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Roma 2014: Giorno 5
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Per Alan Smithee arriva il momento dei saluti e di lasciare Roma ma non prima di averci raccontato quali sono state le (tante) visioni del suo ultimo giorno capitolino, a cominciare da I milionari di Alessandro Piva («Piva procede con piglio in un racconto secco e ben orchestrato, magari tutt'altro che nuovo e magari meno affascinante e pittoresco del cupo e già citato collega contemporaneo Anime nere ancora in sala dopo gli entusiasmi veneziani. Francesco Sanna offre una interpretazione molto fisica, nervosa e convincente, e la coppia completata da una credibile ed opulenta, ma anche sexy Valentina Lodovini, funziona ed appare attraente, ma pure credibile») per seguire con Lucifer di Gust Van Der Berghe («Girato quasi interamente con uno schermo ridotto ad un cerchio, che ovalizza le immagini sui contorni e in qualche modo rende l'idea di una vicenda corale che riguarda l'intero globo, pur partendo dal luogo più remoto e nascosto del mondo, il film eccentrico e spigoloso del giovane controverso regista belga, apre la via ad un percorso complesso e difficile che disorienta e lascia interdetti») ed Eden di Mia Hansen-Løve («un'opera che andrebbe vista in una sala sgombrata di poltrone: tutti in piedi a ballare i ritmi coinvolgenti anni '90 di quel genere ibrido dance-elettronico nota anche come “Garage”. Nonostante la stanchezza del sesto film affrontato pressoché ininterrottamente, il ritmo dance della splendida (almeno per me) colonna sonora invita a tenere il tempo, crea entusiasmo anche quando il film affronta vicende un pò cupe che contraddistinguono un ventennio di vita del nostro protagonista»).

Pazuzu invece si è fiondato sul brasiliano Obra di Gregorio Graziosi («un thriller dei sensi e dell'anima, un film affascinante, ostico, astratto, dominato dalle atmosfere terse e tetre dettate dalla splendida fotografia in bianco e nero di André Brandão e da un notevole lavoro sul sonoro, con i rumori acidi ed ossessivi di una città divenuta ostile ad assediare il protagonista e ad accompagnare la sua discesa negli inferi dei sensi di colpa e dei rimorsi di coscienza, che esplodono in una sofferenza psicologica che acuisce quella fisica, caratterizzata da un'ernia ereditata anch'essa - con i palazzi e con gli scheletri - dai propri avi») e sul francese - fuori concorso - La prochaine fois je viserai le coeur di Cédric Anger («unitamente ad una direzione attenta, asciutta e rigorosa, La prochaine fois je viserai le cœur si fa valere per la linearità e la pulizia della scrittura (che pecca giusto di qualche lungaggine nella parte iniziale), arricchita da lievi puntate di un'ironia gelida al punto di far accapponare la pelle per il fatto stesso di star sorridendo per le gesta di un individuo mostruoso nella sua apparente normalità: un potenziale vicino di casa quasi simpatico nel suo essere impacciato e bizzarro, il solito insospettabile che dietro la maschera da timido un po' scontroso nasconde pulsioni represse e scatti di incontenibile ferocia»).

 

Oggi, il Festival Internazionale del Film di Roma celebra Marco Risi con la proiezione in prima mondiale del suo nuovo film, Tre tocchi, in programma fuori concorso alle ore 20 presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica. Tre tocchi porta sul grande schermo le storie di sei attori fra passioni e frustrazioni, gioie e delusioni, successi e fallimenti: vite profondamente diverse ma accomunate da due grandi passioni, il calcio e il lavoro. «Sono sei storie che si intrecciano nella comune passione per il calcio. Sei storie di sei attori che lavorano poco. L’obiettivo è vincere un provino che alcuni di loro sono chiamati a fare per un regista importante. Il provino che potrebbe cambiargli la vita… Il pubblico è convinto che il cinema e gli attori in genere appartengano ad una categoria privilegiata, senza rendersi conto di quante frustrazioni, delusioni, amarezze ma anche improvvise rivincite e soddisfazioni questo mestiere comporti. È nato come una scommessa: da sei anni vado a giocare a calcio nella squadra degli attori, allenata dal glorioso Giacomino Losi. La squadra nella quale una volta giocava anche Pasolini… Ogni martedì e sabato ci troviamo su un campaccio di periferia e ogni volta sono racconti allegri e sgangherati di esperienze di vita. Mi incuriosivano questi attori che non lavorano e che il lavoro lo cercano con ogni mezzo, ma anche con orgoglio e dignità. Li ho convocati, e gli ho chiesto di raccontarmi le loro storie. Ne sono uscite 6, le più belle, vere e forti, piene di sentimento e folli, ma tutte con un’energia che tocca il cuore», chiarisce Risi.

