Espandi menu
cerca
The Witch

Regia di Robert Eggers vedi scheda film

Recensioni

L'autore

will kane

will kane

Iscritto dal 24 giugno 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 78
  • Post 6
  • Recensioni 4131
  • Playlist 23
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Witch

di will kane
8 stelle

Primi del Seicento, New England: una famiglia con prole numerosa viene espulsa dalla comunità in cui vive, e il capofamiglia, arrogante, rivendica fieramente la non necessità di far parte di tale nucleo, portando i familiari a vivere ai margini di un bosco, ove coltiveranno la terra e alleveranno animali. Ma il più piccolo dei figli, di lì a poco, sparisce e le ricerche saranno inutili, anche se lo spettatore sarà purtroppo consapevole che un'oscena fattucchiera è responsabile di ciò che è accaduto: ed è solo il primo passo della discesa infernale che colpirà la famiglia, timorata a dismisura di Dio, nonostante le resistenze della figlia più grande. Ha colpito, e molto, la critica, questo horror girato dallo sconosciuto, finora, Robert Eggers, cui viene attribuita un'imminente nuova versione di "Nosferatu" (e sarebbe bene, ha il senso del cinema necessario e sa colorare di cupo come pochi le atmosfere): ha un passo lento ma determinato, una progressione della tensione tenace e il senso di oppressione che permea fortemente storia e personaggi, trasuda su chi guarda il film, in maniera anche urticante. Non è un film d'orrore particolarmente sanguinario, o con scene macabre insostenibili, "The Witch": semmai, è una fiaba nera con morale sferzante, su come un sistema fondato sul senso di colpa, e su un credo vissuto come un'aspra condanna porti a situazioni malate, con citazioni esplicite di "Alice nel Paese delle Meraviglie", vedi la lepre inseguita, "Hansel e Gretel", con la casupola nel bosco che cela cose malvagie, "Biancaneve", con una mela che sbuca fuori in un momento cruciale. Lontanissimo dagli horror estivi per comitive di ragazzi in vena di spaventi collettivi, è un racconto crudele, potente e per niente assolutorio sui rischi di ogni integralismo ( ma anche pregno di un sarcasmo aguzzo sulla nascita degli Stati Uniti: siamo nell'epoca dei Padri Pellegrini, primi coloni veri e propri del Nuovo Mondo...), e sull'errore imperdonabile di delegare le risposte e i rimedi alla propria scelleratezza a qualcosa di superiore. Notevole la giovanissima protagonista Anya Taylor-Joy: c'è da scommettere che la incontreremo spesso sullo schermo. 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati