Un bel gruppo di "Non Profeti in Patria", si direbbe. C'è Samuel Fuller, che si ritrova fianco a fianco con Jean-Luc Godard dopo i loro trascorsi agli albori della Nouvelle Vague (e la lista di Fuller ne porta ancora tracce riconoscenti). Qualche anno dopo le coincidenze della vita portarono a Parigi anche l'architetto israeliano Amos Gitai, che alla ricerca di insegnati privati di cinema trovò tra gli altri proprio Fuller e ne diventò amico. Strano e proficuo il percorso dell'esule Terry Gilliam, nato in California a un passo da Hollywood ma destinato fortunatamente a trovare casa nel manicomio britannico dei Monty Python. La formazione da disegnatore di Gilliam si riflette in una lista davvero speciale che in parte ripercorre alcune tappe fondamentali dell'animazione "d'arte", folle e d'avanguardia. Gli anni più recenti vedono sempre la Francia nel ruolo di mecca della cinefilia per l'austero austriaco Haneke e in un certo qual modo per l'americano James Gray, che in patria stenta ad entusiasmare mentre lontano dalla terra delle opportunità riscuote stima, apprezzamenti e un leone d'argento a Venezia '94. Oramai è una costante: nuovo acquisto per la squadra dei narcisi che votano per le proprie opere. Dopo Buñuel, Fellini e Ford, ecco Hathaway, che oltretutto ci consiglia ben 2 film perduti con quella simpatica aria da "non sapete cosa vi siete persi per sempre". Del resto era un regista felice di aver fama di bastardo. Giusto il tempo di segnalare la scelta coraggiosa di Gondry che cita ROBOCOP tra i suoi film preferiti e poi basta, vi lascio.
Il menù del giorno:
William Friedkin (IL BRACCIO VIOLENTO DELLA LEGGE; L'ESORCISTA),
Samuel Fuller (IL CORRIDOIO DELLA PAURA; QUARANTA PISTOLE),
Terry Gilliam (BRAZIL; L'ESERCITO DELLE 12 SCIMMIE),
Amos Gitai (KADOSH; KIPPUR),
Jean-Luc Godard (IL DISPREZZO; FINO ALL'ULTIMO RESPIRO),
Michel Gondry (ETERNAL SUNSHINE OF A SPOTLESS MIND; BE KIND REWIND),
James Gray (I PADRONI DELLA NOTTE; TWO LOVERS),
Peter Greenaway (I MISTERI DEL GIARDINO DI COMPTON HOUSE; IL CUOCO, IL LADRO, SUA MOGLIE E L'AMANTE),
"Un lavoro del primo Resnais. Dura solo mezz'ora, ma non ho mai visto alcun film di qualunque durata con questo grado di risonanza emotiva. Trascende la forma del documentario. (...) Le lunghe carrellate a colori dei campi dell'eccidio di Auschwitz e Majdanek, a soli dieci anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, sono inframmezzate da terribili immagini in bianco e nero di pile di cadaveri, stanze piene di capelli di donne ed effetti personali. Per tutto il tempo si sente un'asciutta, spassionata narrazione scritta da Jean Cayrol, un sopravvissuto ai campi. NOTTE E NEBBIA è uno dei primi film sulla memoria di Resnais e indica la strada al suo successivo capolavoro HIROSHIMA MON AMOUR." ~ William Friedkin
"Una caccia all'uomo dura ed energetica dal Giappone dei tardi anni settanta, basata su una storia vera, con un'interpretazione potente di Ken Ogata nei panni di un truffatore e serial killer esternamente affascinante. Differisce dallo stile formale del grande regista giapponese Ozu, di cui Imamura fu assistente. Quando Imamura cominciò a dirigere, voleva fare film il più possibile diversi da quelli di Ozu, e LA VENDETTA È MIA ne è il miglior esempio. Il regista lascia ogni giudizio dei suoi personaggi allo spettatore, e il film è sia operistico che contemporaneo. Fotografato splendidamente, è a volte surreale e altre volte funziona come un documentario, cosa che alcuni spettatori hanno trovato poco chiara, specialmente per ciò che riguarda la fratturazione della linea temporale di Imamura." ~ William Friedkin
Con Alain Delon, Nathalie Delon, François Périer, Cathy Rosier, Catherine Jourdan
consigliato da WILLIAM FRIEDKIN
"Il film gangster esistenziale per eccellenza. Ipnotico, dettagliato, ritualistico, ha influenzato film come THE KILLER di John Woo e il più recente DRIVE. Alain Delon fornisce la sua performance più memorabile nella parte di un assassino glaciale al di sopra di preoccupazioni banali come la coscienza morale. Per quanto violento nel soggetto, il film di Jean-Pierre Melville è anche calmo, illuminato meticolosamente, e strutturato in maniera classica. Opera in una sorta di stato onirico. È il contrario dello stile emotivo febbrile della maggior parte dei film gangster. Le pause e i silenzi aiutano a farne l'equivalente visivo di un dialogo di Harold Pinter. Questo è il mio film di Melville preferito." ~ William Friedkin
Con Cristina Marsillach, Urbano Barberini, Daria Nicolodi, Ian Charleson, Barbara Cupisti
consigliato da WILLIAM FRIEDKIN
"Per me il più interessante regista di horror è Dario Argento. Quando l'ho conosciuto ero così emozionato... (...) Amo tantissimo QUATTRO MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO, L'UCCELLO DALLE PIUME DI CRISTALLO, SUSPIRIA, PROFONDO ROSSO. I suoi film sono così lirici, e uno che proprio adoro è OPERA, è grande, fanculo i critici, hanno torto, non è roba per i recensori, è il tuo stomaco che recensisce i film!" ~ William Friedkin
Con Lothaire Bluteau, Catherine Wilkening, Johanne-Marie Tremblay, Rémy Girard
In streaming su Spamflix
consigliato da WILLIAM FRIEDKIN
LISTACOMPLETA di FRIEDKIN
TOP TEN (Fonte: Sight&Sound 1992)
- 8½ (Fellini)
- Eva contro Eva (Mankiewicz)
- Blow up (Antonioni)
- Quarto potere (Welles)
- Jesus of Montreal (Arcand)
- Ultimo tango a Parigi (Bertolucci)
- Orizzonti di gloria (Kubrick)
- Il tesoro della Sierra Madre (Huston)
- 2001: Odissea nello spazio (Kubrick)
- Cantando sotto la pioggia (Kelly/Donen)
ALTRI PREFERITI (Fonti: Criterion.com, IMDb, William Friedkin [ed. il Castoro cinema], lacinetek.com)
