Regia di Gareth Edwards vedi scheda film
Ennesimo film di un tormentone iniziato da Ishiro Honda nel 1954, con l'uscita di Gojira (da noi diventato Godzilla), un vero e proprio fenomeno cinematografico capace di dar vita a un sottogenere di grosso successo economico (in Giappone): il kaiju.
A differenza di altri prodotti del genere, Gareth Edwards e i suoi sceneggiatori tentano di dare sostanza al solito canovaccio (che anche qua si ripete) del mostro che attacca le città e ditrugge quanto gli si pone contro, scontrandosi con altri mostri preistorici emersi dalle profondità della terra. La prima parte del film infatti è molto interessante, forse la più interessante di tutta la saga Godzilla, e mostra un certo sforzo degli sceneggiatori. Edwards recepisce le lezioni offerte da Cloverfield e Pacific Rim e ne riprende, per certi versi, linguaggio e messa in scena, sostenuto da effetti speciali e da una fotografia cupa decisamente calibrate. Dall'esperienza giapponese arrivano la stretta relazione tra il mostro e le radiazioni nucleari nonché gli scontri tra i due esseri che vedono gli umani spettatori impotenti nonostante il dispiego di migliaia di militari. Purtroppo le esigenze di mercato non possono impedire di trasforare il tutto in un giocattolone che volge il film verso il genere catastrofico di matrice metaforica. Tanti sforzi e tanti soldi per confezionare, alla fine della fiera, la medesima storia su cui la Toho Film ha fatto soldi a palanche. Da vedere per gli effetti speciali e la messa in scena.
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