Perché parlare di frustrazione? Ecco perché. Perché chi vi scrive voleva essere lui a dar il via alle nuove danze. Volevo essere io a riportare in vita lo spaghetti-western, nonostante Gervasini lo dia per morto. Anche Shuna – The Legend, spagowestern di Emiliano Ferrera, già co-autore di Inferno Bianco di Stefano Jacurti, girato tra l’Italia e la Spagna – le cui location conosco come le mie tasche dopo ben sette anni di sopralluoghi in Almería – e soprattutto girato in lingua inglese a conferma del suo respiro internazionale, testimonia che qualcosa si sta davvero muovendo. Il film di Tarantino, si spera, farà il resto.
Dov’è quindi questa frustrazione? Sta tutta qui. Sta nel vedere intorno a me, un westerner vero e puro, con cultura, istruzione e competenza nel genere, un brulicare di novità e non farne parte. Certo, manco di intraprendenza personale, ma è anche vero che non so dove sbattere la testa, come iniziare un progetto, a chi rivolgermi, con che capitali, con quali mezzi. Ecco. Tutta qui la mia frustrazione. Mi consola sapere che il genere si stia rivitalizzando, nella speranza poi di vederlo tornare prepotentemente sulla scena cinematografica mondiale. Ma il problema resta sempre lo stesso: come può un ragazzo ben intenzionato, con competenze, a iniziare qualcosa di buono qui in Italia?
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