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Torino Film Festival 34 – Giorno 9
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Dopo otto giorni scanditi da tante proposte, i giochi sono ormai fatti. In attesa di scoprire quali saranno i vincitori del concorso Torino 34, scelti dalla giuria guidata dal direttore della fotografia Ed Lachman, non ci sono più prime visioni assolute, ma è comunque possibile cercare di mettere delle pezze recuperando quei titoli che, per i più svariati motivi, sono sfuggiti tra un incastro e l’altro o per il più semplice degli imprevisti. L’evento del giorno è legato comunque a un nome molto importante per il mondo del cinema; infatti, arriva al festival Costa-Gravas per ritirare il premio Maria Adriana Prolo 2016 con a seguire, dalle ore 16.00, la proiezione gratuita del suo capolavoro Z, l’orgia del potere. Riccardo Scamarcio, diretto dal regista in Verso l’Eden, avrà l’onore di procedere con la consegna dell’onorificenza.

 

 

Nel frattempo, ieri ha finalmente smesso di piovere, addirittura si è presentato un timido sole, comunque piacevole come la presenza di un amico che non si vede da troppo tempo. Tra un clima finalmente accettabile e il primo titolo di giornata, è stata una partenza frizzante. Infatti, Free fire di Ben Wheatley è un’autentica scheggia impazzita, un pulp movie che ricorda il Quentin Tarantino prima maniera con più pallottole, sovrastrutture praticamente assenti e dialoghi ancora più sostenuti sul versante dell’umorismo nero e della (in)sana cattiveria. Anche il resto della giornata è stato positivo, con i recuperi tra gli altri di Caini e War on everyone, mentre oggi per chiudere la permanenza a Torino, mi assale un dubbio atroce: cosa vedere tra Rester vertical e Daguerrotype? Dagli altri amici di FilmTv.it presenti al Festival, ieri sono arrivate indicazioni ottime per entrambi, caldamente consigliati, purtroppo ormai, complice anche qualche disguido, inevitabile in occasioni come questa, ho uno slot libero solo per uno dei due. Quando si dice, i problemi della vita… (che per giunta torneranno regolarmente tra poche ore).

 

locandina

Daguerrotype (2016): locandina

 

TFF 34 – Selezione di opere programmate sabato 26 novembre

 

Z, l’orgia del potere (Festa Mobile)

«Ogni somiglianza con avvenimenti reali, persone morte o vive non è casuale. È volontaria». Questa dicitura compare sui titoli di testa di un’opera politica che ha segnato un’epoca, ispirata agli orrori perpetrati dal regime dei colonnelli in Grecia, tra atti di violenza della polizia, una dittatura, un omicidio politico da nascondere e chi cerca strenuamente giustizia. Prodotto tra tante difficoltà da Jacques Perrin, Z, l’orgia del potere è considerata un’opera imprescindibile, suggellata dal Premio della giuria e per il miglior attore a Jean-Louis Trintigant a Cannes 1969 e dagli Oscar al miglior film straniero e montaggio nell’anno seguente. Recensioni: Peppe Comune

 

Safe neighborhood (After Hours, Aus – 2016)

È la vigilia di Natale, in un tranquillo quartiere di periferia l’adolescente Ashley (Olivia DeJong) fa da babysitter al figlio dei Lerner quando intuisce che all’esterno qualcosa li minaccia. Degli sconosciuti irromperanno in casa e lei dovrà difendere se stessa e il bambino. Diretto da Chris Peckover, Safe neighborhood è un horror australiano che rielabora gli stereotipi del genere scandendo un buon ritmo sfruttando anche alcuni inserti più leggeri. Recensioni: alan smithee

 

Tombe du ciel (Torino Film Lab, Fra/Lib – 2016)

Samir (Rodrigue Sleiman) è un soldato dato per morto vent’anni prima in guerra che, attraversando un paesaggio innevato, sta tornando a casa, tra lo stupore generale. Quello che sembra il lieto fine di una favola si trasforma in dramma visto che Samir non riconosce più il suo paese, incapace di riprendere una vita normale. Tombe du ciel è una metafora sul recente passato del Libano, presentato come un film che alterna il realismo alla commedia surreale come nel cinema di Elia Suleiman. Recensioni:

 

Pseudo secular (Onde, HGK – 2016)

Ambientato durante i moti del movimento Occupy Central a Hong Kong, Pseudo secular propone un ritratto metropolitano attraverso vari protagonisti, di diversa estrazione. Tra loro, troviamo Tai Cho, uno studente universitario che manifesta insieme alla fidanzata Yi, occupando un’area pubblica per un prolungato periodo di tempo; quando la ragazza finisce nei guai, Tai entra in contatto con sua madre. Intanto, la vita ordinaria di Li Lei subisce uno scossone ad opera di Ha Mai, una celebrità proveniente dal web. Pellicola fiume, dura circa 180 minuti, di stampo drammatico diretta da Rita Hui. In anteprima assoluta. Recensioni:

 

#Screamers (Festa Mobile, Usa – 2016)

Cleveland, due giovani agguantano il successo grazie a una web company specializzata in video spaventosi realizzati dagli utenti. Un giorno, è uno snuff movie a diventare virale, nascondendo qualcosa di virale. Diretto da Dean Matthew Ronalds, #Screamers è un mockumentary che si propone di gestire la tensione attraverso un utilizzo originale del foundfootage. Recensioni: alan smithee

 

Fixeur/The fixer (Sezione Festa Mobile, Rom – 2016)

Bucarest, Radu (Tudor Istodor) è un tirocinante rumeno presso l’agenzia France-Presse che sogna di entrare a far parte del giornalismo francese. Un caso riguardante due prostitute, potrebbe essere l’occasione giusta per fare il grande salto. Adrian Sitaru imbastisce un dramma morale su un importante quesito esistenziale. Che cosa siamo disposti a fare per conseguire il successo personale? Recensioni: alan smithee, supadany

 

Boi, song of a wanderer (Tff Doc, Isr, Ola, Usa – 2016)

Dopo aver deciso di lasciare Tel Aviv, la ventenne Nitzan Krimsky vaga senza meta tra Tokyo e New York, Amsterdam e Milano, sperimentando droghe e il sesso con altre ragazze fino ad arrivare alla decisione di cambiare sesso. Boi, song of a wanderer è stato realizzato da Anne Marie Borsboom lungo dodici anni, trascorsi in giro per il mondo, partendo da Israele con riflessioni politiche e religiose, per poi addentrarsi nello spirito e nel corpo di Nitzan, una ragazza di vent’anni che si sentiva ragazzo. Recensioni:

 

Parle-moi encore (Tff doc, Fra – 2016)

Con Parle-moi encore il regista Jean-Paul Fargier ripercorre la carriera di Jean-Daniel Pollet attraverso i ricordi, recuperati da sguardi e parole, di un amico e collaboratore che portò a termine Jours après jours, l’ultimo film del regista. Tra la Grecia e il movimento contro l’immagine statica, con informazioni prelevate da making of e frammenti di film. Un ritratto che sembra una lettera aperta, ricolma di affetto e di stima. Recensioni:

 

A carattere riepilogativo, di seguito trovate i link per poter accedere direttamente alle pagine che riassumono tutti i post e le recensioni presenti sul Festival di Torino 2016.

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