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Nemesi

Regia di Walter Hill vedi scheda film

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La recensione su Nemesi

di mck
6 stelle

La piel que habito is the limit.

 

Walter Hill -[un lustro di capolavori: Hard Times, the Driver, the Warriors, the Long Riders, Southern Comfort, un decennio di buoni film: 48 Hrs., Streets of Fire, Red Heat, Johnny Handsome, un decennio di classicità: Geronimo, Wild Bill, Last Man Standing (e una collaborazione capolavoro: il pilot di “DeadWood”), e un tre lustri di “sperimentazioni”: SuperNova, UnDisputed, Broken Trail, Bullet to the Head, Goliath (stag. 2), e inoltre produttore di tutte e tre (quella originale, il crossover con “Predator” e quella prequel) le saghe di “Alien”]-,  

 

 

in quest'Era della Protesi, con “the Assignment” -[in un primo momento “the Re-Assignment” (e in italiano “Nemesi”), e a tal proposito tralasciamo per carità di Matria e Patria ch'è il Mondo Intiero (col Dittongo mobile tanto quanto il Genere) le stupide e assurde polemiche sul titolo per buttare un occhio ad altre polemiche altrettanto idiote e folli*]-,   

 

 

sceneggiato assieme a Denis Hamill [romanziere (Sins of Two Fathers, Empty Stockings, Ten Spot), sceneggiatore (Turk 182!, Critical Condition, Under New Management) ed entrambi (Fork in the Road) del Queens] - uno che odia le corsie preferenziali riservate a pedoni e ciclisti** - partendo da un progetto dello scrittore di quasi 40 anni prima (TomBoy),   

 

 

frulla il post-pulp e il neo-noir, Shakespeare (Riccardo II) e Poe (NeverMore e la Filosofia della Composizione), Giorgio Moroder   

 

 

-[questo è il primo vero film per il cinema musicato dal compositore di Ortisei (in coppia con Raney Shockne, specializzato in serie e programmi tv, col quale ha contemporaneamente collaborato per “Queen of South”) dopo 33 anni (MidNight Express, American Gigolo, Foxes, Cat People, FlashDance, Scarface e la riedizione di Metropolis), a meno di considerare “Electric Dreams”, “Mamba” e “JackPot” dei veri film (ché allora gli anni scenderebbero a 24)]-   

 


e un simil font TimePiece (quello di “A ClockWork Orange”), chirurgia plastica sperimentale ed eterogenee questioni di (etero)genere: gl'inserti lampo fumettistici sono tanto narrativamente/stilisticamente/strutturalmente gratuiti (non portano avanti la storia diventandone parte come in “Kill Bill” e non fanno parte integrante di un mondo come nel “Batman” ABC di fine anni '60 con Adam West) quanto cinematograficamente/grammaticalmente/derivativamente giustificati (il loro essere transgender in dialogo coi generi affrontati, e l'origine stessa del progetto, che dallo script iniziale di fine anni '70 divenne poi un graphic novel (sulle orme di TriggerMan) scritto a quattro mani con Matz e illustrato da Jef e pubblicato prima in Francia nel '16 e l'anno successivo, in concomitanza con l'uscita del film, anche in lingua inglese).  

 

(Separati alla nascita: Michelle R., Christian D., Valerio S.)


Davanti alla macchina da presa una pre-potente, brava e pure bella Michelle Rodriguez che all'invidia del pene (e del naso finto e posticcio) sostituisce un ultimo proiettile conservato incastrato tra la suola e il tacco 12,   

 

 

Sigourney Weaver e Tony Shalhoub in un duetto un po' al bromuro e un po' sacrificato sull'altare della retorica (ma i primi piani granitici di lady-madame-miss-signora Alien farebbero convertire chiunque al culto di Atena),   

 

 

Anthony LaPaglia in un piccolo ruolo che sprigiona infida simpatia dai baffetti alla Flanders,   

 

 

e Caitlin Gerard ("American Crime"), molto brava, in un ruolo di supporto.  

 

 

Fotografia satura, calda e pastosa del “b-movier” James Liston. Montaggio del sodale Phil Norden, che lavora con Hill da metà anni '90.    

 

 

Note.

 

Sul graphic novel:

- http://collider.com/walter-hill-interview-reassignment-deadwood/

- https://www.bdgest.com/chronique-7085-BD-Corps-et-ame-Matz-Jef-Corps-et-ame.html

- http://www.editions-ruedesevres.fr/matz-jef-et-walter-hill-r%C3%A9cidivent-0


Una volta tanto sono d'accordo con Roger Ebert. Che infatti è morto. E non è lui.
- https://www.rogerebert.com/mzs/the-unloved-part-47-the-assignment

* IndieWire vs. IndieWire:
- le accuse («“The Assignment” is exploitative, insulting, and dangerous to trans people.»), prese in carico da Jude Dry: http://www.indiewire.com/2017/04/the-assignment-most-offensive-lines-moments-michelle-rodriguez-1201802486/
- la difesa di Walter Hill, raccolta da Chris O'Falt: http://www.indiewire.com/2017/04/the-assignment-director-walter-hill-filmmaker-toolkit-podcast-episode-23-1201802951/

** Daily News vs. StreetBlog:
- http://www.nydailynews.com/opinion/hamill-hate-bike-lanes-article-1.1250744
- https://nyc.streetsblog.org/2013/01/30/the-hypocrisy-of-denis-hamills-blind-road-rage/

 


Morale Accessoria (Lex Talionis).
Qual è la peggior punizione per un macho-man? Essere trasformato in una femmina.
Perché questa salomonica parafrasi della levitica legge del taglione (la pena: pene per pene, clitoride per clitoride) dovrebbe essere offensiva per qualcuno?
“Una volta ero un uomo terribile. Poi, qualcosa è cambiato”.
E ora è una donna (un po' meno?) terribile. Dato ch'è ancora un maschio (l'Es/Id, l'Io e il Super-Ego in Sé/Loro/Lei/Lui).
Per contro, Madre Teresa e Aung San Suu Kyi - due bei peperini di per loro - se dotate di strap-on non mi diventano automaticamente Charles Manson.

* * * ¼ -        

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