesse parole: “Gene Hackman, uno dei cattivi più “spietati” di Hollywood” (ecodelcinema.com); “Hackman ha vestito, fin dagli anni sessanta i panni del cattivo per antonomasia” (Wikipedia); “There are many people who believe that Gene Hackman is one of the greatest actors to come out of this era” (Gazettereviews.com); “The Greatest Leaving American Actor”, titolava il Grantland.com per i suoi 85 anni.
Oggi il grande orso di Hollywood arriva al traguardo degli 87. Dopo aver abbandonato le scene nel 2004, scelta coincisa con uno dei suoi ruoli migliori, il Rankin Fitch di Runaway Jury (2004), Gene Hackman ha prestato giusto la sua voce per il documentario televisivo The Unknown Flag Raiser of Iwo Jima per il Smithsonian Channel nel 2016. E non è un caso. La sua passione per la Storia ha fatto sì che nel suo buen retiro in Santa Fe, Hackman si convertisse in scrittore. Già nel 1999, in coppia con Daniel Lenihan, scrisse Wake of the Perdido Star, pubblicato in Italia da Le Vespe nel 2002 con il titolo Sulla scia della Perdido Star. In seguito scriverà, sempre in coppia con l’archeologo Daniel Lenihan Justice for None (2004) e Escape from Andersonville: A Novel of the Civil War (2008). Con Payback at Morning Peak: A Novel of American West (2011) inizia a scrivere da solo, e lo fa con un western. Mentre con Pursuit (2013) si dedicata a una detective story e a un cold-case da svelare. In questo pugno di titoli, come si può intuire, la Storia è sempre presente. Se non come assoluta protagonista, lo è almeno come teatro esistenziale ed ossessione umana. Ossessione per la Storia, per ciò che è stato e per come poteva essere; ossessione per le proprie radici, per gli sbagli e per le fortune; l’ossessione per l’identità, tanto cara al cinema e alla letteratura americana.
Cosa ne sarebbe oggi di Gene Hackman? Con il furoreggiare delle serie televisive e del loro alto tasso di qualità avrebbe potuto rinnovarsi come protagonista di qualche serie di culto, magari al posto di Anthony Hopkins in Westworld (2016-in corso) o di Brian Cox nel segmento western della terza stagione di Penny Dreadful (2014-2016). Oppure tornare sul grande schermo nel rinnovato filone dei nonnetti scatenati come è stato fatto per Red (2010), Last Vegas (2013), Grudge Match (2013), Dirty Grandpa (2016) o Going in Style (2017) – dove tra l’altro si ripetono i nomi di Morgan Freeman e Robert De Niro. Magari lo preferiremmo carognesco, cattivissimo o die hard in qualche revenge movie tipo Harry Brown (2009) con Michael Caine o come patriarca rude e scontroso con un passato da dimenticare come l’amico Robert Duvall in The Judge (2014) o in Wild Horses (2015). O perché no?, vederlo vestire anche lui i panni di un altro Walt Kowalski, ruolo definitivo di Clint Eastwood in Gran Torino (2008).
Certo, cosa potrebbe fare oggi un uomo di 87 anni? I ruoli sicuramente non mancherebbero dato l’aumento dell’aspettativa di vita, del numero sempre maggiore di anziani e anche del sempre maggiore numero di film a loro dedicati - dalla commedia, al dramma, all'erotico. Ma se pensiamo alle esigenze fisiche, fisiologiche e anche mentali, forse non dobbiamo più chiedergli nulla. Se proprio vogliamo, mettiamo su un suo vecchio film, anche due o tre, oppure, per chi ha la fortuna di cavarsela con l’inglese, forse leggere i suoi ultimi romanzi è l’unico modo per immaginarlo di nuovo in scena, in tutta la sua inimitabile e insuperabile grandezza.
Buon compleanno, Gene.
LINK CORRELATI:
Gene Hackman: The Very Badass Villain.
//www.filmtv.it/post/32549/gene-hackman-the-very-best-badass-villain
Gene Hackman. Il grande attore americano.
//www.filmtv.it/post/30888/gene-hackman-il-grande-attore-americano
Svisceramenti.
//www.filmtv.it/post/30760/svisceramenti
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