La 76ma Mostra del Cinema di Venezia, al suo quarto giorno, infrange un tabù: per la prima volta, un cinecomic è in concorso per il Leone d'Oro. Si tratta di Joker di Todd Philips, che prova a inventare un prequel del cattivo per eccellenza del fumetto Batman. Finora autore di titoli non memoribili se si escludesse la fortuna che hanno avuto al botteghino, Phillis sembra essere giunto all'anno della consacrazione: la sua ultima opera è infatti stata scelta oltre che da Venezia anche dai festival di Toronto, Londra e New York. La pretesa di averne fatto un mix tra due titoli scorsesiani molto amati e la presenza del folle Joaquin Phoenix portano ovviamente l'hype alle stesse: siamo sicuri tra web e carta stampata non si parlerà d'altro per giorni.
ll secondo film è invece la prima fatica statunitense di Olivier Assayas, un habituée delle rassegne festivaliere e del Lido in particolare. Wasp Network, con un nutrito cast di ispanici (un film statunitense senza muri trumpiani, verrebbe da dire), affonda le sue ragioni d'essere in un caso di cronaca politica di qualche anno fa.
Intanto, ieri, passato lo spauracchio delle minacce del produttore italiano Luca Barbareschi, L'ufficiale e la spia è stato finalmente proiettato. Peccato che alla conferenza stampa, cominciata chiedendo di non cedere alla polemica, mancasse proprio Polanski. La nostra Maghella ne ha però approfittato per braccare i due protagonisti Louis Garrel e (l'imbolsito) Jean Dujardin.
Vi ricordiamo, in fondo, le recensioni degli utenti a Venezia.
---------------------
JOKER
A dirigere Joker è Todd Phillips, regista, sceneggiatore e produttore statunitense. Nato a Brooklyn nel 1970 e cresciuto a Long Island, Phillips ha frequentato la New York University Film School ma non ha mai portato a termine gli studi per concentrarsi sul suo primo film, il documentario Hated: GG Alin and the Murder Junkies, sulla vita del controverso punk rocker GG Allin. Insieme a Andrew Gurland ha poi diretto il doc Frat House sulle confraternite studentesche, presentandolo al Sundance Film Festival e rimediando il Gran Premio della Giuria (seppur prodotto dalla HBO, l'opera non è stata mai diffusa dal canale a causa di alcune controversie legali). In seguito al documentario Bittersweet Motel sulla band Phish, l'incontro con Ivan Reitman lo ha portato a scrivere e dirigere il suo primo film di finzione, la commedia Road Trip. Negli anni ha diretto titoli come Old School, Starsky & Hutch e Scuola per canaglie, ma il successo dirompente gli è arrivato nel 2009 grazie alla commedia scorretta e vietata Una notte da leoni, primo capitolo di quella che diverrà una trilogia molto redditizia al box office. Regista dei poco fortunato Parto col folle e Trafficanti, ha anche partecipato alla produzione dell'acclamato A Star Is Born.
Protagonista di Joker nei panni di Arthur Fleck è l'attore Joaquin Phoenix, impegnato a restituire una versione inedita di Joker, la cui storia serve da ammonimento su come la società possa portare a disastrose conseguenze. Classe 1974, Phoenix è uno degli attori più poliedrici della sua generazione e vanta ben tre nomination agli Oscar (per Il gladiatore, Quando l'amore brucia l'anima e The Master), una Palma come miglior attore per A Beautiful Day e una Coppa volpi per la miglior interpretazione maschile per The Master. Al suo fianco nei panni dell'eroe personale di Joker, il presentatore Murray Franklin recita invece Robert De Niro, due volte premio Oscar (per Il padrino - parte II e Toro scatenato).
Nel composito cast di Joker spiccano poi le attrici Frances Conroy e Zazie Beetz, impegnate a vestire i panni di due donne fondamentali per la parabola di Arthur Fleck: la madre Penny e l'amata vicina Sophie Dumond.