 

Tre tocchi (2014): Trailer ufficiale

 

Cinema d’oggi propone, alle ore 19.30 in Sala Petrassi, la prima europea di Sand Dollars di Laura Amelia Guzmán e Israel Cárdenas, un film che racconta le contraddizioni di una “relazione impossibile”, quella fra Noelí, una giovane dominicana che cerca di vivere di “marchette” con i turisti di Las Terrenas, e una sua cliente fissa, una matura donna francese che ha scelto sull’isola il rifugio ideale per trascorrere i suoi ultimi anni: la ragazza vuole andare a vivere a Parigi con l’anziana ma i sentimenti tra le due si fanno più profondi. «Libero adattamento del romanzo di Pancrazi Dollari delle sabbie, Sand Dollars crea una particolare atmosfera nel ritrarre il mondo intimo di Anne e Noeli, descrivendo una relazione impossibile fatta di solitudine e preoccupazioni reciproche. Anne è un'immigrata che ha scelto il percorso opposto a quello di tanti domenicani, che partono per cercar lavoro: lei ha lasciato la Francia per approdare sull'isola in cerca di piacere, di relax e di oblio. Noeli, invece, è una giovane che in maniera sconsiderata si prostituisce da tanto tempo e che sogna di andar via per avere un futuro migliore in Europa. Dal loro legame emergono temi e dilemmi legati al dover pagare qualcuno per avere compagnia, al dover pagare per risolvere i problemi, al desiderio di appartenere o di sentirsi utili e d'aiuto, all'impotenza di non sapere come o cosa fare per non sentirsi più un outsider, e alla voglia di associare a un luogo lontano un'illusione di vita migliore», raccontano i due giovani registi.

 

Geraldine Chaplin, Yanet Mojica

Sand Dollars (2014): Geraldine Chaplin, Yanet Mojica

 

Alle 22:30 in Sala Sinopoli per la sezione Mondo Genere è la volta di Tusk di Kevin Smith, la storia di Wallace, che parte per intervistare un adolescente che si è tagliato una gamba giocando con una spada. Quando scopre che il ragazzo è morto, entra in contatto con un ex viaggiatore costretto su una sedia a rotelle, che lo incanta con le sue avventure. Mentre lo ascolta, Wallace beve uno strano intruglio e sviene all’improvviso; si risveglia, disorientato, su una sedia a rotelle e con una coperta sulle gambe.

La linea di programma Prospettive Italia presenta alle ore 17 in Sala Petrassi Roma Termini, primo lungometraggio di Bartolomeo Pampaloni, regista fiorentino che porta in scena il micro mondo che abita la stazione di Roma Termini, la seconda più grande d’europa: non un punto di passaggio ma un luogo di vita, dove cercare da mangiare, ripararsi, chiedere l’elemosina, barattare, nascondersi e dormire; senza troupe e senza sceneggiatura, l’autore mostra l’anima più profonda e meno conosciuta degli “invisibili” che vivono questa immensa anonima abitazione.

 

Tra le altre visioni, MaXXi proietta Non so perché ti odio, documentario di Filippo Soldi sulla violenza omofoba, raccontata dalla voce di chi l’ha subita e di chi, invece, l’ha praticata o la giustifica: un viaggio alle radici dell’odio che è anche l'occasione per parlare di cyber-bullismo e hate speech. Alice, invece, offre alle ore 11, in Sala Sinopoli, Song of the Sea di Tomm Moore, e alle 17 Guardiani della galassia di James Gunn. Il nostro Alan Smithee ha già visto Song of the Sea descrivendolo come «un affascinante favola a cartoni animati dalle suggestive atmosfere nordiche, dal disegno stilizzato e un po' rigido che tuttavia appassiona e cattura grandi e piccini attorno ad una natura selvaggia ed incontaminata di un paradiso naturale da sogno».

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