Regia di Robert Eggers vedi scheda film
Trama crescente; tecnica eccelsa; tensione costruttiva!
Il male può alloggiare nelle case; nelle illusioni; nelle paure; nella mente degli esseri umani. Il male può esprimersi nell'inconscio; nelle manifestazioni oniriche; nelle visioni; nelle azioni, brutali e selvagge; nella disperazione; nell'ignoranza; nell'essere superstiziosi; nell'apatia; nei bisogni primari di ogni individuo, sia che esso sia dedito alla preghiera, che abbia fede, sia che esso sia divorato dal terrore, dall'angoscia, dalla tentazione.
Le catene che imprigionano la logica in un limbo oscuro e profondo, senza via di fuga, scatenano la bestia, trasformano personalità, recidono legami di sangue. Il prigioniero, vittima della propria debolezza, della propria insignificanza, si dimena, scalciando, urlando, contorcendosi in preda al dolore che impartisce una forza arcana, oscura, maledetta al suo corpo ma anche alla sua stessa anima.
The VVitch; miraggio della coscienza; fame di carne; agguato nella foresta.
Si ritorna a Shining, al decadimento della forma(lità) sociale più semplice, più esemplare: la famiglia.
Si percepisce un demone, la vista dell'incubo, la (rap)presentazione di una disfatta.
Carneficina.
Carnefice [: chi? che cosa?]
Una fiaba...
... un'ascesa nelle realtà più macabre delle modern England -> NewEngland Folktales...
... e complimenti a Robert Eggers!
Non che io sia un chissà quale appassionato di horror, devo ammetterlo, ma la visione di questo lungometraggio deve avermi, in qualche maniera, affascinato e, dopo la sua conclusione, incuriosito a dare una chiave di lettura non solo storica, folkloristica, teologica, bensì complessiva, olistica di ciò che avevo osservato.
Questo tanto per dire che, anche se l'intreccio in sé del film non è per nulla complesso, comunque può essere motivo di diverse - ovviamente personali - riflessioni riguardo ad aspetti sia psicologici che puramente simbolici o irrazionali [non però in senso stretto, in quanto le credenze, le fiabe, le superstizioni non sono sempre conseguenze di un certo credo illogico].
New England/1600 d.C.
{ puritani... puritani ovunque! }
Eppure la famiglia protagonista non si fa inserire nel sistema - politico, alla fin fine - del villaggio di cui fa parte. Alché, una volta invitata ad andarsene, comincia il viaggio verso la terra che, per il padre, il capo-famiglia, donerà prosperità e felicità alla moglie, ai suoi cinque figli e a se stesso. Così arrivano di fronte un'imponente foresta. Così decidono di vivere lì. Così decidono di morire...
Un classico!
La trama non voglio scriverla, poiché Black Phillip me lo impedirebbe...
Sugli aspetti tecnici, invece, potrei esprimermi senza capre che mi fissano... il che è una cosa per cui sto tranquillo [non è che abbia paura delle capre, anzi, mi fanno ridere, sono buffe; però dai, che ansia...]
Prove attoriali eccelse! Non perché ci siano attori superlativi, ma perché i volti scelti per le diverse parti sono semplicemente perfetti, puliti, dai lineamenti che sembrano definiti apposta per incarnare i personaggi sia fisiologicamente che come comportamento: padre affaticato, madre sconvolta, figlia incompresa, figlio angelico, gemelli insopportabili ecc ecc... non potevano esserci attori migliori [considerato il budget di 3 milioni di dollari per produrre il lungometraggio].
La regia è statica, meravigliosa nel riportare la temporalità della narrazione ed espanderla, così da costruire efficaci sequenze di suspance. La fotografia azzurro&grigio&nero&marrone aiuta molto ad immergersi nelle ambientazioni ed a costituire le atmosfere cupe e decadenti dell'opera. Esteticamente descriverei The VVitch come un film marcio.
E' tutto marcio!
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