- Scarpette rosse (Powell & Pressburger) - Ordet (Dreyer) - Diabolique (Clouzot) - Frank Costello faccia d'angelo (Melville) - La vendetta è mia (Imamura) - Bella di giorno (Buñuel) - Profondo rosso (Argento) - Opera (Argento) - Onibaba (Kaneto Shindô) - Zeta — l'orgia del potere (Costa-Gavras) - Vagone letto per assassini (Costa–Gavras) - Rosemary's baby (Polanski) - Repulsion (Polanski) - Alien (Scott) - Blade runner (Scott) - Blood simple (fratelli Coen) - Bullitt (Yates) - Un americano a Parigi (Minnelli) - Spettacolo di varietà (Minnelli) - Fino all'ultimo respiro (Godard) - La donna che visse due volte (Hitchcock) - Psyco (Hitchcock) - Crimini e misfatti (Allen) - La morte corre sul fiume (Laughton) - L'anno scorso a Marienbad (Resnais) - Notte e nebbia (Resnais) - Amarcord (Fellini) - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Petri) - Perché un assassinio (Pakula) - Va' e uccidi (Frankenheimer) - I soliti ignoti (Monicelli) - La fiamma del peccato (Wilder) - Orfeo negro (M. Camus) - Il carretto fantasma (Sjöström) - Rififi (Dassin) - Il Vangelo secondo Matteo (Pasolini) - Una donna e una canaglia (Lelouch) - La furia umana (Walsh) - Boomerang – L'arma che uccide (Kazan) - Il servo (Losey) - Aurora (Murnau) - Il verdetto (Lumet) - Un uomo tranquillo (Ford) - Il clan dei siciliani (Verneuil) - Non voglio morire (Wise) - Il sorpasso (Risi) - Il palloncino rosso (Lamorisse) - Darling (Schlesinger) - Point Break (Bigelow) - The Killer (Woo) - Le mani sulla città (Rosi) - Germania anno zero (Rossellini) - Breve incontro (Lean) - Il generale — Come vinsi la guerra (Buster Keaton) - Il tagliagole (Chabrol) - Il sesto senso (M. Night Shyamalan)
"Il giorno dopo aver vinto l'Oscar è stata l'unica volta in assoluto che sono andato da uno psichiatra. Ero profondamente infelice, gli dissi che avevo vinto un Oscar e non pensavo di meritarlo." ~ William Friedkin
"La maggior parte dei miei film, quando li rivedo, li rifarei completamente da capo e in alcuni casi, butterei tutto nel cesso. Non vale per IL SALARIO DELLA PAURA. Posso ancora guardarlo con piacere." ~ William Friedkin
Su BELLA DI GIORNO: "Un thriller avvolto in un enigma, questo è il mio film da isola deserta, quello che ho visto più di qualsiasi altro. La psicologia dei personaggi è rivelata lentamente e in maniera ambigua. Ogni volta che vedo la sedia a rotelle (la fantasia del marito) e sento il suono delle campanelle della carrozza (quella della moglie), e il modo in cui i due raggiungono l'armonia nella scena finale, mi rammento dell'abilità di Buñuel di fondere insieme realtà e illusione nei suoi personaggi e per gli spettatori. (...) BELLA DI GIORNO è realmente sovversivo nel suo dipingere in modo satirico la classe media, la chiesa, e i nostri costumi sociali." ~ William Friedkin
Su DIABOLIQUE: "La penultima scena mi fece lo stesso effetto di PSYCO. Anche se per me non ha più sorprese, lo guardo per il suo dominio della suspense e le performance degli attori. Ma confesso che la scena di nove minuti senza parole dove Vera Clouzot sente i rumori dalla sua stanza da letto, va in fondo al corridoio a controllare, e viene letteralmente spaventata a morte, ancora mi prende. Non c'è dubbio che ho pensato a com'è sta girata e ritmata quando ho mandato Ellen Burstyn su nell'attico ne L'ESORCISTA. Nessuna nudità, nè sesso, nè violenza, solo pura suspense che cresce lentamente fino al terrore. " ~ William Friedkin
Su L'ANNO SCORSO A MARIENBAD: "Questo ha veramente sconvolto i filmmakers della mia generazione prima che cominciassimo a fare i nostri film. Ormai non ci provo più a capirlo; lascio solo che mi prenda. La colonna sonora può darmi sui nervi, ma il film in sè è musica visiva." ~ William Friedkin
Con Victor McLaglen, Heather Angel, Preston Foster, Margot Grahame
In streaming su Rai Play
consigliato da SAMUEL FULLER
"Il mio film preferito degli anni formativi era IL TRADITORE di John Ford. È un vero capolavoro. Tra tutti i magnifici registi che ho incontrato a Hollywood prima della Seconda Guerra Mondiale, ho prestato un'attenzione speciale a John Ford. John è stato di grande sostegno nei primi anni quando ne avevo bisogno. Divenne un amico e un mentore. Ford mi invitava sui suoi set e, quando cominciai a dirigere, faceva un salto sui miei. Adoravo il tempo che passavamo assieme. Alcuni critici, in cerca di un'etichetta accattivante, mi hanno chiamato 'il John Ford ebreo'. Era un'affermazione ridicola, anche se capisco che la gente abbia bisogno di punti di riferimento. Ma parliamoci chiaro, di fianco al monumentale Ford, sarei sempre un neofita." ~ Samuel Fuller
Con Celia Johnson, Trevor Howard, Cyril Raymond, Stanley Holloway, Joyce Carey
consigliato da SAMUEL FULLER
"Per me la più grande storia di violenza al mondo non è fisica, non John Wayne che entra in un saloon e spara a dei tizi o li prende a pugni. Ma un uomo sposato e una donna sposata, non sposati tra loro, che stanno per fare qualcosa di scan-da-lo-so e sono imbarzzati! E il terribile sapore emotivo della colpa in quella stanza – entrambi impauriti addirittura di toccare la mano dell'altro! E poi il tizio che presta loro la stanza ritorna, «Scusa, ho dimenticato la mia chiave...» E il momento è spezzato, e l'orrore di tutto questo, e la paura, e la colpa che sale, e l'assassinio della loro passione – questa è vera violenza!" ~ Samuel Fuller
LISTA COMPLETA di FULLER - Il traditore (Ford) - La febbre dell'oro (Chaplin) - La corazzata Potemkin (Eisenstein) - Rashomon (Kurosawa) - Quarto potere (Welles) - Il bandito delle 11 (Godard) - I 400 colpi (Truffaut) - L'ultimo imperatore (Bertolucci) - La dolce vita (Fellini) - Breve incontro (Lean) - Alba fatale (Wellman) Fonti: Time Out (1995) , Toronto Film Review: Sam Fuller on John Ford, IMDb.
