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L’Almería Western Film Festival e il Neowestern.
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In questi ultimi anni si può ben parlare di un certo ritorno del western, come poetica, oltre come genere, che ha caratterizzato pellicole americane, europee e di altre latitudini. Conferma questa della pluriadattabilità del western come struttura narrativa ed iconografia riconoscibile, entrambe incisive ed universali per raccontare l’uomo moderno occidentale e non.

Recentemente mi sono permesso di chiamare neowestern quei western che vanno oltre il manierismo del genere, per raccontare altro attraverso altri linguaggi, ibridando iconografie, toni, intrecci e temi. Ho eletto Slow West (2015) come esempio migliore, ma non necessariamente punto di partenza di questa felice ondata, seppur esigua, di titoli western sempre di buona se non di ottima fattura e direzione.

Il termine neowestern, impiegato di solito per descrivere quei film western ambientati nella contemporaneità (Once Upon a Time in Mexico, 2003; Brokeback Mountain, 2005; No Cuntry for Old Men, 2007; ma anche a loro modo – e qui si aprirebbe una discussione sulle forme del western, confermandone più lo statuto di poetica che di genere tout-court – titoli come Bad Day at Black Rock, 1955; Getaway!, 1972; Assault on Precinct 13, 1976; fino a Dear Wendy, 2004; e Red Hill, 2010), non credo sia pertinente. Lascio comunque la questione terminologica, oggetto personale di studio, per altri tempi. Qui, mi limito a spiegare come il termine neowestern possa più puntualmente indicare film puramente western, anche nell’ambientazione storica, caratterizzati però da elementi, narrativi e linguistici, come l’estetica minimalista, l’intreccio lineare, l’idea originale – quindi si escludono i remake – l’iconografia e i temi ibridati con altri generi – non necessariamente segnale di postmodernismo – che li identificano come una novità nel panorama narrativo del genere.

Un’interessante occasione per riflettere e confermare ulteriormente questa nuova direzione del genere western è data dall’Almería Western Film Festival, dal 6 al 9 ottobre in quel di Almería, capitale della terra natale degli spaghetti western. Mai come quest’anno i titoli in concorso sono indicativi dello stato di salute del genere. Produzioni hollywoodiane di un certo spessore come produzioni più indipendenti e rischiose, entrambe attraversate trasversalmente da volti di conclamata fama attoriale – ulteriore segnale dell’interesse tutto intellettuale ed artistico che si sta investendo nel western.

I titoli in concorso, infatti, non sono gli unici titoli western dell’anno – o almeno i più conosciuti e discussi – ma sono anche, al netto del genere di riferimento, film ben accolti dalla critica e dal pubblico, seppur esiguo, del genere stesso. Ed ecco quindi sfilare Bone Tomahawk (2015), Slow West (2015), The Salvation (2014), Outlaws and Angels (2016) e anche The Hateful Eight (2015) come film di apertura. Inoltre, sempre in concorso, il brasiliano Faroeste (2015), il francese Les cowboys (2015), lo spagnolo Nubes rojas (2016), il cilo-argentino Zanjas (2015) e lo spagnolo Stop Over in Hell (2016) come pellicola di chiusura.

Fuori concorso verrà proiettato Twice Upon a Time in the West (2015), che finalmente vede la luce dopo una lavorazione di più di tre anni: una ragazza che fugge, un contadino che studia, un falso cowboy e Claudia Cardinale nei panni di Claudia Cardinale. Il gioco/omaggio postmoderno è chiaro fin da subito, ma è un modo anche questo di perpetuare l’amore e il fascino per un genere che non può morire proprio come non si possono archiviare l’Odissea, l’Iliade, la Commedia e la Bibbia.

Ho anche un piccolo aneddoto su questa produzione bulgara diretta da Boris Despodov. Come qualcuno sa, sono almeriense di adozione e conosco il Cabo de Gata e il Desierto de Tabernas come le mie tasche. Allo stesso modo, i vari decorados del Oeste che oggi fungono da parchi tematici e anche da set cinematografici – Mini Hollywood, Texas Hollywood e Western Leone – insieme alle rovine di cortijos e vecchi villaggi del Far West sparsi qua e là nel deserto e nelle sue ramblas, li visito regolarmente e li vedo cambiare di anno in anno. Tra le mie fortune ho quella di conoscere José Novo, conosciuto dai più come Pepe Fonda. Sì, è il figlio naturale di Henry Fonda e di una donna del luogo restata incinta durante le riprese proprio di C’era una volta il West (1968).

Pur non volendo mai nulla dai suoi fratelli, il buon Pepe, che a parte la stazza latina ha il viso e lo sguardo identici al padre, è orgoglioso della sua storia e tre estati fa mi ha raccontato cos’è successo durante le riprese del film di Despodov. Era il giorno in cui doveva arrivare la Cardinale, con cui non si era ancora conosciuto – e ricordiamoci della love story diegetica tra lei e Henry Fonda, asse centrale del sistema dei personaggi del capolavoro di Sergio Leone. Succede che lui, Pepe, già vestito da pistolero, con cappello, livrea nera, sigaro, etc., viene portato dalla Cardinale per conoscerla. Ecco, il regista o qualcun altro, non ricordo, con chiara premeditazione, chiama l’attrice italiana, lei si volta e si trova davanti la copia sputata di Henry Fonda. “Se quedó de piedra”, mi dice Pepe: rimase di sasso. E ci posso credere.

Così quest’anno, l’AWFF, si lustra per bene gli stivali, si sistema il cappello e il cinturone, pronto a sparare alcune delle migliori cartucce della stagione cinematografica in corso, con titoli western duri e puri, e altri invece che, ambientati in epoca contemporanea o solo per una questione iconografica, richiama il genere con una certa potenza evocatrice.

Va ricordato che il Festival si compone anche di una sezione di cortometraggi, tra animazione, fiction e no-fiction, tra cui Along the River (2015) di Daniele Nicolosi con Franco Nero. Chiude l’ideale omaggio al nostro glorioso cinema dell’epoca la presenza di Giuliano Gemma. Un italiano nel mondo (2012), documentario diretto dalla figlia di Gemma, Vera, con interviste a Dario Argento, Bud Spencer, Ennio Morricone, Lina Wertmüller e tanti altri.

Per capirci qualcosa di più sul concetto di neowestern, rimando alla mia recensione di Slow West:

//www.filmtv.it/film/66152/slow-west/recensioni/863080

Per chi volesse conoscere da vicino l’Almería Western Film Festival rimando al bellissimo sito ufficiale:

http://www.almeriawesternfilmfestival.es/es/inicio

Mentre qui di seguito posto i trailers dei film in concorso.

 

Bone Tomahawk.

Faroeste.

Les Cowboys.

Nubes rojas.

Outlaws and Angels.

Slow West.

The Salvation.

Zanjas.

Along the River.

 

 

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