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Monarch: Legacy of Monsters

1 stagioni - 10 episodi vedi scheda serie

Recensione

Stagione 1

  • 2023-2024
  • 10 episodi

L'autore

supadany

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La recensione su Monarch: Legacy of Monsters

di supadany
7 stelle

Lasciando da parte chi si ostina – per inteso, lecitamente - a difendere la sua posizione/preferenza individuale, film e serie televisive possono comodamente andare a braccetto, aiutandosi reciprocamente per arricchire i punti di vista e di conseguenza individuare/ottenere un redditizio completamento. Al di là dei vari salti di barricata che lasciano sul campo parecchi danni e sporadici dividendi (ne cito i primi due - tra i tanti - che mi vengono in mente da ambo i lati, El camino e Le fate ignoranti), i due strumenti di consumo dispongono delle caratteristiche/proprietà necessarie per convivere e integrarsi, spalleggiandosi al fine di saziare il pubblico di riferimento e magari anche incrementarlo.

Entrando nello specifico, la prima stagione di Monarch: Legacy of Monsters riesce appieno a espletare questo compito, in quanto sviluppa esattamente il versante che il MonsterVerse aveva trascurato sul grande schermo (a partire da Godzilla e Kong: Skull Island), ossia quello abitato/scandito dal fattore umano. Un upgrade pimpante, abbastanza competente e disinvolto per non dimenticarsi della sua (fan)base lanciandosi contestualmente – e con successo – oltre lo steccato preesistente.

Dal 2015 in poi. In seguito alla sconvolgente devastazione di San Francisco, Cate (Anna SawaiShogun, Pachinko) vola a Tokyo per cercare informazioni su suo padre, dato per disperso. Qui scopre di avere un fratellastro di nome Kentaro (Ren Watabe461 Lunch boxes), insieme al quale, dopo le iniziali discordie, collabora per riuscire a dare una risposta ai tanti dubbi irrisolti che la tormentano. Fin da subito, si unisce a loro May (Kiersey ClemonsThe Flash, Dope – Follia e riscatto), una ragazza esperta di tecnologia e alquanto incasinata, ma per fare dei significativi passi in avanti dovranno rivolgersi a Lee Shaw (Kurt RussellLa cosa, Grosso guaio a Chinatown), un militare da anni finito fuori dai giochi. Gireranno il globo e andranno pure oltre.

Asia, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale. Lee Shaw (Wyatt RussellLodge 49, The Falcon and the Winter Soldier) riceve l’incarico di seguire/scortare la dottoressa Keiko Miura (Mari YamamotoPachinko, Tokyo Vice) nelle sue ricerche. Sulla loro strada incapperanno in Bill Randa (Anders HolmWorkaholics, Lo stagista inaspettato), con cui faranno delle scoperte rivoluzionarie.

Questi due piani temporali finiranno per mostrare convergenze inaspettate, disponendo di molti più punti in comune di quanto Cate e Kentaro potessero all’inizio nemmeno lontanamente immaginare.

 

 

Wyatt Russell

Monarch: Legacy of Monsters (2023): Wyatt Russell

 

Ideata e impaginata da Chris Black (Scissione) con l’ausilio di Matt Fraction (esperto nel settore videogame), Monarch: Legacy of Monsters vanta una resa estetica che con la produzione televisiva standard ha ben poco da spartire, in virtù degli investimenti di Apple Tv+ che il team di lavoro - Matt Shakman (WandaVision) in primis - è riuscito a tramutare in un esemplare d’intrattenimento di prim’ordine, in grado di affiancare/intrecciare/coniugare una narrazione sostanziosa con un parco giochi che – seppure senza esagerare - non intende rinunciare alle rinomate attrazioni presenti nel suo catalogo.

A tutti gli effetti, questo prodotto regala il meglio di sé quando avvicenda/incrocia le sue due linee temporali, cosa che avviene in molti episodi, ma non sempre. Due stadi che dialogano/interagiscono mediante un equilibrio congegnato/alimentato con ponderazione e dinamismo, avanzando di comune accordo e sostenendosi vicendevolmente, con un nucleo familiare/affettivo che smuove mari e monti ricorrendo a personaggi propositivi e combattivi, per una progressione che non si dimentica delle sue popolari e mastodontiche creature, che compaiono di frequente, tuttavia evitando accuratamente di farle tiranneggiare sul resto.

Dunque, avvalendosi di un dosaggio complessivo decisamente avveduto e apprezzabile, questa prima stagione vanta un riuscito assortimento di elementi, che assembla con assennatezza/caparbietà tenendo d’occhio sia l’utile sia il dilettevole. Così facendo, garantisce un coinvolgimento gustoso e congiuntamente un distillato di emozioni che contraddistingue gli esseri umani, con dicotomie squillanti e facilmente riconoscibili, come quelle che distinguono gli scienziati dagli organi militari e la gente comune da quelle organizzazioni che manovrano nell’ombra, continuando a mescolare/confondere le carte in tavole, guardando in avanti così come nello specchietto retrovisore.

A tutto questo campionario, vanno aggiunte le numerose location che vengono visitate, con latitudini battute a ogni livello, dal ghiaccio al deserto, per poi attingere anche alle mode contemporanee, con una peculiare rivisitazione delle dimensioni parallele, e ad attitudini del passato, con un’intonazione avventurosa (vedi Jurassic Park su tutti) che manipola i parametri di spazio e tempo a suo uso e consumo, con sorprendente produttività.

Una destinazione d’uso che si dimostra essere funzionale e incalzante, equipaggiata ed elastica, che rivanga nel suo background divertendosi a giostrare un patrimonio giunonico, con alcuni catalizzatori in grado di spostare gli equilibri, su tutti l’idea di affiancare Kurt e Wyatt Russell, con il primo che, mettendo sul piatto tutto il suo spiccato carisma, diventa subitaneamente un fattore trainante e di impagabile richiamo, mentre il secondo assicura un’energia e una voglia di fare che emergono nitidamente, così da permettergli di tenere testa al padre.

 

 

Kurt Russell

Monarch: Legacy of Monsters (2023): Kurt Russell

 

 

In sintesi, questo esordio di Monarch: Legacy of Monsters è una manna dal cielo per il MonsterVerse, che ha ottime chance di mantenere gli spettatori della prima ora aggiungendone di ulteriori. Un prodotto dalla cronologia estremamente vivace/mobile e con una dorsale solida, uno spin-off con le idee chiare, graduale e trasversale, in cerca di risposte e con tante scoperte da sparpagliare lungo il suo percorso, tra intoppi e rilanci, paure (dei mostri) e volontà (incrollabili), alleanze e rivendicazioni. Sempre a viso aperto, con jolly che vengono sganciati nei momenti più opportuni, per una struttura che, tra accelerazioni e inversioni di marcia, sa esattamente cosa vuole ottenere e che varchi aprire per arrivarci, preoccupandosi oltretutto di predisporre un futuro potenzialmente altrettanto incoraggiante.

Affidabile e allettante, itinerante e intraprendente.

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