"Quando facevo 'sti dannati film, non conoscevo i film noir. Se allora mi aveste chiesto di parlarne, io probabilmente avrei indicato qualcosa come ALBA FATALE, il miglior Western che abbia mai visto e davvero molto nello stile noir. Non mi interessa se è una storia del mistero, un Western, o la storia di Giulio Cesare. Per me sono l'emozione, le menzogne, il doppio gioco che definiscono che genere di dramma è." ~ Samuel Fuller
" Se la tua prima scena non ti dà un'erezione, buttala nella dannata immondizia." ~ Samuel Fuller
“Julie Andrews è bravissima. Il suo film che più mi piace è TEMPO DI GUERRA, TEMPO D'AMORE, con James Garner. È un film magnifico, e lei è grande! Perché qui è veramente sexy, lei è questa rosa inglese, ma come molte donne inglesi, sotto quella fredda, pudica, ordinata esteriorità c'è qualcosa di sexy. Credo che possa avermi convinto ad andare in Inghilterra nel '67. La incontrai davvero una volta. E pensai che fosse una delle donne più sexy che avessi mai incontrato. Sexy interessante. Non come Raquel Welch – è più sottile, perché non è esibito. Ma è là. Per chi è perspicace, è là." ~ Terry Gilliam
Con Fred Mac Murray, Nancy Olson, Keenan Wynn, Paul Lynde
consigliato da TERRY GILLIAM
“Fred MacMurray mi ha sempre fatto ridere nella serie «Flubber». È magnificamente divertente, un grande performer. Lo ricordo ne L'APPARTAMENTO; lui era il viscido. Era così pacato, così affascinante, così sgradevole." ~ Terry Gilliam
♠ TERRY GILLIAM - SPECIALE ANIMAZIONE ♣
Non presenti nel database di FilmTV.it:
THE MASCOT(Starewicz, 1934, Francia, 26 min.) "Il suo lavoro è assolutamente mozzafiato, surreale, inventivo, straordinario e abbraccia tutto quello che Jan Svankmajer, Walerian Borowczyk e i fratelli Quay avrebbero fatto successivamente. Questo è il suo ultimo film, dopo IL RACCONTO DELLA VOLPE del 1930; è tutto lì in quella cosmica zuppa d'animazione. È importante, prima di addentrarvi in tutti questi mondi stravolgi-mente, che ricordiate che era stato tutto fatto anni addietro da qualcuno che la maggior parte di noi oggi ha dimenticato. Qui è dove tutto ha avuto inizio." ~ Terry Gilliam
RED HOT RIDING HOOD(Tex Avery, 1943, USA, 6 min.) "La magia dell'animazione di Tex Avery è il puro apice di tutto. La classica immagine alla Avery è qualcuno con la bocca che si apre e cade ai suoi piedi, gli occhi che schizzano fuori e la lingua che si srotola per circa mezzo miglio: è lo spettacolo più meravigliosamente liberatorio. Qui non c'è esitazione nel suo lavoro, nessuna sensazione che si sta andando troppo lontano. Penso che oggigiorno dovrebbero mettere su dei festival di Tex Avery come antidoto contro il politicamente corretto. C'è anche un infantile senso di immortalità e indistruttibilità nel suo lavoro; la gente viene spiaccicata, frantumata, deformata, etc. e ritorna come prima. In sostanza è come il mito della vita eterna." ~ Terry Gilliam
OUT OF THE INKWELL - BETTY BOOP (Fleischer, 1938, USA, 6 min.) "L'ho visto per la prima volta quando ero un teenager e, in retrospettiva, per me è stato un salto di carriera. Con questo ho scoperto il surrealismo. Hai uno scenario in cui vedi un animatore creare qualcosa che all'improvviso sviluppa una vita fuori dal cartoon. Il personaggio comincia a comunicare con l'animatore, e poi ecco di nuovo Frankenstein, la creazione di un mostro di cui non hai il controllo. Fino alla visione di OUT OF THE INKWELL avevo sempre pensato all'animazione come esistente su un piano, ma qui i fratelli Fleischer ti portano proprio attraverso lo specchio e all'interno del film." ~ Terry Gilliam
BREATH DEATH (Vanderbeek, 1964, USA, 15 min.) "Sono rimasto scioccato nel vedere il lavoro di Stan Vanderbeek di nuovo un paio d'anni fa – specialmente BREATH DEATH, che vidi subito dopo la sua distribuzione originaria (...) – scioccato da quante idee per le mie successive animazioni 'cut-out' ho preso in prestito (per metterla educatamente) da lui – le cime delle teste che vengono via, i piedi che finiscono in bocca, è la stessa roba, l'ho solo (oh, va beh, allora...) rubata — ma non coscientemente, vostro onore." ~ Terry Gilliam
"LES JEUX DES ANGES è stata la mia prima esperienza di animazione che fosse completamente impressionistica. Non mi ha mostrato niente di specifico, solo suono e movimento da cui poter creare un mondo tutto tuo." ~ Terry Gilliam
"Il lavoro in stop-motion di Jan Svankmajer usa oggetti familiari e ordinari in un modo profondamente disturbante. I suoi film mi lasciano sempre con sentimenti contrastanti, ma hanno tutti dei momenti che mi prendono; momenti che evocano lo spettro da incubo di vedere oggetti comuni prendere inaspettatamente vita." ~ Terry Gilliam
"C'è qualcosa d'insolito nell'innamorarsi di Svankmajer e poi scoprire i fratelli Quay – americani che vennero in Europa e in un qualche modo finirono per lavorare in uno stile che sembrava simile all'animazione polacca. Come americano, ho sempre voluto esser sedotto da questa strana, decadente, marciscente idea d'Europa, e i Quay hanno creato quel mondo in una maniera che mi ipnotizza, ma che non comprendo completamente. Forse mi piacciono perché sono finiti più ad est di me." ~ Terry Gilliam
"L'opera di John Lasseter è stata la prima animazione digitale che abbia dato vera vita ai personaggi. Essere capaci di mescolare quel livello di caratterizzazione con la levigata, precisa, pulita qualità della 'computer animation', darle un vero senso di esistenza tridimensionale, tattile e palpabile, è stato come scoprire una consistenza del tutto nuova nell'animazione." ~ Terry Gilliam
LISTA COMPLETA di GILLIAM - Qualsiasi cosa con Jerry Lewis e Dean Martin - Qualsiasi cosa della Disney - Un professore a tutto gas (Stevenson) - Tempo di guerra, tempo d'amore (Hiller) - Scarpette rosse (Powell & Pressburger) - I due volti della vendetta (Brando) - Freaks (Browning) - 8 ½ (Fellini) - Quarto potere (Welles) - Il settimo sigillo (Bergman) - Orizzonti di gloria (Kubrick) - I sette samurai (Kurosawa) - Il Casanova (Fellini) - Nascita di una nazione (Griffith) - L'angelo sterminatore (Buñuel) - Lawrence d'Arabia (Lean) - Napoléon (Gance) - La palla n.13 (Keaton) - Pinocchio (Sharpsteen & Luske) - The Mascot (Starewicz) - Red Hot Riding Hood (Tex Avery) - Out of the Inkwell - Betty Boop (Fleischer) - Breath Death (Vanderbeek) - I giochi degli angeli (Borowczyk) - Dimensions Of Dialogue (Svankmajer) - Street of Crocodiles (S. Quay & T. Quay) - Knick Knack (Lasseter) - South Park—Il film... (Parker & Stone) Fonti: Time Out (1995), Film Comment, Sight & Sound, Indiewire, The Guardian, Gilliamesque by Terry Gilliam.
