La recensione su House of the Dragon

Che i draghi esplodano quando si schiantano al suolo precipitando dopo essere stati abbattuti per aver perso un acrobatico duello volante con un loro consimile o perché centrati dalla contraerea di terra è oggettivamente una figata abbastanza pazzesca, direi persino superiore alla crush (per i matusa: la cotta) reciproca scoppiata improvvisando (sì, va beh) tra Rhaenyra (Emma D’Arcy: “WanderLust”, “Truth Seekers”) e Mysaria* (Sonoya Mizuno: Ex Machina, La La Land, Annihilation, Maniac, DEVS, Am I Ok?, Civil War): che poi come contropartita si sia costretti…

[pur col bonus ben poco malus d’averci in più un Aegon II l’Inutile (“Quindi, cosa vuoi che faccia, madre? - “Solamente ciò che ti viene chiesto: niente!”), ora conosciuto come il Vrusciato, detto anche il Senza Pipino**, che ci regala autentiche peerle quali:
- Il mio drago è morto. Sono pieno di ustioni, e disgustoso. Sono solo, un povero storpio.
- Non sei solo.
- Il mio uccello è distrutto, te l’hanno detto? Si è abbrustolito, come una salsiccia sullo spiedo.
- Non devi disperare, Altezza: dei giorni migliori ti attendono. Che tuo fratello e la pretendente al trono si distruggano a vicenda nel sangue e nel cupo rancore: con loro sfiniti e le loro armate annientate, noi torneremo e il popolo insorgerà per accoglierci!
- Non so più pisciare senza che mi coli sulla gamba.]

…a dire addio alla Regina Che Non Fu, vale a dire a Rhaenys “Hillary Clinton”*** Targaryen nostra (Eve Best: “Nurse Jackie”), è un prezzo alto da pagare, ma lo si paga.

Il punto della situa del circondario #1: “Io che ho perduto mio figlio, potrei mai infliggere un tale dolore [a qualcun altro]?”

SmallFolk #1: “Vorrei rammentarti che quando i prìncipi pèrdono la calma, spesso sono gli altri a soffrirne. La gente comune, come me.”

Episodi (8 in tutto, vale a dire 2 in meno rispetto alla scorsa stagione, ma con una stiracchiata pesantezza per tutta la parte allunga broda delle visioni di Daemon ad Harrenhal circuìto da Alys & Helaena) scritti dal co-creatore (con George R.R. Martin) Ryan Condal con Sarah Hess, David Hancock e un altro paio di sceneggiatori e diretti da Alan Taylor, Clare Kilner, Geeta Vasant Patel e un altro paio di registi. Oltre che per gli attori già citati, una menzione speciale tocca a Gayle Rankin (GLOW, Her Smell, Blow the Man Down, Kindred, Men), e poi: Matt Smith (“Womb”, “Doctor Who”, “His House”, “the Forgiven”, “the Death of Bunny Munro” e qui in "aruspice opposizione specchiantesi" con un generale del Re della Notte), Rhys Ifans, Matthew Needham, Olivia Cooke, Steve Toussaint, Simon Russell Baele, Tom Glynn-Carney, Ewan Mitchell, Phia Saban, Kieran Bew, Tom Bennett e i “ritorni” dalla prima stagione di Paddy Considine e Milly Alcock. Musiche di Ramin Djawadi.

Il punto della situa del circondario #2: “I giovani stanno mordendo il freno, vogliono punire e vendicare. E presto non rammenteranno nemmeno più perché questa guerra è cominciata. […] Siamo arrivati al punto in cui nulla ha importanza, quando il desiderio di uccidere e bruciare ha la meglio e la ragione svanisce.”****

SmallFolk #2: “Per chi vive nello scontento, le dicerie sono cibo.”

Note.

* Davvero, non è possibile affibbiare soprannomi migliori di quelli inflitti da Alessandro Apreda: Puttana La Myseria è inarrivabile.

** Idem come sopra, ma ci si prova.

*** Sì, dovete farci il callo: HotD è la messa in scena del nucleo costitutivo della “Carlo Martello ritorna dalla Battaglia di Poitiers” di De André & Villaggio: è mai possibile o porco di un cane che le avventure in codesto reame debban risolversi tutte con grandi putta-a-ne?! (Ovv.te in riferimento a una certa scrivania.)

**** Questo mi ricorda qualcosa… 

Finale di stagione (intendo proprio l’ultima manciata di secondi dell’ultimo episodio) molto - nel bene e nel male - figurativamente dunesco.

Ricapitolando/risrotolando: spannometricamente ↓←↑→↓←↑→↓ mappando...

“Sin begets sin begets sin…”

* * * ¾ / * * * * - 7.75