Sulla 76.ma Mostra del Cinema di Venezia sembra essere calata una certa calma. Dopo la partenza a razzo con polemiche e titoli in grado di calamitare l'attenzione pubblica, sembra che il festival voglia tornare a essere in primo luogo ciò per cui è nato: una rassegna cinematografica che vuole dare risalto alle opere e non al contorno. Il cartellone di oggi presenta ultimi sprazzi hollywoodiani con la presentazione, fuori concorso, di un altro titolo Netflix. I malumori che accompagnano ogni proiezione Netflix in sala sono però sintomatici: possibile che il critico o giornalista vecchio stampo non riesca ancora a capire come la fruizione cinematografica sia cambiata? La risposta possibilmente è sempre la stessa: no, non hanno ancora compreso la svolta generazionale del medium. Basti vedere anche come la stampa web venga considerata dai press agent al pari di zero: sfidiamo a trovare una rassegna stampa che riporti le voci dal web. Per non parlare poi della disparità di trattamento con le interviste e le pre-visioni domestiche (recensioni a go-go sono comparse nei quotidiani anche settimane prima del passaggio dei film al Lido... al web, invece, si chiede l'embargo, sic!).
Torniamo al cartellone, che continua sulla scia della letteratura. Dopo Martone e il suo buon film, tocca alla seconda M degli italiani in gara: quella di Pietro Marcello e del suo Martin Eden, ambiziosa rilettura di Jack London. E da un romanzo è tratto anche il secondo titolo in concorso della giornata: The Painted Bird del cecoslovacco Václav Marhoul. Già dai trailer, si capisce quanta differenza passi tra le due opere. Sovente una domanda salta in mente: ma il critico può scrivere di un film tratto da un'opera letteraria senza conoscere il testo originario? Non sarà il caso di London e del suo romanzo di formazione ma alzino la mano tutti coloro che hanno letto il controverso L'uccello dipinto di Jerzy Kosinski.
Vi ricordiamo, in fondo, le recensioni degli utenti a Venezia... e non solo.
---------------------
MARTIN EDEN
A dirigere Martin Eden è Pietro Marcello, regista e sceneggiatore italiano. Nato a Caserta nel 1976, Marcello ha frequentato l'Accademia di Belle Arti, dove ha studiato pittura. Autodidatta, dal 1998 al 2003, ha lavorato come organizzatore e programmatore della rassegna cinematografica Cinedamm presso il Damm di Montesanto a Napoli, di cui è stato uno dei fondatori. In quegli anni ha realizzato il radiodocumentario Il tempo dei magliari e i suoi primi cortometraggi, Carta e Scampia. Nel 2004 ha portato a termine il documentario Il Cantiere con cui ha vinto l'XI edizione del Premio Libero Bizzarri. L'anno seguente ha realizzato La Baracca. Nel 2007 con Il passaggio della linea ha partecipato alla sezione Orizzonti della 64. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Nel 2009 ha realizza il suo primo lungometraggio, La bocca del lupo, vincitore del 27. Torino Film Festival e – tra gli altri riconoscimenti – del Premio Caligari e del Teddy Bear alla Berlinale, del David di Donatello e del Nastro d'Argento come miglior documentario. Nel 2011 ha girato Il silenzio di Pelešjan, ritratto del grande regista armeno Artavazd Pelesjan, presentato come evento speciale alla 68. Mostra di Venezia e in numerosi festival internazionali. Nel 2015, dopo il collettivo 9x10 Novanta, ha realizzato il film Bella e perduta, presentato al Festival di Locarno e vincitore – tra gli altri – del Bergman Award al Goteborg Film Festival, del Love&Change Competition Award al Festival internazionale di Istanbul, del Nastro d'Argento come miglior docufilm, e premiato al Festival internazionale di La Roche-Sur-Yon.
