
La giuria del 69° Festival di Cannes, presieduta dall'imprevedibile George Miller, ha decretato miglior film del 2016 I, Daniel Blake. La Palma d'Oro va dunque nelle mani di Ken Loach, ribaltando i giudizi della stampa francese. Questo l'elenco dei premi:
PALMA D'ORO: I, Daniel Blake di Ken Loach

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GRAND PRIX SPECIALE DELLA GIURIA: Xavier Dolan per It's Only the End of the World

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PRIX DE LA MISE EN SCÉNE (regia): ex aequo - Christian Mungiu per Graduation e Olivier Assayas per Personal Shopper


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PRIX DU SCÉNARIO (sceneggiatura): Asghar Farhadi per The Salesman

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PRIX D'INTERPRÉTATION FÉMININE (attrice): Jaclyn Jose per Ma' Rosa

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PRIX D'INTERPRÉTATION MASCULINE (attore): Sahahab Hosseini per The Salesman

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PREMIO DELLA GIURIA: Andrea Arnold per American Honey

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CAMERA D'OR (opera prima): Houda Benyamina per Divines

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PALMA D'ORO CORTOMETRAGGIO: Timecode
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Senza togliere il merito a nessuno, molti festival oggi sono diventati vetrine politiche, amplificatori di temi sociali, anche importanti. Da un lato lo trovo molto giusto, viviamo in un periodo in cui sono pochi gli intellettuali ed uomini di cultura che si muovono in tal senso, quindi ben venga il film di Loach se è capace di scuotere animi e coscienze. Dall'altra questo tipo di scelte probabilmente tarpa le ali a film con una ricerca artistica ed estetica più curate, con sceneggiature più accattivanti. Ma penso che sia un prezzo da pagare onesto se il gioco vale la candela, se il messaggio socio-politico è in grado di raggiungere la massima attenzione.
Non sono sicuramente una critica e mi sento perciò molto più libera nel sentirmi felice per il bellissimo premio a Loach, che seguo da sempre e che ho sempre apprezzato per il suo stile, per il suo impegno e per la sua attenzione e coerenza. Un premio inaspettato forse in primis proprio da lui (vista anche la grande commozione che ha tradito sul palco mista a incredulità). Forse (anzi sicuramente) non è un film da Palma d'Oro, forse la giuria non è stata all'altezza della grande critica cinematografica....è possibile una discussione su questo, mi farebbe piacere seguirla. Da semplice spettatrice e fan di Loach gioisco.
Anche io sono contenta per Ken Loach, perchè non mi delude mai, ma ce ne erano di film...possibile sempre lui?Ottimo per Xavier Dolan che prosegue un suo percorso autoriale senza soste.Il resto? Bisogna vederli i film,mi sembra che lo sguardo socio politico abbia prevalso.Voglio vedere la distribuzione come sarà...
Non ho visto i film quindi non posso dire (e poi a chi gliene frega di quello che penso io?) però mi fa piacere la Palma d'Oro a Ken Loach. In un periodo di crisi, in cui i ceti più bassi la stanno pagando per i più ricchi, premiare chi da sempre è stato cantore della classe operaia è un bel segnale di coerenza intellettuale. Per la serie "Fanculo la Germania" e il motore economico dell'Europa.
Peccato lasciare a mani vuote film che, almeno sulla carta, erano forse, un bel po' più interessanti e curiosi rispetto alle solite "autorialate". Ma va bene anche così, non sono mai stati i premi a fare grande un film.
Non posso però sopportare quel premio a Xavier Dolan. Non devo dire nulla a riguardo. Basta guardarlo nella foto caricata in questo post. Non vi vien voglia di prenderlo a sberle? Anche questa è onestà intellettuale.
Bè, la faccia da primo della classe stronzo che non passa i compiti in classe ai compagni ce l'ha di certo, ma, come si dice, mai giudicare un libro dalla copertina :-)
Talvolta si preferisce valorizzare produzioni che offrono, più che una lettura critica, una vera e propria sveglia sui problemi di carattere sociale che si sono consolidati.
Ken Loach non offre letture arzigogolate, iper riflessive ancorché sofisticate: illustra i problemi in maniera pacata e chiara, attraverso trame lineari e blandamente drammatiche.
Se non si trova nulla di effettivamente nuovo e dirompente in quest'ultima opera del maestro inglese, ci si faccia coraggio: proprio per le tematiche toccate occorre viaggiare lontano dai sentieri della sperimentazione.
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