
All’origine fu Gacy, John Wayne Gacy. O meglio, la corposa filmografia sui pagliacci assassini nasce proprio in concomitanza con la cattura del famoso serial killer di Chicago. Nel 1978 Gacy fu scoperto e preso con le mani nel sacco dopo aver rapito, violentato, torturato ed ucciso 33 ragazzi, per lo più adolescenti a partire dal 1972. Prese il nome di Killer Clown perché in quegli anni, tra le tante attività per cui era famoso nel volontariato di quartiere, intratteneva i bambini nelle feste di compleanno sotto i panni colorati di Pogo il Clown.

Dal giorno in cui, sotto la sua proprietà, in una fossa melmosa e maleodorante vennero rinvenuti 27 dei 33 ragazzi assassinati, i pagliacci non sono più stati gli stessi. Anche il più famoso e inquietante di tutti, il Pennywise di It partorito da Stephen King nel 1986, è debitore nei confronti di Gacy, personaggio che scatenò una vera e propria psicosi di massa ancora oggi avvertibile – basti pensare alle recenti leggende metropolitane che hanno creato il panico in Francia, a Pal-de-Calais e tra Lione e Bordeaux nei giorni di Halloween e qualche tempo dopo anche in Italia, tra Reggio Emilia, Modena e Perugia per colpa di un video virale di due ragazzi perugini che vestiti da clown assassini mettevano in scena scherzi brutali ad alto tasso sanguigno.

Con tutto quello che di brutto ha fatto John Gacy non dobbiamo però caricare solo su di lui il peso di tale onta, ovvero aver generato l’immagine del pagliaccio assassino. Il termine medico coulrofobia è degli anni ottanta ed è un neologismo tratto dal greco antico “colui che cammina sui trampoli” unitamente a fobia. Nonostante l’origine contemporanea del termine e quindi di una consapevolezza anche scientifica dell’esistenza di tale paura, l’immagine del pagliaccio spaventoso, orribile o anche assassino aveva già avuto dei precedenti.
Innanzitutto il pifferaio magico di Hamelin, Bassa Sassonia. Siamo nel 1200 circa e un fattaccio non ancora risolto, in cui avrebbero trovato la morte diversi bambini del luogo, è alla base della conosciuta fiaba tradizionale tedesca trascritta anche dai Grimm. Si narra che nel 1284 ad Hamelin un pifferaio dal vestito variopinto si presenti in paese con la soluzione per la recente invasione di ratti. Il borgomastro acconsente e gli promette una grossa somma di denaro nel caso riuscisse davvero a liberare le strade del paese dai ratti. Il pifferaio allora inizia a suonare il suo strumento e subito tutti i topi lo seguono come incantati fino al fiume Weser dove annegheranno. Succede che la gente di Hamelin liberata dai ratti non sia più interessata a pagare il pifferaio che per vendicarsi aspetta che gli adulti si infilino in chiesa e poi riprende a suonare attirando dietro di sé non più i topi, ma i bambini. Li condurrà in una caverna e più nessuno farà ritorno. Alcune versioni più edulcorate raccontano che un bambino, zoppo, non tenendo il passo dei compagni resti fuori dalla grotta, torni, dia l’allarme e faccia liberare gli amici; oppure si narra che i bambini entrano da una caverna per uscire da un’altra, in Transilvania, spiegando così l’arrivo dei sassoni oltre l’Ungheria.