Protagonista principale di Martin Eden nei panni dell'eponimo marinaio è Luca Marinelli, attore romano lanciato da La solitudine dei numeri primi e affermatosi grazie a opere come La grande bellezza, Non essere cattivo e Lo chiamavano Jeeg Robot. Al suo fianco, nei panni di Elena Orsini recita Jessica Cressy, apprezzata come Sophie in Domani è un altro giorno. La parte dell'intellettuale Russ Brissenden è invece giocata da Carlo Cecchi, attore toscano che torna al cinema a sei anni di distanza da Miele.
Di cosa parla
Sceneggiato dallo stesso Marcello con Maurizio Braucci, Martin Eden racconta la storia del marinaio Martin Eden che, dopo aver salvato da un pestaggio Arturo, un giovane rampollo della borghesia industriale, viene ricevuto in casa della famiglia del ragazzo e qui conosce Elena, la bella sorella di Arturo, e se ne innamora al primo sguardo. La giovane donna, colta e raffinata, diventa non solo un'ossessione amorosa ma il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi. A costo di enormi fatiche e affrontando gli ostacoli della propria umile origine, Martin insegue il sogno di diventare scrittore e – influenzato dal vecchio intellettuale Russ Brissenden – si avvicina ai circoli socialisti, entrando per questo in conflitto con Elena e con il suo mondo borghese.
Martin Eden è liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Jack London. A spiegare le origini del progetto è il regista: "Martin Eden racconta la nostra storia, la storia di chi si è formato non nella famiglia, o nella scuola, ma attraverso la cultura incontrata lungo la strada. È il romanzo degli autodidatti, di chi ha creduto nella cultura come strumento di emancipazione e ne è stato, in parte, deluso. Ma è anche un libro in grado, specie ad una seconda lettura, di rivelare – al di là del melodramma – la capacità di Jack London di vedere come in uno specchio le fosche tinte del futuro, le perversioni e i tormenti del Novecento. Per questo Martin Eden è un romanzo di grande attualità politica, e per questo abbiamo immaginato il nostro Martin attraversare il Novecento, o meglio una "crasi", una trasposizione trasognata del Novecento, libera da coordinate temporali, ambientata non più nella California del romanzo ma in una Napoli che potrebbe essere una qualsiasi città portuale (non solo) d'Italia".
---------------------
THE PAINTED BIRD
A dirigere The Painted Bird è Václav Marhoul, regista, sceneggiatore e attore di origine cecoslovacca. Nato a Praga nel 1960, Marhoul è al suo terzo lungometraggio. I suoi film precedenti, Smart Philip e Tobruk, hanno ricevuto numerosi premi nel circuito dei festival internazionali. Diplomatosi al FAMU, si è specializzato nel campo della produzione e ha lavorato per diverso tempo nel settore della televisione. Nel 1997, ha inoltre fondato una sua compagnia di produzione. Ha raccontato il regista dopo la lunga produzione di The Painted Bird: "I miei sentimenti dopo l'ultimo ciak? Molti. Per un anno e mezzo ho avuto la sensazione di cavalcare un cavallo selvaggio e di andare lontano, molto lontano a folle velocità".
Protagonista di The Painted Bird nel ruolo del piccolo ebreo in fuga è l'undicenne Petr Kotlár. Al suo fianco recitano (anche in piccoli ruoli) diversi attori dalla caratura internazionale come Harvey Keitel, Stellan Skarsgård, Udo Kier, Julian Sands e Barry Pepper. Numerose sono anche le star europee - Tim Kalkhof (dalla Germania), Alla Sokolova (dall'Ucraina), Alexej Kravchenko (dalla Russia), Lech Dyblik (dalla Polonia), Júlia Valentová e Martin Nahálka (dalla Slovacchia), e gli attori cechi - Míša Doležalová, Zdenek Pecha, Jitka Cvancarová, Radim Fiala e Petr Vanek.