Rispondendo alla domanda sul film che lo ha ispirato a dirigere: "I SETTE SAMURAI, perché era proprio roba elettrizzante. All'improvviso vedevi come aveva usato la macchina da presa, lo slow motion, i combattimenti che di colpo andavano in slow motion. Ha operato con così tante delle tecniche che tutti poi hanno copiato. Ma sai, crescendo nella "San Fernando valley", con amici i cui genitori lavoravano nel mondo del cinema, volevo entrarci e fare film. Ma non era una questione di dirigere. (...) Io voglio solo realizzare quello che ho in testa. Ho sempre voluto il controllo di quel che facevo e così come disegnatore, ci sono foglio, penna, mano, controllo. Ci ho sbattuto contro in maniera piuttosto strana. È probabile che abbia sempre voluto fare film, visto che ho risparmiato abbastanza soldi quando lavoravo a New York per comprare la mia prima cinepresa Bolex e di solito andavamo fuori nei weekend a riprendere cose. Ma non è che ci fosse questa chiara idea: 'Questo è quello che voglio fare più di ogni altra cosa.' È stato solo alla fine, quando sono arrivati i Python, che l'abbiamo fatto... Voglio dire, quando guardi gente come Scorsese, quelli così, lo so che l'unica cosa che volevano fare era dirigere film... Io non ero così." ~ Terry Gilliam
Su IL SETTIMO SIGILLO: "Mi sconvolse! Perché affrontava problemi come la morte e la ricerca della fede in qualcosa in cui valga la pena di credere — soprattutto visto che Dio si dimostrava elusivo e privo di humor per uno studente di college in una scuola Presbiteriana." ~ Terry Gilliam
"Quando ho visto i film di Pasolini ho pensato di poterli quasi odorare, tanto li percepivo come reali. Pasolini aveva il senso della gente, che raffigurava in mondi veri, esotici, stranieri. I suoi erano film in cui credevo. Anche se ci potevano essere inquadrature fantastiche, con costumi eccezionali, tutto quello su cui mi concentravo era la credibilità assoluta dei suoi mondi. Quando Terry Jones e io abbiamo girato MONTY PYTHON E IL SACRO GRAAL volevamo che assomigliasse ai film di Pasolini. (...) Inoltre erano film sempre molto umani, portavano ogni cosa a livello umano." ~ Terry Gilliam
Con Chhabi Biswas, Kali Sarkar, Tulsi Lahiri, Gangapada Bose
In streaming su Hoichoi
consigliato da AMOS GITAI
"Ray era uno straordinario regista! Era versatile nello scegliere i soggetti dei suoi film. E i suoi film erano molto sofisticati, molto limpidi. Mi sono fatto un'idea dell'India guardandoli." ~ Amos Gitai
LISTA COMPLETA di GITAI - L'argent (Bresson) - Germania anno zero (Rossellini) - Il disprezzo (Godard) - Gli spostati (Huston) - La sala della musica (S. Ray) - Un sogno lungo un giorno (Coppola) - Un uomo tranquillo (Ford) - Salò, o le 120 giornate di Sodoma (Pasolini) - Il corridoio della paura (Fuller) - Il ragazzo selvaggio (Truffaut) Fonti: Sight & Sound
"(Samuel Fuller) partecipò a due dei miei film e diventammo molto amici. In KIPPUR lo ringraziai perché mi aveva sempre spinto a girarlo dopo che gli raccontai la storia. Era una tale esplosione di pensiero indipendente e veramente una gran persona. (...) Nel suo ultimo anno di vita era tornato a vivere a Los Angeles e mi invitò a stare da lui. Restai una settimana a casa sua. Fu grandioso perché in TV davano una retrospettiva dei suoi film. Guardai sei o sette dei suoi film e ogni volta Sam faceva per me il commento sulle circostanze in cui li aveva girati. Perciò fu davvero grandioso. (...) Io non ho mai studiato cinema, ho solo studiato architettura. In quel periodo in cui vivevo a Parigi ho provato a circondarmi di persone che fossero i miei insegnanti privati. Il mio primo direttore della fotografia è stato Henri Alekan che era il direttore della fotografia di Cocteau, Chaplin, Abel Gance, che ha fatto un sacco di film con Marcel Carné, che ha fatto LA BELLA E LA BESTIA di Cocteau. Il mio primo tecnico del suono è stato Antoine Bonfanti che ha fatto 15 film con Godard. Mi hanno veramente insegnato molto." ~ Amos Gitai
Con James Mason, Barbara Rush, Christopher Olsen, Walter Matthau
consigliato da JEAN-LUC GODARD
"Se il cinema non esistesse più, Nicholas Ray dà l'impressione che sarebbe capace di reinventarlo da solo, e perdipiú che vorrebbe farlo." "C'è stato il teatro (Griffith), la poesia (Murnau), la pittura (Rossellini), la danza (Eisenstein), la musica (Renoir). Da qui in avanti c'è il cinema. E il cinema è Nicholas Ray." ~ Jean-Luc Godard
"L'originalità di Rouch risiede nell'aver trasformato in personaggi i suoi attori – che sono attori nel più semplice senso del termine, perché sono filmati in azione, mentre lui si accontenta di filmare quest'azione dopo averla il più possibile organizzata logicamente alla maniera di Rossellini." ~ Jean-Luc Godard
"Rouch non ha usurpato il titolo stampato sul suo biglietto da visita: «Assistente Ricercatore per il Museo dell'Uomo*». Esiste una migliore definizione del film-maker?" ~ Jean-Luc Godard
* Rouch era il Direttore del Sevizio Cinematografico al Museo dell'Uomo, il museo etnologico di Parigi.
Con Bernadette Lafont, Clotilde Joano, Stéphane Audran, Lucile Saint-Simon
consigliato da JEAN-LUC GODARD
"Se una ragazza dice a un ragazzo: "povero idiota, ti detesto", nella vita è qualcosa che fa male. Dunque al cinema deve far male quanto nella vita. È questo che la gente non accetta. È per questo che hanno rifiutato LE DONNE FACILI, che è giusto e vero, ma che a loro faceva impressione. Si trattava davvero di una sala che si guardava allo specchio." ~ Jean-Luc Godard
"In seguito a un certo rumore di stampa e al mito della Nouvelle Vague, ci si ostina a trovare nell'opera di Chabrol un lato esemplare o romantico che non possiede affatto. Come diceva giustamente A. S. Labarthe a proposito di LE DONNE FACILI, ciò che conta, non è il «messaggio», ma lo «sguardo». Ora, per lo sguardo della macchina da presa, donne facili e damerini (si riferisce ai protagonisti di “I BELLIMBUSTI”, film di Chabrol del 1961 - ndt) sono esseri privilegiati, perché eccessivi: le prime peccano per eccesso di naturalezza, che è solo un artificio originario, i secondi per un eccesso di artificio, che è una seconda natura. Per il solo fatto di perseverare nel loro essere, gli esseri ci affascinano e alla fine ci commuovono come tutto ciò che è ingenuo, senza ricorrere ad ammiccamenti inteneriti e a ogni altro pathos felliniano. Mi stupisco che nessuno o quasi si sia felicitato con Chabrol di aver affrontato di petto e di avere portato, senza tremare, alle estreme conseguenze questo tema prediletto dallo schermo – non c'è infatti nessun grande film che non l'abbia fatto proprio. Ma dov'è la “bellezza”? Temo che si abbia del bello un'idea molto sdolcinata e accademica. La caricatura non è forse un genere riconosciuto? Caricatura presente in questo film, come nel precedente, e caricatura eccellente. Voglio dire che non nasce affatto da un tic di scrittura, ma da una visione che è comprensione stessa delle cose. Potrò così dire che l'arte di Chabrol è la più «metafisica» tra quelle di tutti i nostri giovani cineasti? Perché no, se è vero che trae le sue bellezze non tanto dall'ornamento dei temi quanto dalla scoperta delle «idee»." ~ Eric Rohmer (Cahiers du Cinéma, luglio 1961)