Al di là dei presunti fatti storici alla base della fiaba (1) bisognerebbe tenere in considerazione, per un’analisi comparatistica della fiaba e una sua interpretazione moderna, le sue varie simbologie, ovvero: la zoppìa del bambino, segno sì diabolico, ma anche attribuibile allo psicopompo, al mediatore con il mondo dei morti; l’immagine della caverna, fin dalla preistoria deputato a luogo sacro, di intimità con gli dei e luogo di passaggio verso l’altro mondo; la presenza narrativamente e tematicamente fondamentale dei bambini; e soprattutto la figura multicolore del pifferaio che può ben essere una rappresentazione della morte o della malattia stessa.
La variopintura del pifferaio sembra apparire per la prima volta in un resoconto del 1605 a firma di Richard Rowlands Verstegan che parla di un “pied piper”, un pifferaio variopinto, che avrebbe derattizzato il villaggio di Hamelin quasi un secolo dopo alla data di fine duecento attribuita classicamente agli eventi. Anche Goethe non resiste al fascino della storia e ne scrive una poesia nel 1803, poi inclusa nel Faust (1808); i Grimm nel 1816, nella loro ricompilazione delle saghe germaniche, trascrivono la loro versione della fiaba dove due bambini, uno cieco e uno zoppo, si salvano mentre gli altri sbucano in Transilvania e fondarono le Sette Città; nel 1849 il poeta e drammaturgo britannico Robert Browning compone la celebre poesia dedicata al pifferaio, collocando anch’egli la data dei fatti nel 1376 come il suo conterraneo Verstegan.
Anche il cinema ha narrato la vicenda di Hamelin: un muto del 1903, The Pied Piper of Hamelin, e altre versioni tra cui quella a firma di Paul Wegener del 1918 Der Rattenfänger von Hameln; nel 1971 Jaques Demy trasforma il cantante Donovan nel pifferaio per il suo The Pied Piper; mentre nel 1997 Atom Egoyan utilizza numerosi riferimenti alla fiaba, citando anche la poesia di Browing, per Il dolce domani.
Se consideriamo l’immagine giullaresca, variopinta del pifferaio, che lo lega ambiguamente al nostro Arlecchino, se pensiamo al suo fascino sui bambini, a una sottile rilettura pedofila e alla figurazione della morte e della malattia, possiamo rintracciare in lui l’antesignano del moderno clown assassino. Ma tra il pifferaio di Hamelin e il Pennywise di Stephen King c’è ancora posto per il nano inquietantemente vendicativo di Poe in Hop-Frog (1849), il pagliaccio tradito e uxoricida dell’opera lirica Pagliacci (1892) e il caro vecchio Joker apparso sul numero uno di Batman nel 1940 ai quali segue una squadra di pagliacci violenti e assassini tra cui il Capitan Spaulding de La casa dei 1000 corpi (2003) e La casa del diavolo (2005), Violator, il demonio dell’universo Marvel che prende le sembianze di un clown sporco e grasso in Spawn (1992) e il pagliaccio assassino del capolavoro iglesiano Balada triste de trompeta (2010). Inoltre va aggiunta la figura del Cloyne, fantomatico demone nordico che attirava a sé cinque bambini e li divorava per sopravvivere nei cinque mesi più freddi dell’anno, di cui ci viene detto in Clown (2014): una bella trovata per spiegare l'origine della mostruosità.

