3 stagioni - 40 episodi vedi scheda serie
Come sono buoni i californiani.
Ciao, questa versione di “Dawn of the Dead” andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali (comunque è sempre e solo una questione di sopravvivenza: l'anticonformismo è tanto la risultanza quanto l'antidoto).
Mediamente felice coppia etero-wasp della middle class dei sobborghi di Los Angeles con figlia adolescente deve fare i conti con un paio di problemi: cannibalismo e S.U.V. : lei vomita un grumo d'organo, perde un mignolo e mangia un fegato.
“Non sei costretta a farlo. Possiamo metterlo dov'era. Ma...una volta rotto...ci appartiene.”
Abbiamo estrapolato per voi dalle 7 stagioni (99 episodi) di “the Walking Dead” e dalle 2 annate (21 ep.) di “Fear tWD” le parti (frattaglie) migliori (uno scampolo di circa un quarto d'ora), le abbiamo fatte scontrare con dei lacerti di “Dexter”, delle rigaglie di “Weeds”, dei cascami di “Brain Dead” e un'ombra di "Fargo" (più dalla stag. uno che dalla due), e abbiamo condito e cucito il tutto con degli sprazzi (Vomito a Spruzzo!) di “Family Guy”. Risultato: una moderata (ma non modesta) screwball-slapstick situation-comedy splatter-gore [ psicogeografica (la geografia è destino: nella Serbia del XVI°-XVII° la tremenda malattia faceva parte del folklore ravvivando le serate attorno al focolare in assenza di un surrogato catodico, nella California di oggi indica, rileva/rivela e partecipa alla decomposizione dell'immaginario e del contesto/contratto sociale) ]. Qualcuno ha detto "Shaun of the Dead"?
“È sempre immerso nel suo giardino aromatico: in pratica si sta...condendo da solo!”
10 episodi da 25 minuti l'uno (per un totale di circa 4 ore che scorrono lisce e fluide come sangue arterioso) scritti (i primi due di suo solo pugno) dal creatore e showrunner Victor Fresco (“Better Off Ted”, “My Name is Earl”, “Sean Saves the World”) assieme ad una buona squadra di sceneggiatori e diretti da Ruben Fleischer (1° e 2° - “ZombieLand”, “30 Minutes or Less”, “Gangster Squad”), Marc Buckland (3° e 5° - “Felicity”, “the West Wing”, “Scrubs”, “My Name is Earl”), Ken Kwapis (4° - “Malcolm in the Middle”, “the Office”, “A Walk in the Woods”, e ha diretto per due volte Drew Barrymore), Craig Zisk (6° - “Weeds”, “Nurse Jackie”, “the Big C”, “United States of Tara”), Lynn Shelton (7° - “Mad Men”, “Master of None”, “ShameLess”), Steve Pink (8°), Tamra Davis (9° - a inizio anni '90 diverse...kool things per i Sonic Youth, e ha diretto per 3 volte Drew Barrymore) e Dean Parisot (10° - “Galaxy Quest”, “Fun with Dick & Jane”, “Red 2”).
Musiche d'accompagnamento e commento del veterano-mainstream John Debney (Peter Hyams, Garry Marshall, Robert Rodriguez, Mel Gibson, Brad Anderson).
“Mi rifiuto di essere etichettato per un'unica volta che ho ucciso una persona!”
Quattro attori affiatatissimi e convincenti: due principali [ Drew Barrymore (“Altered States”, “E.T. the Extra-Terrestrial”, “FireStarter”, “Everyone Says I Love You”, “Donnie Darko”, “Confessions of a Dangerous Mind”, “Lucky You”, “Whip It”), luminosa e straniante in un tour de force encomiabile e divertentissimo, triste, dolcissimo, rivoltante, respingente, grazioso, adorabile, tenero, perturbante, cupo, ottimista, e Timothy Olyphant (“DeadWood”, “Justified”), la cui interpretazione all'inizio può sorprendere, spiazzare e risultare fuori posto / out of character, m'a poco a poco convince e risalta distinguendosi dallo stile medio della comicità delle altre soft-dramedy surreali ], e due secondari ( i giovani Liv Hewson e Skyler Gisondo ).
Apparizione iconica, un po' più di un bis-cameo (“Loro portano secchio, tu porti vergogna!”), per Grace Zabriskie (David Lynch, Gus van Sant, Werner Herzog, e “Big Love”).
“Tomorrow's not great for me or my husband. But hopefully next week one of us will be free.”
Tranquilli, però: Ramona veglia su tutti noi (e il suo capo su di lei).
Ottima serie da gustarsi durante la digestione post-prandiale: * * * ¼ (6½).
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