Monsters & Co. non presenta sottotesti adulti ma gode di una geniale sensibilità. Assieme ad Inside Out (2015), mi piace definire questa come l'opera più "pedagogica" della Pixar. Il film diretto nel 2001 da Pete Docter, Lee Unkrich (Toy Story 3) e David Silverman (Simpsons - Il Film) esprime la sublimazione artistica di tanti dei cliché che accompagnano l'infanzia (la paura del buio, il mostro sotto il letto), i quali nel lungometraggio vengono rappresentati come l'alterazione di tutta la realtà fantasmatica - e delle teorie psicoanalitiche ad essa associata - che viene da sempre normale immaginarsi. Qui, infatti, sono soprattutto i mostri che sono terrorizzati a morte dai bambini. Oltre a questo, dagli spaventi che i mostri riescono a guadagnare con fatica, cercando di non essere toccati dai fanciulli per non finire contaminati, viene prodotta l'energia con cui l'intero mondo alternativo può continuare ad esistere in pace e tranquillità. Un mondo che ovviamente è governato prima di tutto dal denaro, in cui i potenti si arricchiscono senza scrupoli e l'arrivismo porta certi individui a diventare ostili e senza un briciolo di dignità.
Il primo lungometraggio co-diretto da Docter è una commedia spassosa con retroscena dolceamari confronto la realtà (quella vera) che vuole analizzare. Come tanti film Pixar, Monsters & Co. è sì un film acuto e interessante grazie ad una sceneggiatura magistrale nella scrittura dei dialoghi e a dei personaggi che sono tutti, dai protagonisti ai personaggi di contorno, caratterizzati in maniera sublime, ma è anche portavoce di una critica sociale diretta e molto ben contestualizzata. Dopo Toy Story (1995), Monsters & Co. mette in scena un'altra fantasia infantile distorta dagli autori della Pixar per inserirla in un quadro concettuale più riflessivo, non per forza per adulti, bensì comunque a perfetta misura di bambino.
Voto : ****
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