Se sia più inquietante uno psicopatico vestito da pagliaccio o un essere soprannaturale con le sembianze colorate e allegre di un clown non ha importanza. Ciò che conta e che caratterizza nello specifico questo tipo di mostruosità mascherata e truccata è l’occultamento della sua vera identità. Anche la paura per le bambole, la pediofilia, convoglia nell’inanimazione dell’oggetto dalle fattezze umane il centro nevralgico della sua paura. La paura al movimento dell’oggetto inanimato, il timore dell’impersonalità, dell’assenza di identità nonostante le caratteristiche umane. Allo stesso modo, un trucco eccessivo e la deformazione antinaturalistica di caratteri somatici conosciuti sotto canoni realistici, come il naso e i capelli, disorientano il soggetto, quasi sempre bambini, ma anche adulti, tra cui Johnny Depp e Robert Pattison, al punto da confonderlo e intimorirlo. L’alterazione del reale, che sia il viso pitturato di bianco, il naso rosso, i capelli scombinati e multicolore oppure sorrisi smisurati, scarpe, vestiti e attrezzi fuori misura e fuori logica piuttosto che l’inaspettato movimento di un oggetto inanimato, spesso un giocattolo, che come il pagliaccio rientrerebbe nella categoria di “cose” domestiche, accettabili e sinceranti, è l’origine di un terrore straordinariamente inquietante. L’orrore non arriva dal mostro della palude, ma arriva da casa, dall’armadio dei giochi o dal sorridente pagliaccio del circo appena arrivato in paese (2).
Note.
(1) Tra le principali ipotesi si parla di bambini morti annegati nel Weser o sotto una frana o vittime di un’epidemia, molto probabilmente il ballo di San Vito o la corea di Huntington, e portati così fuori dal villaggio. C’è chi parla di pellegrinaggi, campagne militari o delle allora famose crociate dei bambini, ma c’è anche chi ipotizza più verosimilmente che i bambini abbandonarono volontariamente i villaggi per colonizzare altre zone della Germania orientale. Personalmente, viste le simbologie della fiaba, credo che alla base della stessa ci siano una serie di morti dolorose dovute a malattie – sono gli anni della peste – o a incidenti naturali.
(2) Alla maschera del clown vengono date anche interpretazioni meno inquietanti e più poetiche ed esistenzialiste come figura simbolo dell’artista moderno, diviso tra gioco e malinconia, buffoneria e marginalità, maschera e tragedia dell’identità (STAROBINSKI Jean, Ritratto dell’artista da saltimbanco, Boringhieri, Torino 1984).
Filmografia.
1928 – L’uomo che ride
1957 – La notte del demonio
1972 – La regina dei vampiri
1976 – The Clown Murders
1988 – Killer Klowns from Outer Space
1989 – Clownhouse
1990 – It
1994 – Funnyman
1999 – The Clown at Midnight
2000 – Killjoy
2000 – Camp Blood
2000 – Camp Blood 2
2003 – SICK: Serial Insane Clown Killer
2003 – House of 1000 Corpses
2003 – Gacy
2004 – Satan’s Little Helper
2004 – Dead Clowns
2004 – Fear of Clowns
2005 – The Devil’s Rejects
2005 – Camp Blood 3 – Within in the Woods
2006 – Mr. Jingles
2006 – Supernatural (episode 2x02, Everybody Loves a Clowns)
2007 – Clown
2007 – The Fun Park
2007 – Final Draft
2007 – 100 Tears
2007 – Drive Thru
2007 – Mr. Halloween
2007 – Secrets of the Clown
2007 – Fear of Clowns 2
2008 – Amusement
2009 – Jingles the Clown
2009 – Zombieland
2009 – Clownstrophobia
2010 – Klown Kamp Massacre
2010 – Dear Mr. Gacy
2010 – Balada triste de trompeta
2010 – Dhamer versus Gacy
2010 – 8213: Gacy House
2010 – Killjoy 3
2012 – Killjoy Goes to Hell
2012 - Stitches
2012 – Scary or Die, segment “Clowned”
2013 – All Follows Eve
2013 – Killer Holiday
2014 – Cannibal Clown Killer
2014 – Clown
2014 – American Horror Story: Freak Show
2014 – Circus of the Dead
2014 – Condado Macabro
2016 – ClownTown
2016 – 31
2017 – It
2017 – Terrifier
2017 – Clowntergeist
Link utili:
//www.filmtv.it/post/30910/non-entrate-in-quel-campo-di-grano-l-america-rurale-e-il-mit/
//www.filmtv.it/playlist/682979/raccontare-il-terrore-ii-le-mostruosita
https://www.youtube.com/watch?v=0RO_HQMvxLo
https://www.youtube.com/watch?v=WHZPEkZCqwA
https://www.youtube.com/watch?v=8xSNiPx791A
Gallery.