Di cosa parla
Sceneggiato dallo Phillips con Scott Silver, Joker racconta la storia delle origini di Joker, l'arcinemico per eccellenza di Batman che prima di essere tale è stato solo Arthur Fleck, un uomo ignorato dalla società. Nella Gotham City del 1981, regno di crimine e corruzione, Arthur Fleck si guadagna da vivere come pagliaccio, esibendosi per turisti e bambini, ma sogna di raggiungere la fama come monologhista e comico, al pari del suo personale mito: il conduttore di talk show Murray Franklin. La gente però non fa mai ciò che Arthur si aspetti che faccia. Con tormenti interiori che gli rodono l'anima, Arthur è anche alle prese con la madre malata, una donna che continua a rimuginare sempre su quanto siano in obbligo con lei i suoi ex datori di lavoro, la famiglia Wayne. Per Arthur, la vita è così brutta che non gli rimane altro che il sorridere. Man mano che si lascia avvolgere dalla spirale che lo trasforma nell'attento assassino che deve diventare, emergono tutti i dettagli del suo essere in crisi e nemmeno la relazione sentimentale con la vicina Sophie riesce ad evitare il peggio.
Joker rappresenta un punto di svolta per i cosiddetti fumettoni cinematografici: pur facendo riferimento all'universo di Batman e dei fumetti DC Comics, la storia è infatti del tutto originale e autonoma e offre il ritratto di un uomo che cerca un proprio posto in una società in frantumi. Con atmosfere che omaggiano due capolavori di Martin Scorsese come Re per una notte e Taxi Driver, Joker mostra un personaggio che, prigioniero di un'esistenza ciclica, tra patia e crudeltà, prende una decisione sbagliata che innesca una reazione a catena di eventi, in quello che è a tutti gli effetti un crudo studio di personalità. A spiegare meglio il progetto sono le parole del regista: “Mi ha sempre attratto la complessità di Joker e ho pensato che sarebbe stato interessante esplorarne le origini visto che nessuno lo aveva ancora fatto. Parte del suo mistero stava proprio nel non avere un’origine definita, quindi Silver Scott e io ci siamo seduti a scrivere una versione di come poteva essere prima che tutti lo conoscessimo. Abbiamo conservato certi elementi canonici e abbiamo ambientato la storia in una fatiscente Gotham City a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, epoca a cui risalgono alcuni grandi studi di personalità del cinema che amo. L'abbiamo scritta pensando a Joaquin Phoenix perché quando recita è capace di trasformarsi e va sempre fino in fondo. Speriamo di aver creato un personaggio per il quale emozionarsi, per cui parteggiare, fino al punto in cui non sarà più possibile”.
---------------------
WASP NETWORK
A dirigere Wasp Network è Olivier Assayas, regista e sceneggiatore francese. Nato a Parigi nel 1955, Assayas ha mosso i primi passi come pittore e graphic designer prima di cominciare a realizzare cortometraggi e a lavorare come redattore per Cahiers du Cinema dal 1980 al 1985. Nel 1986 ha realizzato il suo primo film, Il disordine, premiato dalla Settimana della Critica del Festival di Venezia, e da allora ha realizzato un corpus di opere molto variegato (tra cui la miniserie Carlos) che lo hanno portato a essere definito dal New York Times come uno dei migliori registi del XXI secolo. Ha inoltre come scrittore pubblicato diversi saggi sul cinema, una biografia di Kenneth Anger e una serie di conversazioni con Ingmar Bergman. Con Wasp Network, Assayas è ritornato in concorso al Festival di Venezia un anno dopo Il gioco delle coppie: al Lido, in corsa per il Leone d'Oro, aveva già presentato anche Qualcosa nell'aria nel 2012.