Con Maj-Britt Nilsson, Birger Malmsten, Alf Kjellin, Georg Funkqvist
consigliato da JEAN-LUC GODARD
"Ci sono cinque o sei film nella storia del cinema che si vorrebbe recensire semplicemente dicendo: 'È il più bello dei film.' Perché non può esserci lode più grande. Perché dire di più, in effetti, di TABÙ, VIAGGIO IN ITALIA o LA CARROZZA D'ORO? Come la stella marina che si apre e si chiude, questi possono rivelare o nascondere il segreto di un mondo di cui sono i soli depositari e anche l'affascinante riflesso. La verità è la loro verità. La celano nelle loro profondità eppure con ogni inquadratura lo schermo si strappa per spargerla al vento. Dire di loro 'È il più bello dei film', è dire tutto. (...) Cinque o sei film, ho detto, + 1 , perché UN'ESTATE D'AMORE è il più bello dei film."; "Nel preciso istante. Bergman, in effetti, è il film-maker dell'istante. Ognuno dei suoi film nasce dalla riflessione del protagonista sul momento presente, e approfondisce quella riflessione per mezzo di una sorta di dislocazione temporale – piuttosto alla Proust ma in modo piu potente, come se Proust fosse moltiplicato sia per Joyce che per Rousseau – per diventare una meditazione vasta, senza limiti sull'istantaneo. Un film di Bergman è il mondo tra due battiti di palpebre, la tristezza tra due battiti del cuore, la gioia tra due singoli applausi." ~ Jean-Luc Godard
I BELLIMBUSTI / PARIGI DI NOTTE (Chabrol, 1961, Francia) Roland è un giovane ricco ozioso che un giorno parcheggia la sua auto davanti al café Le Flore. Una banda di ragazzi comandata da Arthur, giovane borghese, sposta la sua macchina di peso per metterci la loro. Quando torna, Roland è umiliato dallo scherno degli ospiti del locale e comincia ad elaborare la sua vendetta sotto forma di un gioco sadico. Ambroisine, volubile in amore, ne sarà lo strumento: Arthur cadrà follemente innamorato di lei, ma Roland sarà il direttore d'orchestra non sempre occulto di questa relazione. ~ (da Wikipedia)
THE ENCHANTED DESNA (Solntseva/Dovzhenko, 1964, Unione Sovietica) Alexandr Dovzhenko muore a 62 anni, nel 1956, colpito da un attacco di cuore proprio la notte prima di tornare a girare un film dopo quasi un decennio. Il progetto a lungo pianificato di una trilogia ucraina viene allora ereditato dalla sua vedova, Yulia Solntseva, che sulla scorta dei dettagliati scritti lasciati dal marito riuscirà a portare sullo schermo i tre film previsti. THE ENCHANTED DESNA, terzo capitolo della trilogia, racconta dell'infanzia di Dovzhenko e delle difficili condizioni della vita rurale. Come nelle sue migliori pellicole spesso diventa impossibile distinguere la realtà dalla fantasia, o l'epica panteistica da una sorta di musica sognata per immagini – una danza intrecciata da natura, famiglia, e altri riferimenti locali in perpetua, misteriosa collaborazione. ~ (Jonathan Rosenbaum et al. ); "THE ENCHANTED DESNA è uno dei film che mi hanno più entusiasmato recentemente. È uno di quei film di cui non so cosa dire dal punto di vista critico, che mi danno la sensazione di avere molto da imparare. È un film che mi trapassa, mentre con altri posso capire cosa prendere e cosa lasciare. Dico, 'è grandioso', ma io non saprei mai farlo." ~ Jean-Luc Godard
LISTA COMPLETA di GODARD - Scarface (Hawks) - Il grande dittatore (Chaplin) - La donna che visse due volte (Hitchcock) - Sentieri selvaggi (Ford) - Cantando sotto la pioggia (Kelly-Donen) - La signora di Shanghai (Welles) - Dietro lo specchio (N. Ray) - Seduzione mortale (Preminger) - Il testamento del mostro (Renoir) - Vogliamo vivere! (Lubitsch) - Disonorata (von Sternberg) - Il piacere (Ophüls) - La Pyramide humaine (Rouch) - Il testamento d'Orfeo (Cocteau) - Pickpocket (Bresson) - I bellimbusti (Chabrol) - Tabù (Murnau) - Viaggio in Italia (Rossellini) - La carrozza d'oro (Renoir) - Un'estate d'amore (Bergman) - Au hasard Balthazar (Bresson) - Rapporto confidenziale (Welles) - Vittoria amara (N. Ray) - Un americano tranquillo (Mankiewicz) - Le donne facili (Chabrol) - Cavalcarono insieme (Ford) - Hatari! (Hawks) - Il processo di Giovanna d'Arco (Bresson) - I Fidanzati (Ermanno Olmi) - The Enchanted Desna ( Solntseva/Dovzhenko) - I racconti della luna pallida d'agosto (Mizoguchi) Fonti: Cahiers du Cinéma (1956-1965), listal.com, Godard on Godard, IMDb.
"Bresson è per il cinema francese quello che Mozart è per la musica tedesca e Dostoevskij per la letteratura russa."; "Chiunque vedrà AU HASARD BALTHAZAR rimarrà sbalordito...perché questo film è veramente il mondo in un'ora e mezza." ~ Jean-Luc Godard
"I RACCONTI DELLA LUNA PALLIDA D'AGOSTO è il capolavoro di Kenji Mizoguchi, e lo pone allo stesso livello di Griffith, Eisenstein, e Renoir."; "Se la poesia è manifesta in ogni secondo, ogni ripresa di Mizoguchi è poesia. Perché, come con Murnau, è il riflesso istintivo della nobiltà creativa del filmmaker. Come il regista di AURORA, Mizoguchi è capace di descrivere un'avventura che è al tempo stesso una cosmogonia."; "Efficacia e sobrietà sono le caratteristiche dei grandi filmmakers. E Kenji Mizoguchi non tradisce questa regola" "Non può esserci dubbio che ogni paragone tra Mizoguchi e Kurosawa si risolva a vantaggio del primo. Unico tra i registi giapponesi a noi noti, lui va oltre la fase seduttiva ma inferiore dell'esotismo fino a un livello più profondo in cui non ci si deve più preoccupare del falso prestigio." ~ Jean-Luc Godard
