Regia di Carlo Lavagna vedi scheda film
Arianna (Quadri) è un intersessuale (con o senza apostrofo?), un’ermafrodita (di nuovo: con o senza?) in spasmodica attesa della sua prima mestruazione. Il seno, nonostante la terapia ormonale, le cresce poco, a differenza di sua cugina Celeste (Yoshimi). Nella casa di campagna nei dintorni del lago di Bracciano dove ha passato l’infanzia, Arianna ha la sua prima esperienza sessuale. Ma non prova piacere. Sicché decide di rivolgersi a una ginecologa nonché a un gruppo di discussione per cercare di capire qualcosa sul suo passato e come superare le sue difficoltà.
Pur con qualche ingenuità di sceneggiatura, una ricerca di lirismo a tutti i costi e un cast che alla bravissima esordiente Ondina Quadri accosta comprimari non sempre all’altezza, il film d’esordio di Carlo Lavagna (accostabile per l’audacia del tema al magnifico XXY di Lucia Puenzo) è capace di restituire senza alcun accento oleografico lo smarrimento identitario di questa ventenne per la quale i genitori presero una decisione soffertissima e manichea, espressione emblematica di una società che vuole normalizzare e medicalizzare tutto.
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