Regia di Gust Van Den Berghe vedi scheda film
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - CINEMA D'OGGI
Il controverso LUCIFER, del belga Gust Van Der Berghe, è ambientato in un messico rurale anch'esso senza tempo come il texas posticcio del film precedente.
Il diavolo compare sulla Terra sotto le mentite spoglie di angelo dal viso sinistramente caprino e asimmetrico, e insidia una famiglia composta da una anziana donna di nome Lupita, sua nipote, e il fratello della prima che si finge disabile per far lavorare le due donne, che allevano un piccolo gregge di pecore traendone il minimo sostentamento, e quindi farsi servire come un vigliacco.
Il demonio semina zizania costringendo il vecchio a camminare per far credere ad un miracolo, mentre la sorella anziana perde la fede che la sorreggeva e la nipote, sedotta dal maligno, resta sedotta, incinta e ovviamente abbandonata.
Girato quasi interamente con uno schermo ridotto ad un cerchio, che ovalizza le immagini sui contorni e in qualche modo rende l'idea di una vicenda corale che riguarda l'intero globo, pur partendo dal luogo più remoto e nascosto del mondo, il film eccentrico e spigoloso del giovane controverso regista belga, apre la via ad un percorso complesso e difficile che disorienta e lascia interdetti.
La pellicola, che si preannuncia ispirata alle tematiche dantesche della colpa e della espiazione, dei tre regni eterni a cui venir destinati, ricorda un po' le tematiche dei grandi misteri e dogmi delle prime pellicole di Reygadas, ed è stata accolta con un certo distacco da una platea piuttosto scettica e disorientata; inoltre è suddivisa in tre atti, Paradico, Peccato e Miracolo, sempre con un preciso riferimento anche strutturale alla opera trina dantesca: capitoli che sono a tutti gli effetti le fasi diaboliche, mascherate per divine, di una macchinazione malvagia ai danni di una umanità in buona fede ma credulona e facilmente soggiogabile, sempre pronta a sperare in un riscatto, anche a costo di trovarsi più condannata e compromessa di come lo era prima dell'avvento del sedicente nuovo messia.
Tenuto conto che il premo quest'anno lo attribuisce il pubblico (e qui non faccio commenti che è meglio), posso anticipare con una certa disinvoltura che il singolare film non otterrà alcun riconoscimento.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta