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Roma 2014: Giorno 7
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Il Festival di Roma volge quasi al termine. Sono rimaste le ultime due giornate piene di visioni e il sistema di voto è già ben avviato: ricordiamo, infatti, che quest'anno a decidere vincitori e vinti non sarà una giuria ma il pubblico che ha visto le opere. Non mancheranno di sicuro le sorprese nel palmares... Intanto, il nostro Steno79 è riuscito a vedere (fuori concorso) Tre tocchi di Marco Risi e, a differenza dell'intera stampa nazionale che lo ha apprezzato, non ce ne parla in termini lusinghieri: «Da tempo non seguivo la carriera registica di Marco Risi, di cui so che film recenti come Cha cha cha o Fortapasc hanno avuto accoglienze molto positive dalla critica, e per curiosità ho visto questo nuovo film presentato al Festival. Con tutto il rispetto per Risi, Tre tocchi mi sembra un’occasione mancata: se da un punto di vista tecnico è girato con competenza, la sostanza tende a scadere nei luoghi comuni da fiction televisiva, le storie parallele si incastrano con difficoltà e, quel che è peggio, non appassionano, restando qualche gradino al di sotto degli affreschi corali mucciniani come L’ultimo bacio, che già molti critici non amarono, ma era girato con uno slancio narrativo sicuramente più coinvolgente».

Il cinema italiano è protagonista della settima giornata di proiezioni del Festival Internazionale del film di Roma. Alle 19:30 infatti la Sala Sinopoli ospita il secondo titolo nostrano in concorso: La Foresta di Ghiaccio di Claudio Noce. Opera seconda del regista, il film racconta come dietro l'apparente serenità di un piccolo paese alpino si nasconda una rete di torbidi misteri. «Il vento freddo soffia senza sosta, facendosi largo tra gli abeti, scavando nella roccia scura, invadendo la sconfinata foresta sommersa dal ghiaccio. Decidere di ambientare questa storia tra le montagne e le impenetrabili foreste ghiacciate è stato un passaggio successivo alla composizione della drammaturgia. Quando la magnificenza della montagna è apparsa davanti ai miei occhi, non ho avuto più nessun dubbio e ho pensato che fosse questo il palcoscenico perfetto per questa favola nera. Un luogo dove la natura è più forte della volontà e dei desideri dell’uomo. Dove il dolore e il senso di colpa si fondono con l’urlo violento della tempesta. Un’impenetrabile barriera di cemento avvolta nella notte. Una diga che divide il tempo. Ho sempre amato le zone di confine, dove lo spazio si fonde fra cielo e terra e muta asseconda dello sguardo. Dove l’attesa si trasforma in bisogno. La foresta di ghiaccio è come una grande ragnatela che lentamente si scioglie diventando neve e vento, fino a fondersi con la tempesta del peccato e con il furore della vendetta. E quando la notte sembrerà infinita, quando nel buio bruceranno le colpe del passato: improvvisamente tornerà il giorno. Questa storia parla di vendetta, di amore e odio, di amicizia e tradimento, ma anche di senso di appartenenza, qualcosa che forse non ha più a che fare con i nostri giorni», chiarisce Noce.

 

La foresta di ghiaccio (2014): Trailer ufficiale italiano

 

Sempre per il concorso, la Sala Sinopoli ospita alle 16:30 Os Maias di João Botelho: sullo sfondo di una “impressionistica” e “viziata” Lisbona, Botelho porta sul grande schermo il celebre romanzo di Eça de Queirós, travolgente e sconvolgente storia d’amore fra un ozioso dottore aristocratico e una donna che, fino a quel momento, ha condotto una triste esistenza: la passione tuttavia conduce a un nuovo e più profondo abisso, l’incesto.

Alle 22 è invece la volta per Mondo Genere Stonehearst Asylum di Brad Anderson. Tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, Il sistema del dr. Catrame e del prof. Piuma, il film è un thriller ambientato in un manicomio che nasconde un inquietante segreto ed è sorretto da un cast all star di prim'ordine. Pazuzu ha già avuto modo di vederlo e ce lo descrive così nella sua recensione: «un film che, dopo un'ora abbondante su ottimi livelli nella quale a prevalere sono le atmosfere gotiche suggerite dalle pagine del grande scrittore statunitense, prende pian piano a deragliare, concedendo alla storia d'amore tra i personaggi di Sturgess e Beckinsale una ribalta che finisce per relegare in secondo piano il resto, peraltro nel corso di un segmento finale stiracchiato nel quale i colpi di scena si succedono con un ritmo tanto serrato da produrre, per paradosso, il progressivo svuotamento della tensione e di ogni possibile coinvolgimento emotivo. In un'operazione siffatta, va da sé puntare il dito, più ancora che sulla regia - comunque attenta - di Anderson, sulla sceneggiatura di Joe Gangemi, che neutralizza quello che poteva essere un horror gotico originale trasformandolo in un thriller che insegue ossessivamente la convenzionalità, peraltro riducendo a mero espediente narrativo un buon argomento come il contrasto tra il concetto medievale di cura psichiatrica e quello universale del rispetto della dignità umana».

 

Sophie Kennedy Clark, Kate Beckinsale

Stonehearst Asylum (2014): Sophie Kennedy Clark, Kate Beckinsale

 

Per Prospettive Italia sono in programma in sala Petrassi alle 17 l'evento speciale Ne ho fatte di tutti i colori di Marco Spagnoli, che fornisce un ritratto a cuore aperto del mitico press agent Enrico Lucherini, e alle 19 di Due volte Delta di Elisabetta Sgarbi, che offre un dittico ambientato lungo il corso e la foce del fiume Po.

Anche la sezione MaXXI presenta due diverse opere: alle 18 tocca a Prima del film di Marco Chiarini e Mario Sesti, un documentario che racconta la passione per il disegno e la pittura di tre magnifici autori di diverse stagioni del cinema italiano: Marco Bellocchio, Ettore Scola e Paolo Virzì; subito dopo, c'è la proiezione di My sister is a Painter di Virginia Eleuteri Serpieri, dotata videomaker che ha una sorella pittrice e un padre autore di fumetti di rilevanza internazionale: i quadri della sorella diventano oggetto di un diario affettivo e di una riflessione affascinata nella ricerca della talentuosa regista.

Tra le altre proiezioni, si segnalano per Alice nella città The Crow's Egg di M. Manikandan e di All Cats are Grey di Savina Dellicour.

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