"Per cinque anni, a mio parere, Alfred Hitchcock è veramente stato il padrone dell'universo. Più di Hitler, più di Napoleone. Aveva un controllo del pubblico che nessun altro aveva. Perché Hitchcock era un poeta. Il pubblico era sotto il controllo della poesia. E Hitchcock era un poeta su un livello universale, non come Rilke. È stato l'unico poeta maledetto ad avere un enorme successo. (...) E qualcosa di veramente stupefacente con Hitchcock è che tu non ricordi qual'è la storia di NOTORIOUS. Cosa ricordi? Bottiglie di vino. Non ricordi Ingrid Bergman. Quando ricordi Griffith o Welles o Eisenstein o me, non ricordi oggetti comuni. Lui è l'unico." ~ Jean-Luc Godard
Con Colin Welland, David Bradley, Lynne Perrie, Freddie Fletcher, Brian Glover, Bob Bowes
consigliato da MICHEL GONDRY
"KES tratta di un bambino che vive in una parte dell'Inghilterra molto dura e povera e non ha un futuro. Sembra non interessarsi a nulla di quello che studia ma poi un giorno l'insegnante chiede alla classe di scrivere di qualcosa che amano nella vita. Lui ha questo uccello che ha trovato, un gheppio, e sta cominciando ad addestrarlo. All'improvviso questo ragazzino timido s'illumina e racconta una storia che è completamente superiore alle storie di tutti gli altri. L'insegnante comincia a fargli visita e dimostra quanto è importante dare alle persone l'opportunità di parlare di qualcosa che amano, o puoi perderle completamente o non arrivare mai a conoscerle. È una storia magnifica. Amo davvero molto Ken Loach, il suo tipo di cinema non esiste veramente in Francia, la maggior parte dei film in Francia sono soprattutto sulla borghesia." ~ Michel Gondry
"Questo film l'ho visto di recente, un film giapponese su due bambini che vengono scambiati alla nascita ma provano a correggere la situazione. È complicato dal momento che la sorte di un bambino può essere migliore di quella dell'altro con la nuova famiglia, ma in compenso l'altro può avere una specie di esperienza..." ~ Michel Gondry
Con Claude Rich, Olga Georges-Picot, Anouk Ferjac, Van Doude
consigliato da MICHEL GONDRY
"JE T'AIME, JE T'AIME è una specie di film fantascientifico/sperimentale dove un tizio torna indietro nel tempo e rivive un'ora del suo passato e l'esperimento va male così continua a tornare indietro allo stesso momento senza poterne uscire. È surreale." ~ Michel Gondry
+ Non presente nel database di FilmTV.it:
MES PETITES AMOUREUSES (Eustache, 1974, Francia) Daniel vive con sua nonna a Pessac, fuori Bordeaux, condividendo con gli amici un'infanzia ingenua ed allegra. Dopo un anno di scuola secodaria, Daniel deve andare a Narbonne a stare con la madre, che fa la sarta e convive in un piccolo appartamento col suo amante José, un bracciante agricolo sposato originario della Spagna. Daniel vorrebbe continuare a studiare. Tuttavia sua madre non può permetterselo e lo manda invece a lavorare come apprendista in un'officina che ripara motorini. Daniel apprende cose nuove sulle ragazze osservando gli altri al cinema, per strada, e dai consigli degli altri ragazzi di città. L'anno dopo, quando fa visita a sua nonna, è un ragazzo molto più maturo dei suoi vecchi amici. ~ (Wikipedia)
"È su un quattordicenne che viene obbligato a vivere con la nonna siccome sua madre non è ricca abbastanza, va in città ma fa fatica a trovarsi una ragazza. Il film è così puro, sincero e toccante. L'ho visto in VHS e volevo interromperlo perché aveva un'andatura molto lenta ed era un po' scarno, ma qualcosa mi ha fermato e ha finito per essere come un vecchio amico. L'ho rivisto più e più volte ed è diventato forse il mio primo film preferito." ~ Michel Gondry
"Quando frequentavo la scuola di cinema mi ero avvicinato al lavoro di Jean Eustache. A quel tempo il Film Museum di Vienna organizzò una retrospettiva delle sue opere che m'interessò molto. Non tanto, in realtà, LA MAMAN ET LA PUTAIN, ma piuttosto i suoi film documentari. Avevo in mente un concetto formale per THE PROM che credo di aver derivato da Eustache, o quanto meno da lui ho tratto l'ispirazione. Decisi che avrei avuto sette diversi modi di filmare lo spazio nella sala da ballo. Avrei posto la cinepresa in sette luoghi specifici e girato solo da ognuno di quelli. Quindi sistemavo la cinepresa nella prima posizione e cominciavo a filmare qualsiasi cosa succedesse di fronte alla camera. Comunque il concetto, ovviamente, non funzionò affatto. Lo dovetti abbandonare." ~ Ulrich Seidl
LISTA COMPLETA di GONDRY - Tempi moderni (Chaplin) - Diario di un curato di campagna (Bresson) - Father and son (Kore-eda) - Mes petites amoureuses (Eustache) - Je t'aime je t'aime—Anatomia di un suicidio (Resnais) - Ricomincio da capo (Ramis) - L'Atalante (Vigo) - Kes (Loach) - Il fantasma della libertà (Buñuel) - Robocop (Verhoeven) - Ritorno al futuro (Zemeckis) - Il mago di Oz (Fleming) - Cantando sotto la pioggia (Kelly, Donen) Fonti: Flavorwire, dazeddigital.com
Su IL MAGO DI OZ e CANTANDO SOTTO LA PIOGGA: "Tutti quei musicals di quest'epoca veramente ricca per la regia, o come la coreografia di Busby Berkely – tutto questo ha avuto una grande influenza su di me – in generale e nello specifico per MOON INDIGO." ~ Michel Gondry
Su TEMPI MODERNI: "Specialmente la scena in cui il protagonista lavora in fabbrica e viene risucchiato nella macchina, riassume davvero come io vedo il mondo dei meccanismi e della magia allo stesso tempo." ~ Michel Gondry
Su IL FANTASMA DELLA LIBERTÀ: "Ogni scena ha un elemento della successiva così si segue un filo inatteso. Tute le volte che guardo questo film, non posso smettere fino alla fine. Una volta ero in un videonoleggio e lo stavano proiettando e io sono rimasto là in piedi per due ore a guardarlo. Non riuscivo a smettere." ~ Michel Gondry
INTERVISTATORE: "È vero che prima dell'inizio delle riprese di un film ci tiene a far vedere IL CONFORMISTA di Bertolucci alle persone con cui lavorerà?"
JAMES GRAY: "Sì, è un film molto importante per me, perché è quello che affronta nella maniera più chiara questo argomento che ho a cuore: il combattimento quotidiano per trovare il proprio posto in un gruppo, esistere all'interno di un sistema, il desiderio viscerale di farne parte anche se questo sistema è orribile. O altrimenti di affrontarlo, anche se questa opposizione diviene essa stessa una prigione mentale. La costruzione del personaggio di Jean-Louis Trintignant, che fa tutto il possibile per conformarsi al sistema, è rimarchevole, mi ha veramente fatto comprendere la posta in gioco di questa lotta che domina tutti noi."
