Spartiacque tra un prima e un dopo inconciliabili, la visione orrorifica creata dal genio di George A. Romero, La notte dei morti viventi (1968), è l’atto di nascita del New Horror. Per New Horror si intente una nuova onda di pellicole del terrore accumunate, come si fa per ogni movimento e generazione artistica, da referenze comuni, capiscuola condivisi, estetica, stile, registri ed immaginario che, benché non siano necessariamente gli stessi, convergono ugualmente verso un obiettivo comune che negli anni settanta era la rottura con il passato dell’America e del mondo occidentale tutto. Verranno messi alle corde i sistemi governativi, le istituzioni famigliari, quelle militari, quelle religiose e quelle politiche. L’autorità, nel mirino dei movimenti giovanili di contestazione degli ultimi anni sessanta, diventa il mostro castratore che inibisce, limita e massacra le libertà individuali, una su tutte: quella sessuale. Tant’è che in molte narrazioni horror dell’epoca, se non tutte, e nella maggior parte di quelle a venire, è centrale la tematica della carne. Sbudellamenti, smembramenti, penetrazioni, decapitazioni, evirazioni, eviscerazioni: l’estetica splatter, sempre più audace di decennio in decennio, fino alla pornografia e all’assuefazione, diventa la nemesi narrativa dell’edulcorazione borghese della società bene americana.
Quando nel 1968 George A. Romero convoglia in una piccola produzione indipendente tante delle tensioni sociali dell’epoca riproponendole attraverso lo sguardo deforme dell’immaginario horror si può ben parlare di rivoluzione.
Inizialmente, anche lo zombi poteva apparire tra gli Orribili Quattro, le maschere classiche del cinema horror: Dracula (1931), Frankenstein (1931), la Mummia (1932) e l'Uomo Lupo (1941). È infatti del 1932 L’isola degli zombies di Victor Halperin, ma al di là dell’ottima prova di Bela Lugosi non troviamo il seme per un filone mostruoso di successo. Cosa che invece accadrà con la mummia, di cui lo zombi è una variante. A questo punto bisogna fare delle differenze. Differenze tra la mummia, gli zombi pre-sessantotto e gli zombi post-sessantotto, o meglio ancora i living dead, i morti viventi.
La mummia è un cadavere più o meno preservato, volutamente preservato, che ritorna a vivere grazie ad un rituale, una pozione, o comunque sia, per la chiara volontà dello stregone. I primi zombi del grande schermo invece sono esseri umani non necessariamente morti che vengono stregati dal mago, che ne diventa il padrone, il meneur, e li usa per i suoi piani criminali. Anche in Ho camminato con uno zombi di Jacques Tourneur (1943), non abbiamo cadaveri che tornano in vita, ma esseri viventi che vengono comandati da stregoni. Questa modalità è in linea diretta con la tradizione voodoo tahitiana, ripresa anche da Wes Craven nel 1988 con Il serpente e l’arcobaleno. Gli zombi di Romero invece, anche se con i loro predecessori condividono la catatonia e la fissità dello sguardo, la deambulazione lenta e inesorabile ed una apparente invulnerabilità, hanno come caratteristiche peculiari il fatto di essere dei veri cadaveri che tornano in vita e, soprattutto, a renderli mostruosamente moderni è la loro antropofagia – va ricordato però un precedente importante: in La lunga notte dell’orrore (John Gilling, 1966), sul finale del film, dopo una lunga e verbosa attesa in tipico stile pop-gotico della Hammer, dalla terra del cimitero escono dei morti viventi.
Con l’intrusione degli zombi antropofagi di Romero si aprono letteralmente le porte dell’inferno. Orde di nuove mostruosità, alcune in rapporto di stretta parentela con quelle classiche del terrore primo-novecentesco, altre come rivisitazioni di figure folkloriche o mitiche del Ritornante ed altre ancora vere e proprie invenzioni originali dettate dall’epoca, iniziano a riempire schermi e libri di generi diversi. L’horror si contamina con la commedia, l’action, il bellico, il fight-movie, il western, il porno; l'horror viene usato come immaginario sterile e non perturbante in action-movie campioni d’incassi e si ramifica tra filoni, sottofiloni, estetiche e poetiche varie, in una miriade di forme, narrazioni e immagini come non era mai successo prima. Il fenomeno ad oggi, non si è fermato. Forse ha rallentato, forse s’è girato su se stesso tra remake, prequel, equel, sequel e reboot, ma non conosce arresto. Anzi, accelera nella contaminazione, sbarca sul piccolo schermo televisivo facendolo grande e ingloba le più profonde e alte riflessioni sulla società moderna, più ancora dei drammi d’autore. È diventato anche cinema industriale e redditizio, causa anche dell’impoverimento contenutistico, dell’appiattimento estetico e della debolezza politico-sociale del genere. La neo-edulcorazione dell’horror, patinato nell’estetica, standard nella grammatica, industriale nel linguaggio, ne ha limato verso il basso la potenzialità sovversiva.