Protagonista principale di Wasp Network nei panni di René Gonzalez è Edgar Ramirez già diretto da Assayas in Carlos e volto della serie American Crime Story (nei panni di Gianni Versace). Nei panni di Olga, moglie di René, recita invece Penelope Cruz, attrice premio Oscar per Vicky Cristina Barcelona. Juan Pablo, amico di René, ha il volto di Wagner Moura, attore brasiliano la cui fama è legata al personaggio di Pablo Escobar nella serie Narcos. Il cast principale di Wasp Network può contare anche sulla presenza di Gael Garcia Bernal, attore messicano lanciato da I diari della motocicletta.
Di cosa parla
Sceneggiato da Assayas, Wasp Network segue le vite sempre più complesse di un gruppo di dissidenti cubani dopo le inevitabili conseguenze economiche dovute al crollo dell'Unione Sovietica negli anni Novanta. La vicenda prende avvia nel dicembre del 1990 quando René Gonzalez, pilota di una compagnia aerea, ruba un velivolo e fugge da Cuba, nazione che sta collassando economicamente a causa della fine del comunismo sovietico. Dopo aver abbandonato la moglie Olga e la figlia, René vive a Miami ed è considerato un codardo e un traditore, sebbene nelle lettere a casa scriva di combattere per una Cuba più giusta e di essere un importante membro dell'organizzazione attivista Hermanos al Rescate (in italiano, Fratelli in soccorso). Insieme al compagno d'esilio e pilota Juan Pablo Roque, René diventa pian piano sempre più consapevole dei compromessi morali che gli Hermanos accettano per portare avanti il loro lavoro e di quanto la CIA sia coinvolta nel sostegno delle attività contro il regime di Fidel Castro.
Wasp Network è dunque un thriller politico che, affondando nella realtà, approfondisce una pagina di Storia tristemente fraintesa. Tracciando i percorsi di diversi dissidenti cubani dagli anni Novanta in poi, fa luce su eventi di enorme importanza che aiutano a capire e comprendere meglio le moderne forme di terrorismo, commercio di droga e relazioni internazionali. Colpi di scena, intuizioni e personaggi ben delineati permettono ad Assayas di esplorare gli intricati modi in cui il privato e il politico si intreccino, portando alle volte verso un miglioramento e altre volte verso la rovina. Ha spiegato il regista: "La politica, come Shakespeare scrisse a proposito della vita, è un racconto narrato da uno stolto, pieno di rumore e furore, che non significa nulla. Ma è di questa passione che gli uomini vivono. E muoiono. I conflitti della Guerra Fredda hanno definito la mia generazione e delineato i contorni del presente. Le ceneri sono ancora accese e ci si può facilmente bruciare. Tuttavia, mi pare che oggi la distanza storica permetta di discuterne. Non certo con distacco, ma con la libertà e il rigore di un'analisi magnanima, seppur prudente. Senza farsi ingannare dalle maschere dell'ideologia. Mi interessa la storia moderna vista attraverso la lente della sua umanità, per come rivela nei suoi attori l'intima verità che definisce le azioni, la fede e gli errori. C'è un motivo per cui facciamo ciò che facciamo? Chi può essere giudice? Trascinati dalla ruota della storia, preda di demoni e illusioni, ma anche vittime di entrambi, gli attori nel dramma della politica sono nostri fratelli, così come noi siamo loro complici".
---------------------
4. Continua
---------------------
I NUMERI PRECEDENTI
---------------------
RECENSIONI
Il Sindaco del rione Sanità di Mario Martone (Concorso): Recensione di EightAndHalf / Recensione di Yume / Recensione di Maghella / Recensione di Alan Smithee
L'ufficiale e la spia di Roman Polanski (Concorso): Recensione di Supadany / Recensione di Alan Smithee / Recensione di Yume
The Perfect Candidate di Haifa Al-Mansour (Concorso): Recensione di Supadany
Baloon di Pema Tseden (Orizzonti): Recensione di Alan Smithee / Recensione di EightAndHalf
Madre di Rodrigo Sorogoyen (Orizzonti): Recensione di Alan Smithee
Electric Swan di Kostantina Kotzamani (Fuori Concorso): Recensione di EightAndHalf
---------------------
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta