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Venezia 2015: Giorno 7 - Bellocchio in concorso e De Palma omaggiato
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Il settimo giorno di proiezioni veneziane è targato Italia: arriva infatti il momento di Sangue del mio sangue di Marco Bellocchio, terzo titolo nostrano in concorso. Ambientato in due periodi storici differenti, Sangue del mio sangue ha avuto una genesi piuttosto particolare, come lo stesso regista racconta: «Sangue del mio sangue è nato quasi per caso quando ho scoperto le antiche prigioni di Bobbio, chiuse e lasciate abbandonate per molti decenni. Sono state costruite nel XIX secolo in una vecchia ala del convento di San Colombano. La scoperta è avvenuta nel 2009 mentre ero alla ricerca di nuove ambientazioni per le mie storie, dal momento che dal 1995 filmo Bobbio durante l'estate per il laboratorio che conduco, "Fare Cinema". Sono stato così ispirato per il primo episodio del film, intitolato La monaca. In breve, vi si narra la storia di Benedetta, una religiosa murata viva nel convento-prigione di Santa Chiara a Bobbio. Il riferimento all'episodio della monaca di Monza è ovviamente più che esplicito. Il breve racconto cinematografico che ho ottenuto mi ha spinto poi nel tempo a immaginare cosa ha preceduto la terribile condanna.

È nato in questo modo Sangue del mio sangue, che racconta la storia del processo di Benedetta, delle prove che confermano la sua alleanza con Satana e della sua muratura finale. Mi è parso che questa storia dissepolta da un passato così remoto meritasse un ritorno al presente dell'Italia di oggi e più precisamente in un'Italia di paese, Bobbio, che la modernità e la globalizzazione hanno ormai cancellato. Tale mondo è rappresentato dall'episodio contemporaneo che immagina un misterioso conte (un vampiro?), che vive nella stessa prigione ormai abbandonata da cui ha avuto inizio la storia di Benedetta.

Un film così incerto ed emozionante dal mio punto di vista non può essere realizzato per un motivo futile o fortuito. Forse era mio desiderio trasfigurare una storia tragica che ha segnato la mia vita: la morte del mio fratello gemello, che ho già raccontato in Gli occhi, la bocca. Così, una storia datata 1630 mi ha permesso di ritornare sullo stesso argomento senza essere "perseguitato" dalla mia storia familiare, pur restando in un quadro che mi è familiare, Bobbio». In esclusiva domani per FilmTv.it, la videointervista alla protagonista Lidiya Liberman.

Sangue del mio sangue (2015): Trailer ufficiale

 

In pochi lo sanno ma chi è passato dal Palazzo del Casinò conosce sicuramente l’esistenza della sala stampa per giornalisti: un’area attrezzata con postazioni pc, wi-fi e schermi costantemente collegati con le dirette delle conferenze stampa. In questa zona, che somiglia a una Babele ipertecnologica, è possibile scrivere le recensioni, stampare i documenti occorrenti (spesso pressbook), trasferire le proprie foto sui supporti rimovibili o navigare su internet. Tra italiani e stranieri si crea un clima di perfetta empatia: si condivide tutto lo stesso stress e la stessa fatica, si stringono amicizie, si rinsaldano legami destinati a una frequenza annuale e ci si scambia consigli sui propri testi. C’è però anche chi come l’attempato giornalista giapponese che ho seduto accanto in questo momento naviga per siti vietati ai minori, girando di video porno in video porno. Sarebbe auspicabile un maggiore controllo sui contenuti, dopotutto siamo in una zona pubblica.

 

Dopo Bellocchio, in concorso sarà la volta dell’atteso Anomalisa, il cartoon già definito esistenzialista girato da Charlie Kaufman e Duke Johnson. La storia ruota intorno a Michael Stone, un autore di libri sul tema del customer service, che lotta con la sua incapacità ad avere rapporti con gli altri. Una notte, durante un viaggio d’affari di routine, incontra un’estranea che cambia la sua visione del mondo. Raccontano i due registi: «Attraverso il meticoloso processo dell’animazione in stop-motion, abbiamo avuto la possibilità di esplorare gli aspetti minimi, intimi e insignificanti con un’attenzione precisa per il dettaglio. È stata concepita, coreografata, eseguita e fotografata ogni frazione di secondo in modo separato. Un film che si sarebbe potuto terminare in due settimane con gli attori, è stato girato con i pupazzi in due anni. Grazie a questa collaborazione ardua e intensa con gli attori che hanno dato la propria voce, gli animatori, gli artisti e i tecnici, abbiamo potuto vivere intensamente all’interno di ogni personaggio in ogni momento del film, esplorandone la disperazione, la solitudine e i tenui e fragili rapporti».

 

Tra le altre visioni della giornata si segnalano anche L’esercito più piccolo del mondo di Gianfranco Pannone, Mate-me por favor di Anita Rocha Da Silveira, Tempete di Samuel Collardey e Light Years di Esther May Campbell. La più attesa è decisamente De Palma di Noah Baumbach e Jake Paltrow, documentario nato dal tempo trascorso con De Palma dai due per più di dieci anni. Si tratta di una conversazione intima tra registi che racconta la pluridecennale carriera di De Palma, la sua vita e il suo processo creativo, come testimoniano i registi: «Questo film è nato dal tempo trascorso con De Palma nel corso di una decina d’anni a parlare di cinema e del modo in cui egli crea i suoi film. Il talento che ha di narrare le proprie esperienze, di creare cinema e di giostrarsi nel paesaggio mutevole dell’industria cinematografica per più di 60 anni è qualcosa di troppo prezioso per non conservarlo».

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