Regia di Robert Eggers vedi scheda film
Giocato sul fuori campo e sulle suggestioni grandangolari di una natura minacciosa e ostile, il film fa la spola tra il thriller psicologico e le derive horror, introducendo gli elementi di un onirismo fantastico e irrazionale all'interno di una successione di avvenimenti che l'esaltazione e la follia dell'uomo sarebbero sufficienti a giustificare.
Banditi dalla comunità del New England in cui vivono per il loro radicalismo religioso, una famiglia di pellegrini si stabilisce in una fattoria isolata prospiciente una selvaggia zona boschiva. Quando il figlio più piccolo, un bambino di pochi mesi, sparisce misteriosamente, un clima di sospetto e di paura inizia a diffondersi tra i componenti, alimentato da arcaiche superstizioni che attribuiscono ai riti di una misteriosa strega il rapimento e la morte dell'infante. Ne farà le spese la figlia adolescente, ritenuta il facile bersaglio per le lusinghe del Demonio. Massacro finale.
Al suo esordio cinematografico dopo una gavetta nel teatro e nella televisione, il regista e sceneggiatore americano Robert Eggers sceglie di cimentarsi con un tema tanto abusato quanto controverso della storia americana, ed in particolare quel retaggio culturale fatto di fanatismo religioso, superstizioni escatologiche e tribunali puritani che le prime comunità del New Hampshire si portavano dietro dalla madrepatria (La lettera scarlatta - 1995). Costruito come una sorta di viaggio iniziatico di una fondazione sociale basata sul sacrificio dell'innocenza e sulla trasgressione alle leggi della natura, l'esilio obbligato di una famiglia bandita in un lugubre e selvaggio Eden coloniale rappresenta una singolare variante del classico rapporto uomo-natura, laddove la concezione di una Terra Madre prodiga dei frutti necessari al sostentamento ed alla prosperità familiare (la caccia, l'agricoltura, l'allevamento) fa presto a trasformarsi in una Matrigna crudele e sanguinaria che il peccato originale di una concezione disfunzionale dei rapporti umani non può che condurre alla rovina ed alla perdizione dei suoi disgraziati adepti. Giocato sul fuori campo e sulle suggestioni grandangolari di una natura minacciosa e ostile, il film di Eggers fa la spola tra il thriller psicologico e le derive horror, introducendo gli elementi di un onirismo fantastico e irrazionale all'interno di una successione di avvenimenti che l'esaltazione e la follia dell'uomo sarebbero sufficienti a giustificare ed alimentando così una latente tensione narrativa pronta a sfociare ad ogni inquadratura nel dominio del magico e del sovrannaturale. Più che attendibile da un punto di vista antropologico, il tema delle credenze legate alle pratiche osteggiate oltreoceano dalla Santa Inquisizione trovano qui un suggestivo sincretismo con quelle autoctone dello sciamanesimo, evocando le misteriose forze naturali che trovano nella simbologia del bosco (muro impenetrabile di conoscenza e perdizione) e del diabolico caprino (il Black Phillips della inquietante nenia dei due gemelli) gli elementi di uno scontro culturale in cui l'uomo sembra destinato inevitabilmente alla debacle ed alla sconfitta. Comunque ambiguo nello sciogliere la riserva sulla reale natura di questa disfatta, la rinascita dell'uomo non può che ripartire dalla potenza e dall'energia di una prorompente sessualità incarnata dalla giovane e virginale adolescente (una Anya Taylor-Joy di cui sentiremo certamente parlare) suo malgrado cooptata nel sabba di un epilogo emblematico in cui liberarsi finalmente dalle catene del pregiudizio sociale e dalle frustrazioni di un'affettività filiare non andata a buon fine. Notevoli la fotografia di Jarin Blaschke e le musiche di Mark Korven e giustamente premiato al Sundance Film Festival 2015 ed al London Film Festival 2015.
Non sempre le donne ne sanno una in più del diavolo.
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