Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.
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Hey You!: La brava e bella Maria Rosario Omaggio debutta alla regia cinematografica e lo fa con un cortometraggio di 14 minuti e 50', che si vedrà in anteprima mondiale al prossimo (affollatissimo) Giffoni Film Festival. Il film, che segna anche il debutto del piccolo Gabriele Luca Davoli e che conta anche sul bravo Brian Latini, vira presto nel metacinematografico, scegliendo come modello Il monello di Chaplin. Ambizioni alte ma ci assicurano che i risultati sono degni di interesse.
Hey You! (2015): Gabriele Luca Davoli
Eduardo e i burattini: A proposito di Giffoni Film Festival, grande curiosità gira intorno al documentario evento firmato da Francesco Saponara. Mettendo in scena il mondo dei burattini, il doc omaggia la figura di Eduardo De Filippo proponendo due diversi capolavori: gli atti unici Pericolosamente (1928) e Sik-Sik, l'artefice magico (1929). Il pastiche, termine usato spesso a sproposito, sa ancora sorprendere e i primi scatti di scena fanno venir voglia di vedere subito il doc e tornare, con la fantasia, bambini.
Jenny's Wedding: Gli Stati Uniti hanno appena approvato in tutta la nazione il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Al grido di #LoveWins, arriva con straordinario tempismo nelle sale Jenny's Wedding, lesbodrama firmato da Mary Agnes Donoghu. Distribuito dall'indie IFC Films (tra le opere portate in sala, vanta Clouds of Sils Maria e Boyhood), Il matrimonio di Jenny ha per protagoniste (la sottostimata) Katherine Heigh e Alexis Bledel, l'indimenticabile Rory di Una mamma per amica.
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Descendants: La factory Disney continua a sfornare tv movie a ripetizione, garantendo ottimi ascolti ai canali tematici e grandi introiti nel mercato homevideo. Destinato a diventare fenomeno culturale tra i giovani è anche il nuovo lavoro firmato dall'immarcescibile Kenny Ortega, in cui si immagina il futuro di quattro celebri cattivi - Crudelia DeMon, Jafar, Malefica e la Regina di Biancaneve - e dei loro pargoli. Operazione rischiosissima che, però, con innocente sguardo si aspetta al varco. Fin troppo posate al momento le foto di scena...
90 Minutes in Heaven: C'è un fenomeno tutto a stelle e strisce che ancora non ha attecchito in Italia. Si tratta dei cosidetti film a sfondo cattolico, che garantisco ottimi incassi al box office Usa: da God is not Dead a Il paradiso per davvero, parecchie sono state le sorprese in tal senso. Il prossimo settembre a seguire tale ondata sarà 90 Minutes in Heaven, adattamento dell'omonimo libro autobiografico di Don Piper, un uomo che ha fatto i conti con la propria fede dopo essere "morto" per 90 minuti. Per l'occasione, i produttori hanno voluto un cast di prim'ordine, che conta sui nomi di Hayden Christensen e Kate Bosworth. A dirigere l'opera è Michael Polish, compagno da due anni della underworld Bosworth e autore in passato (con il fratello Mike) di opere interessanti come Twin Falls Idaho, The Astronaut Farmer e Big Sur.
Three Brothers: Quest'anno si è parlato molto di Into the Woods di Rob Marshall osannandolo come il primo tentativo di incursione moderna nel mondo delle fiabe. In pochi sanno però che tale tentativo cinematografico è stato fatto prima nella Repubblica Ceca con un titolo che ha sbancato il box office: Three Brothers di Jan Sverák. I tre fratelli del titolo, per conquistare le loro amate, si avventurano per sentieri popolati da cappuccetti rossi, streghe di grimmiana memoria e spaventapasseri oziani...
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Francisco, Chiamami Francesco: La Taodue di Pietro Valsecchi può dimenticare il primato di aver portato in sala la prima biografia di Papa Francesco I. Chiamatemi Francesco di Daniele Lucchetti arriverà infatti in sala solo a dicembre, ben tre mesi dopo che in Spagna esce (il 18 settembre, per l'esattezza) Francisco, biografia di Jorge Bergoglio ispano-argentina firmata da Beda Docampo. Con la guerra dei papa Francesco appena iniziata, il primo punto lo segna il titolo di Docampo, già opzionato per i festival di Toronto e San Sebastian.
Francisco (2015): Dario Grandinetti
Safelight: L'opera seconda di Tony Aloupis si aspetta al varco da ben due anni. Previsto per il 2013 con il titolo di Truck Stop, Safelight approda solo ora nelle sale americane, portandosi con sé una scia di recensioni non proprio sbalorditive. Tanto è il rammarico di chi come il sottoscritto non capisce come si faccia a utilizzare male un'attrice giovane ma talentuosa come Juno Temple, chiamata qui a interpretare il ruolo di una prostituta. Seppur non sia stato annunciato da nessuna distribuzione italiana, Safelight potrebbe approdare nelle nostre sale, come fa pensare una pagina facebook nostrana dedicata al film (https://www.facebook.com/SafelightITA).
Stop: Fino a qualche anno fa (tre per l'esattezza), ogni nuovo film di Kim Ki-duk era un evento di cui stampa e cinefili parlavano per giorni e giorni. Oggi, nessuno sembra invece interessarsi al nuovo lavoro del regista coreano appena presentato al Karlovy Vary Film Festival. Al centro del film, ancora una volta, vi è l'ossessione: quella di due giovani per il nucleare e i suoi effetti devastanti. Al momento, nessun annuncio per un eventuale recupero nostrano.
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The Death of Superman Lives: Il no entry di questa settimana è un no entry forzato perché si basa solo su un "cosa sarebbe successo se"... se Nicolas Cage (con una delle sue bizzarre chiome) avesse interpretato Superman al cinema, diretto da Tim Burton su sceneggiatura di Kevin Smith. Il progetto, realmente esistito, è però naufragato prima di vedere la luce. Ci rimangono però delle prove e un doc che ci racconta con dovizia di particolari quello che è accaduto.
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La bella gente: L'all access, a differenza, del no entry è molto personale. Si, perché l'autore di questo post ha sempre creduto sulle potenzialità di La belle gente, un film per cui si è battuto (rischiando anche la denuncia) quando in Italia non si sapeva nemmeno di che si parlasse. Finalmente, dopo una falsa uscita dell'anno scorso, il film di Ivano De Matteo ha trovato la libertà e il prossimo 27 agosto approderà nelle nostre sale grazie a Istituto Luce. E questa volta nessuno potrà impedirlo.
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