Ovviamente, ci sono anche film contemporanei che non risentono di tale inversione di marcia, anzi, spingono l’acceleratore sul macabro, lo scioccante e il disgustoso. In questo operano come principali dispositivi del terrore le varie mostruosità che popolano i vari film e i vari filoni, componendo un immaginario e un’iconografia di riferimento pluriadattabili. Fondamentale quindi, dal New Horror post-sessantottino a quello patinato degli anni novanta fino a quello pornografico e in altri casi omologato e sterile del Nuovo Millennio, la figurazione della mostruosità mutuata dagli archetipi classici.
Come si può vedere dalla sintetica rassegna di mostruosità e titoli a continuazione, con il 1968 l’horror non sarà più lo stesso. Non sarà più soltanto lo scenario espressionista dove rappresentare le ansie di inizio novecento, guerre e totalitarismi vari; non sarà più soltanto il diorama pop dei gotici Hammer dove, a guerre finite, si accennava a perturbazioni più intime e psicologiche di chiara matrice sessuale ed esistenzialista; ma sarà anche e soprattutto un immaginario rinnovato da nuove mostruosità, con un’estetica di base sadiana, evolutasi dal gore allo splatter fino al torture-porn. Un nuovo horror in cui, come già spiegato, sono nuovi gli orrori di cui si parla e se ne mette in scena la problematicità.
La playlist che segue individua un film a rappresentanza della mostruosità scelto tra i titoli più recenti, indicando poi altri titoli tra i più emblematici, senza ovviamente poter esaurire l'argomento.
licantropi (Un lupo mannaro americano a Londra, 1981; L’ululato, 1981, Unico indizio la luna piena, 1985; Ginger Snaps, 2000; Cursed, 2005; Big Bad Wolf, 2006; Wolfman, 2010)
vampiri (Il marchio di Dracula, 1970; 1972: Dracula colpisce ancora, 1972; Blood for Dracula, 1974; Dracula, 1979; Nosferatu, 1979; Ammazzavampiri, 1985; Il buio si avvicina, 1987; Ragazzi Perduti, 1987; Intervista col vampiro, 1994; Dal Tramonto all’alba, 1996; Vampires, 1998; The Addiction, 1995; Dracula’s Legacy, 2000; 30 giorni di buio, 2007; Byzantium, 2012; Solo gli amanti sopravvivono, 2013)
zombi (La notte dei morti viventi, 1968; Le tombe dei resuscitati ciechi, 1971; Zombi – Dawn of the Dead, 1978; Lucio Fulci’s Zombi 2, 1979; Zombi Holocaust, 1979; Cimitero vivente, 1989; Le notti del terrore, 1981; Il giorno degli zombi, 1985; 28 giorni dopo, 2007; Rec, 2007; Grindhouse – Planet Terror, 2007; Survival of the Dead, 2010; Warm Bodies, 2013; Word War Z, 2013)
Con Chris Osborn, Dora Madison Burge, Roger Edwards, Denise Williamson, Samuel Davis
In streaming su Apple TV
ominidi (The Legend of Bobby Creek, 1972; Curse of Bigfoot, 1976; Abominable, 2006; Yeti, the Curse of the Snow Demon, 2008; Exists, 2012; Bigfoot Wars, 2014)
il posseduto dal diavolo/demone (L’esorcista, 1973; Omen, 1976; Il tocco del male, 1998; Long Time Dead, 2002; The Exorcism of Emily Rose, 2005; Insidious, 2010; The Possession, 2012; The Conjuring – L’evocazione, 2013; Liberaci dal male, 2014; Ouija, 2014)
rednecks e torturatori (Non aprite quella porta, 1974; Snuff, 1976; Le colline hanno gli occhi, 1977; Tesis, 1996; My Little Eye, 2002, Wrong Turn, 2003; Calvaire, 2004; Hostel, 2005; Wolf Creek, 2005; Madison County, 2011)
la strega e l’orco (Suspiria, 1977; La casa dell’orco, 1988; Giovani streghe, 1996; The Blair Witch Project, 1999; Drag me to Hell, 2009; Le streghe di Salem, 2012; The Wicked, 2012; Hansel & Gretel Get Baked, 2013; Cub, 2014)
il serial-killer (Maniac, 1980; Corda tesa, 1984; Henry, pioggia di sangue, 1986; The Hitcher, 1986; Il Silenzio degli Innocenti, 1991; Scream, 1996-2011; Smiley, 2012)
Con Chris Massoglia, Nathan Gamble, Haley Bennett, Teri Polo, Bruce Dern, Quinn Lord
In streaming su Infinity Selection Amazon Channel
macchine, bambole e vari oggetti posseduti (La macchina nera, 1977; La bambola assassina, 1988; Christine. La macchina infernale, Brivido, 1986; The Mangler, 1995; Dead Silence, 2007; The Hole, 2010)
i bambini fantasma (El espinazo del diablo, 2001; The Ring, 2002; Darkness, 2002; Sant Ange, 2004; Grudge, 2004, Dark Water, 2005; The Messengers, 2007)
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