"Uno dei miei film preferiti di tutti i tempi è PLAYTIME di Jacques Tati. Che mai pensereste, vedendolo, che sembri realistico su qualsiasi piano a meno che non siate pazzi. Ma quello che ha è un'autenticità e un'umanità; non è sintetico. In realtà è su un mondo sintetico, o sul presentare al mondo degli aspetti sintetici, il che è ironico. Ma ha in sé un'umanità brillante. E credo che la tecnologia del cinema a volte sia di ostacolo all'espressione di un'umanità basilare. Il mondo digitale ha portato un altro strato di artificio, che è proprio la cosa che come filmmakers tentiamo sempre di distruggere." ~ James Gray
Con Jenny Agutter, David Gulpilil, Lucien John, John Meillon
consigliato da JAMES GRAY
LISTA COMPLETA di J. GRAY
- Umberto D. (De Sica) - Ladri di biciclette (De Sica) - Il disprezzo (Godard) - Andreï Roublev (Tarkovski) - Luci della città (Chaplin) - Roma città aperta (Rossellini) - Aurora (Murnau) - Au hasard Balthazar (Bresson) - Scene da un matrimonio (Bergman) - Rocco e i suoi fratelli (Visconti) - Il gattopardo (Visconti) - Il Padrino - (Coppola) - Il Padrino: Parte II (Coppola) - Apocalypse Now (Coppola) - Amarcord (Fellini) - La Strada (Fellini) - Otto e mezzo (Fellini) - Le Notti di Cabiria (Fellini) - Soy Cuba (Kalatozov) - Sentieri selvaggi (Ford) - Sfida infernale (Ford) - Quarto potere (Welles) - L'orgoglio degli Amberson (Welles) - Falstaff (Welles) - Il Conformista (Bertolucci) - La fiamma del peccato (Wilder) - La regola del gioco (Renoir) - Il dottor Stranamore... (Kubrick) - 2001 : Odissea nello spazio (Kubrick) - Barry Lyndon (Kubrick) - Accadde una notte (Capra) - I 400 colpi (Truffaut) - La guerra lampo dei fratelli Marx (McCarey) - Metropolis (Lang) - M, il mostro di Düsseldorf (Lang) - La donna che visse due volte (Hitchcock) - Toro scatenano (Scorsese) - Bella di giorno (Buñuel) - Viaggio a Tokyo (Ozu) - Playtime (Tati) - Una moglie (Cassavetes) - L'imperatrice Caterina (von Sternberg) - I sette samurai (Kurosawa) - Ran (Kurosawa) - Gangster story (Penn) - I racconti della luna pallida d'agosto (Mizoguchi) - Ordet (Dreyer) - Dies Irae (Dreyer) - Aguirre, furore di Dio (Herzog) - L'inizio del cammino (Roeg) Fonti: LaCinetek.com, movingimagesource, Money into light, rogerebert.com, laweekly.com
"Il miglior momento nella storia del cinema è quando Kim Novak esce dal bagno in LA DONNA CHE VISSE DUE VOLTE e soddisfa il feticismo di James Stewart. È così geniale perché convalida l'idea che lui ha della perfezione di lei ma è una tragedia per lei più che per lui. L'intera scena è assolutamente splendida perché entrambi i personaggi hanno il loro momento." ~ James Gray
"Posso dire che APOCALYPSE NOW è stato per me un film davvero importante perché avevo dieci o undici anni a quel tempo e non avevo mai visto niente del genere. Avevo solo visto cose come GUERRE STELLARI, LO SQUALO, ROCKY e il remake di KING KONG. L'anno seguente uscì TORO SCATENATO è quella fu la mia introduzione a quella che chiamo cinefilia." ~ James Gray
"Nelle intenzioni i miei primi tre film dovevano dare l'impressione di film italiani degli anni '50. THE YARDS è completamente rubato da ROCCO E I SUOI FRATELLI di Visconti. Allo stesso modo ho rubato da molti altri posti." ~ James Gray
"C'ERA UNA VOLTA A NEW YORK è un completo scippo de LA STRADA, fino all'ultimo terzo, dove il mio film non è così fosco. Anche se adoro LA STRADA, l'idea che volevo seguire era un po' differente – che c'è la possibilità di redenzione e nessuna vita è insignificante... (...) Personalmente non trovo sia un problema rubare a chiunque. Tutti lo fanno. Fellini rubava da Chaplin. Date un'occhiata a quello che fa Giulietta Masina in LE NOTTI DI CABIRIA. È così Chaplin-esco. Quest'idea di un finale perfetto, agrodolce e splendido era qualcosa che Chaplin padroneggiava e divenne il mantra di Fellini." ~ James Gray
Con Delphine Seyrig, Giorgio Albertazzi, Sacha Pitoeff, Françoise Bertin, Luce Garcia-Ville
In streaming su CineAutore Amazon Channel
consigliato da PETER GREENAWAY
INTERVISTATORE: "Molti critici parlano dell'influenza de L'ANNO SCORSO A MARIENBAD di Resnais su I MISTERI DEL GIARDINO DI COMPTON HOUSE, ma non diresti invece di essere più ossessionato dalla rappresentazione, mentre Resnais è più ossessionato dal tempo e dalla memoria?"
GREENAWAY: "Una delle ricchezze di MARIENBAD per me è la sua struttura musicale, anche se è una struttura musicale presa a prestito e si ricollega a cose esterne al film. Ero entusiasta di usare quelle strutture musicali ne I MISTERI DEL GIARDINO DI COMPTON HOUSE e sono sicuro che ci sono, ma il movimento solenne dei personaggi presenta anche un'immobilità all'interno del movimento stesso. Quel genere di dicotomia è anch'essa una caratteristica de I MISTERI... L'uso di Resnais del triangolo principale di individui senza nome invece non trova rappresentazione ne I MISTERI... Ma il generale senso di ambienza e la maniera potente e autoriflessiva con cui è girato sono certamente il tipo di caratteristiche a cui rendo omaggio."
Con Aleksandr Antonov, Mikhail Gomorov, Grigorij Alexandrov
consigliato da PETER GREENAWAY
"Penso di aver visto tutti i primi film di Eisenstein quando avevo circa 17 anni. Ero un frequentatore di cinema molto regolare allora, ma di solito era il cinema inglese e americano, e anche se era divertente non ho mai pensato che fosse molto serio. Poi, dopo aver visto SCIOPERO, tutto cambiò per me. Ecco uno dei primi film ad essere sia molto interessante da guardare che molto serio in un modo che catturava la mia attenzione. Proseguii poi con LA CORAZZATA POTEMKIN e OTTOBRE. Hanno tutti a che fare con i movimenti di massa. Non presentano individualità eroiche come i film di Hollywood." ~ Peter Greenaway
LISTA COMPLETA di GREENAWAY
- L'anno scorso a Marienbad (Resnais)
- Fino all'ultimo respiro (Godard)
- La Notte (Antonioni)
- La regola del gioco (Renoir)
- Il settimo sigillo (Bergman)
- Sciopero (Eisenstein)
- Il trono di sangue (Kurosawa)
- Il Casanova di Federico Fellini (Fellini)
- 8 ½ (Fellini)
- La marchesa von... (Rohmer)
- La terra trema (Visconti)
- Jules e Jim (Truffaut)
- Blue Velvet (Lynch)
- Eraserhead (Lynch)
Fonti: Time Out; Critics at large; IMDb; "Cinema of ideas" interview (2001).
Su IL SETTIMO SIGILLO: "Un pomeriggio piovoso, con tutte le partite di cricket rimandate, fui portato da un amico ad un cinema sgangherato e vidi questo film straordinario. Dopo quel giorno, cominciai a vedere tutto quel che potevo. Quando poi finii la scuola d'arte iniziai a scrivere parecchio per diverse riviste londinesi. IL SETTIMO SIGILLO mi dette l'idea di fare paragoni arcani tra certi tipi di pittura e la regia. Capii rapidamente che non ero solo interessato a scrivere di film, ma volevo anche farli." ~ Peter Greenaway
GREENAWAY: "Beh, Resnais certamente davanti a tutti. Aggiungerei Antonioni, la maggior parte delle opere di Godard, Truffaut fino a JULES E JIM compreso, Bergman, Bresson e Fellini. LA TERRA TREMA di Visconti è un gran film. (...) Ammiro enormemente anche Hollis Frampton e i lavori di Michael Snow."