Di cosa parla
The Painted Bird racconta la storia di un bambino ebreo (senza nome) e dell'odissea che affronta per salvarsi, dai soldati tedeschi e dai contadini, durante la Seconda guerra mondiale. Tutto ha inizio quando, cercando di proteggere il figlioletto dallo sterminio di massa, una coppia di ebrei decide di mandarlo nelle campagne da qualche parte dell'Europa dell'Est. Tuttavia, la zia del bambino muore inaspettatamente e il piccolo è costretto a intraprendere un viaggio solitario attraverso un mondo selvaggio e ostile, governato solo da regole locali, pregiudizi e superstizioni. Quando la guerra giunge al termine, la sua lotta per la sopravvivenza fisica viene rimpiazzata da un altro tipo di battaglia, una battaglia di cui non è nemmeno a conoscenza, con se stesso, per la sua anima e per il futuro.
The Painted Bird è l'adattamento dell'omonimo romanzo del 1965 dello scrittore polacco Jerzy Kosinski, pubblicato in Italia con il titolo di L'uccello dipinto e oggetto di scalpore per la crudeltà raccontata. Kosinski trasse ispirazione dalle esperienze e dai traumi vissuti in prima persona: nato nel 1933, fu infatti costretto a nascondersi nella campagna polacca durante la Seconda guerra mondiale a causa delle sue origini ebree. Il titolo del romanzo faceva chiaramente riferimento a un'usanza una volta popolare nelle sue terre, dove la gente era solita catturare gli uccelli per dipingerne le piume con colori diversi prima di rimetterlo in libertà. Tale comportamento, tuttavia, generava confusione nel regno animale: l'esemplare dipinto veniva percepito come nemico e beccato a morte. Nel lavoro dello scrittore, il piccolo protagonista si sente come un uccello dipinto a causa dei comportamenti umani che incontra strada facendo: paura, disprezzo e crudeltà lo attendono ovunque si trovi semplicemente perché avvertito come diverso, ebreo o zingaro con poteri malefici.
La realizzazione di The Painted Bird è durata ben otto anni e si è rivelata piuttosto complessa sin dalle fasi di preparazione. Sono serviti più di due anni di sforzi per ottenere i diritti cinematografici del romanzo, ben 17 diverse stesure della sceneggiatura (che ha richiesto tre anni per essere ultimata) e altri tre anni tra il finanziamento dell'intero progetto e le riprese. Le sole riprese sono andate avanti per un periodo di 16 mesi tra l'Ucraina, la Slovacchia, la Polonia e la Repubblica Ceca, e il set si è spostato in 43 differenti location. Sono state girate oltre 263 scene (in 35 millimetri e in bianco e nero) e battuti 3531 ciak.
---------------------
6. Continua
---------------------
I NUMERI PRECEDENTI
---------------------
RECENSIONI
Panam Papers di Steven Soderbergh (Concorso): Recensione di Supadany / Recensione di EightAndHalf / Recensione di Alan Smithee
Wasp Network di Olivier Assays: Recensione di Alan Smithee /
L'ufficiale e la spia di Roman Polanski (Concorso): Recensione di Eric Draven
Se c'è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari di Simone Isola e Fausto Trombetta (Fuori Concorso): Recensione di Spaggy / Recensione di Maghella / Recensione di Yume
Seberg di Benedict Andrews (Fuori Concorso): Recensione di Supadany
Vivere di Francesca Archibugi (Fuori Concorso): Recensione di Alan Smithee
Irréversible - Inversion intégrale di Gaspar Noé (Fuori Concorso): Recensione di Alan Smithee
Adults in the Room di Costa-Gravas (Fuori Concorso): Recensione di Yume
Giants Being Lonely di Grear Patterson (Orizzonti): Recensione di EightAndHalf / Recensione di Maghella
Revenir di Jessica Palud (Orizzonti): Recensione di EightAndHalf / Recensione di Alan Smithee
Effetto Domino di Alessandro Rossetto (Sconfini): Recensione di Spaggy
La Llorona di Jayro Bustamante (Giornate degli Autori): Recensione di Maghella
Nella corrente di Istvan Gaal (Restauri): Recensione di Alan Smithee
---------------------
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta