Regia di Sergio Castellitto vedi scheda film
NEI CINEMA DAL 5 MARZO DEL 2015
VISTO SU NETFLIX NEL NOVEMBRE 2022
Una cena per ripercorrere un’intera storia d’amore finita malissimo. Flirt, infatuazione, sesso sfrenato, amore e gelosia e possessività e invidia e disistima e figli che divengono motivo di scontro e suoceri ingombranti. Il tutto gemma su ferite profonde dell’infanzia e della crescita, segni lasciati dalle famiglie, da genitori a loro volta sofferenti e impreparati e dannosi.
Questa di Sergio Castellitto (al suo quinto lungometraggio tratto da romanzi della moglie Margaret Mazzantini) - regista e attore romano tra i più sensibili del nostro cinema ma incappato in non pochi passi falsi che hanno un po’ guastato la sua filmografia (l’ultimo nel 2021 col deludente Il materiale emotivo) - questa, si diceva, è una pellicola che fa del dialogo fitto e urlato e poi sussurrato il proprio tratto stilistico, quasi la vicenda fosse stata scritta per una rappresentazione teatrale, vista la semplicità della scenografia, in una Roma anonima di scorci indistinguibili, probabilmente un po’ di Eur e dintorni, un po’ di quartiere Flaminio e un po’ di mare e poi interni, di ristorante e appartamenti.
Protagonisti tormentati della storia riscritta per il cinema dalla stessa Mazzantini, sono due attori in un certo senso feticci di Castellitto: Riccardo Scamarcio (che col regista ha duettato in Italians di Giovanni Veronesi, 2009), nella parte del marito che prometteva amore e fedeltà eterni ma che, raggiunto il successo professionale come scrittore, si essicca a livello di sentimenti e diviene sempre più intollerante dei fardelli familiari; Jasmine Trinca (scelta come primattrice per il successivo Fortunata, 2017, al fianco di Stefano Accorsi), donna scavata nel fisico (i denti rovinati dagli acidi gastrici) e nella psiche (una fobia generalizzata per la vita) dall’anoressia adolescenziale, intrisa di risentimento nei confronti di quel ragazzo dagli occhioni chiari che dopo averle aperto le porte del paradiso le ha poi frantumato il sogno.
L’intesa – anche sul piano erotico - Scamarcio-Trinca è probabilmente il miglior requisito dell’opera di Castellitto, che tuttavia a livello di contenuti non riesce a soddisfare l’attesa di originalità rispetto ad altre dello stesso sottogenere: il dramma matrimoniale. Viene in mente, ad esempio, l’energico Storia di un matrimonio (Usa 2019), in cui il decadimento dei sentimenti e dell’attrazione è sviscerato con più spudoratezza e coraggio. Nel cast meritano menzione per piccole parti soprattutto l’oggi quasi sessantottenne Anna Galiena (La pazza gioia, 2016), nei panni di una madre che tenta di riparare a mancanze del passato; e anche Massimo Bonetti ed Eliana Miglio, nel ruolo di due genitori inconsapevoli e arresi. Gradito il cameo del cantautore Roberto Vecchioni, che getta il filo di speranza dell'ultimissima parte del film.
Un’ultima cena per dirsi, vero o falso che sia, “non ti amo più”. Mentre, forse, si capisce che se si è amato tanto e in qualsiasi modo lo si sia fatto, sarà probabilmente per sempre. Un film a tratti piacevole, sconsigliato per coniugi in crisi. Voto 6,4.
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