"Il mio regista preferito ad ovest del Canale della Manica non è inglese – ma a me non sembra neanche americano – David Lynch, un curioso esempio di filmmaker euro-americano. Contro ogni previsione ha ottenuto quello che vogliamo ottenere qui. Prende grandi rischi con una forte voce personale e fondi adeguati e spazio per esercitarla. VELLUTO BLU e ERASERHEAD sono capolavori." ~ Peter Greenaway
"Fellini per me, in un certo senso – non voglio essere arrogante, perché è un regista straordinario – per me è un'anima gemella. La sua straordinaria delizia e la celebrazione del mondo sono qualcosa con cui sento una grandissima affinità. (...) Se si guarda ad alcuni film di Fellini dal punto di vista della ricchezza di coreografie e movimenti e caratterizzazioni, c'è un'elasticità e un'ampiezza di carattere che difficilmente chiamerei minimalismo o modernismo. Se voglio celebrare la vita, vorrò utilizzare il piu ampio vocabolario che riesco a trovare. Il Cinema in sé è un medium barocco." ~ Peter Greenaway
"Ho una bassa opinione della narrativa al cinema. Il cinema ha successo per altre ragioni: l'atmosfera, gli atteggiamenti e le idee, che sono disposti in una maniera audiovisiva particolare e non sono comuni alla narrativa. Per necessità dovrò usare delle strutture per appenderci i miei abiti. Ho bisogno di una fila di abiti su cui dipingere tutte le mie idee. Anche perché credo come John Cage che, se introduci più del venti per cento di novità in una qualsiasi opera d'arte, immediatamente perderai l'ottanta per cento del tuo pubblico. (...) Le mie storie sono estremamente semplici. Sono fondamentalmente favole e miti che tutti comprendono e trattano fondamentalmente di 'sesso contro morte'. " ~ Peter Greenaway
Con Margarita Terechova, Jurij Nazarev, Ivan Danilcev
consigliato da MICHAEL HANEKE
"Credo che si debbano fare film che reggano ripetute proiezioni ed ogni volta si possa vedere qualcosa di nuovo. Altrimenti il film è morto. Ho visto LO SPECCHIO di Tarkovsky almeno 25 volte, e ogni volta scopro qualcosa di nuovo." ~ Michael Haneke
Con Luc Simon, Laura Duke Condominas, Humbert Balsam, Vladimir Antolek
consigliato da MICHAEL HANEKE
"Come dice Brecht, «La semplicità è la cosa più difficile da ottenere». Tutti desiderano fare le cose in maniera semplice e ugualmente le impregnano della pienezza del mondo. Solo i migliori la raggiungono. Bresson e Kiarostami ci sono riusciti." ~ Michael Haneke
Titolo originale Artisten in der Zirkuskuppel: ratlos
Regia di Alexander Kluge
Con Hannelore Hoger, Siegfried Graue, Alfred Edel, Curd Jürgens
consigliato da MICHAEL HANEKE
LISTA COMPLETA di HANEKE - La gueule ouverte (Pialat) - Au hasard Balthazar (Bresson) - Cronaca di Anna Magdalena Bach (Straub) - L'angelo sterminatore (Buñuel) - Germania anno zero (Rossellini) - La febbre dell'oro (Chaplin) - Lancillotto e Ginevra (Bresson) - Lo specchio (Tarkovsky) - Salò, o le 120 giornate di Sodoma (Pasolini) - Stalker (Tarkovsky) - Una moglie (Cassavetes) - L'eclisse (Antonioni) - Psyco (Hitchcock) - Artisti sotto la tenda: perplessi (Kluge) Fonti: Profil (2004), Sight & Sound, The New Yorker, Sensesofcinema.com, Film Comment, IMDb.
"Vidi AU HASARD BALTHAZAR da studente, durante un seminario sul cinema. Fu una rivelazione. Bresson ha continuato a fare film stupendi, ma per quel che mi riguarda questo rimane il suo capolavoro assoluto. Cosa mi aveva tanto colpito, entusiasmato della storia sull’asino Balthazar? L’eroe sullo schermo non induce ad alcun processo di identificazione emotiva. È piuttosto un foglio bianco che va riempito con i pensieri e i sentimenti dello spettatore”. ~ Michael Haneke
“La prima volta che sono andato al cinema ho visto AMLETO di Laurence Olivier. Avrò avuto sei anni. L’unica cosa che mi ricordo è l’oscurarsi della sala, il sollevarsi del sipario e le cupe immagini del castello di Elsinore. Anni dopo mia nonna, che mi aveva accompagnato allora, mi raccontò che dopo cinque minuti avevamo dovuto lasciare la sala perché urlavo come un ossesso dalla paura." ~ Michael Haneke
"Dopo aver visto SALÒ, O LE 120 GIORNATE DI SODOMA sono rimasto devastato e apatico per diversi giorni. Tuttavia con SALÒ ho realizzato cosa si può fare nel cinema – quali sono le reali possibilità del medium. Questo, per me, è ancora l'unico film che è riuscito a mostrare la violenza per ciò che è. Tutti quegli action-movies sono soltanto spettacolari. Fanno della violenza un bene consumabile. Possono fare paura, ma sono comunque eccitanti. SALÒ non vi ecciterà affatto – vi rivolterà lo stomaco." ~ Michael Haneke
"Attendo l'uscita di ogni nuovo film di Luc e Jean-Pierre Dardenne, Abbas Kiarostami, Claire Denis e Bruno Dumont. Mi piacciono tutti i tipi di film, ma quelle sono le persone che m'interessano veramente. Ammiro i Dardenne tremendamente, ma mi sento più vicino, nel mio lavoro, a Dumont. I film di Dumont sono fondamentalmente lavori esistenziali, film filosofici, non politici. Penso ai miei film negli stessi termini." ~ Michael Haneke
"Sono un grande fan di David Lynch, ma l'unica cosa che non mi piace nei suoi film è la colonna sonora. Perché? Il film è così forte. La musica non è leale, non è onesta – è facile." ~ Michael Haneke
Con Alexander Knox, Charles Coburn, Geraldine Fitzgerald, Thomas Mitchell
consigliato da HENRY HATHAWAY
LISTA COMPLETA di HATHAWAY - Nascita di una nazione (Griffith) - Giglio infranto (Griffith) - Via col vento (Fleming) - Grandi speranze (Lean) - The Last Moment (Fejös, 1928 – film perduto) - I lancieri del Bengala (Hathaway) - Scarpette rosse (Powell & Pressburger) - Settimo cielo (Borzage) - Nel gorgo del peccato (Fleming, 1927 – film perduto) - Wilson (King) Fonti: Cinematheque Belgique (1952), IMDb, Henry Hathaway: interviews by Polly Platt.
"Ci sono un sacco di bravi ragazzi in giro per Hollywood ma muoiono di fame." ~ Henry Hathaway
"Per essere un buon regista devi essere un bastardo. Io sono un bastardo e lo so." ~ Henry Hathaway
"Le due persone nell'industria da cui ho imparato tutto sul fare cinema sono von Sternberg e Fleming. (Hathaway fu assistente alla regia di entrambi - ndt)... Dovunque Fleming andasse, andavo anch'io. Andavo nell'ufficio del direttore generale, alle riunioni per parlare dei soggetti, ogni volta che aveva un party a casa sua, tutte le volte che c'era qualcosa, io ero sempre invitato. Lui provava a renderlo possibile per me. Se avevano un meeting io ero là. E ha pagato." ~ Henry Hathaway
"Non volevo specializzarmi come Hawks e Hitchcock. Ho fatto ogni genere di film: pellicole per famiglie, western, tutto. Amavo il cambio improvviso di materiale; lo incoraggiavo. Mi teneva all'erta. (…) Ho lavorato per la Fox vent'anni negli anni quaranta e cinquanta e durante quel periodo non ho mai rifiutato un copione. Trovavo un modo di realizzarli. Loro non mi hanno mai impedito di cambiarli." ~ Henry Hathaway
"IL GRINTA aveva eroismo. Era una favola. Il western era la favola di Esopo dei giorni nostri. E noi avevamo il coraggio di rendere la star «bigger than life», come con Duke e Coop e McQueen... I film oggi vanno nella direzione opposta: sono troppo realistici, con imprecazioni, volgarità e nudità. Io non li guardo." ~ Henry Hathaway
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