Balada triste de trompeta (2010).

Scary or Die (2012).

All Hollows' Eve (2013).

La casa dei 1000 corpi (2003); La casa del diabolo (2005).

American Horror Story: Freak Show (2014).

Supernatural (2006).

Condado macabro (2014).

Clownhouse (1988).

Circus of Dead (2014).

La regina dei vampiri (1972).

La notte del demonio (1957).
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Tutto molto interessante,specie lo PSICOPOMPO (O.0)...MAH! non hai citato affatto "La notte del demonio"(1957)di J.Tourner,un vero classico imprescindibile,dove il capo di una setta satanica,intrattiene i bambini con incredibili giochi di prestigio,appunto vestito da clown...,ma ci sarebbe anche "La regina dei vampiri" (1972) dove vi e' un malefico clown nano in un circo itinerante formato da vampiri....Non so se conosci questi due titoli ma te li consiglio vivamente,specie il primo.Cmq play notevole!!
ciao ;) No, i titoli non li conosco... solo La Regina, ma per sentito dire. Nelle indagini che ho fatto sul genere non mi sono saltati fuori quindi probabilmente rasentano il filone. Da come li descrivi tu, nel primo caso è centrale la setta satanica e marginale credo il capo travesito da clown; nel secondo credo sia centrale la comitiva di vampiri. Però per quel che mi riguarda bastano come caratteristiche per affiliare al genere ;) (anche se smonterebbe la mia teoria su Gacy ahaha, ma dopotutto una vera filmografia sul tema del clown assassino l'abbiamo effettivamente a partire dagli anni '80).
Grazie ;)
Molto, molto bella questa playlist! però hai dimenticato Conrad Veidt nel film muto The man who laughs del 1928, il pagliaccio da cui Bob Kane trasse ispirazione per il suo Joker: cinema che diventa fumetto e che diventerà nuovamente cinema.
ciao... hai ragione me ne sono dimenticato. Lo inserisco subito ;) ...va detto però che non si tratta proprio un clawn assassino.... sicuramente la maschera è celebre ed è all'origine di Joker. Ma per completezza ci sta metterlo ;) grazie
Complimenti! Aggiungerei anche Lon Chaney in L'uomo che prende gli schiaffi del 1924. Molto meno truculento dei suoi avatar moderni, ma il suo bell'effettaccio inquietante lo fa ancora... Lon Chaney ha anche impersonato un altro clown in Ridi, pagliaccio! del 1928, ma privo di intenti assassini... Un saluto.
Ottimo. ...lo aggiungo alla filmografia ;-)
Anche se fuori dall'ambito "clown assassini", è quasi certo che all'origine (almeno visivo-estetica) del Joker ci sia "L'homme qui rit" di Victor Hugo, il cui protagonista (eroe cupo-romantico quant'altri mai) è stato sfigurato da bambino in modo da deformargli il viso in una perpetua risata.
ehehe no be ho visto recentemente le prime due serie e qlk episodio delle altre, neanche pochi poi, per farmi un'idea visto che mi piace l'horror e adesso seguo alcune serie di genere volevo vedere quella che ipotetcamente è la prima serie horror di un certo tipo. Solo che cl tempo diventa un po' pesante con gli angeli e i demoni e dio e il diavolo... credevo un'altra cosa ecco ;)
sono arrivata tardi ma sono arrivata, bel post, molto nelle mie corde...
da bambina avevo una paura folle dei pagliacci, e ancora adesso a dire il vero, ne avevamo uno accanto al letto a castello, ci faceva da custode, non ti dico, non mi è mai piaciuto, io e mia sorella più volte abbiamo pensato di sbarazzarcene però poi è prevalsa la paura di una 'punizione maligna' come si vede nei film e magari con l'aggiunta di ritrovarcelo al posto di sempre quando invece lo avevamo buttato via, sempre come nei film.....
quando dici "...un trucco eccessivo e la deformazione antinaturalistica di caratteri somatici conosciuti sotto canoni realistici, come il naso e i capelli, disorientano il soggetto.... l’alterazione del reale è l’origine di un terrore straordinariamente inquietante" esatto, perfetto!
perché è ciò che comunque noi riconoscimo ma vediamo e percepiamo distorto, sinistramente deformato: per questo amo tanto Marylin Manson, anche lui in fondo un terrificante clown contemporaneo di nero vestito, ciao :)
ehi Amanda ;) quanto tempo.... mi fa piacere essere entrato nelle tue corde ;) hai letto il post sugli spaventapasseri? il link è qui nel testo di questo post ;)
Anche a me i pagliacci hanno fatto sempre impressione. Nel migliore dei casi mi intristivano piuttosto che farmi ridere, nel peggiore mi inquietavano. E appunto anche le bambole, e per lo stesso motivo odio le maschere, soprattutto quelle che coprono tutto il viso.
Scapigliato: clown, spaventapasseri, bambole... hai per caso un "dirty pleasure" per Supernatural? ;-)
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