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Godzilla

Regia di Gareth Edwards vedi scheda film

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La recensione su Godzilla

di Immorale
4 stelle

M.O.N.A.R.C.H. Vs M.U.T.O.

Il regista britannico, specializzato in mostri, al suo secondo lungometraggio si confronta con il famosissimo dinosauro nato negli anni 50, protagonista di una lunga serie cinematografica che lo consacrò quale “oggetto” filmico collettivo. Anche dopo decenni dal suo “sfruttamento” intensivo in terra nipponica, con l’onda lunga del successo che raggiunse anche l’Europa fino agli anni 80, dove le innumerevoli repliche delle sue avventure rimpolpavano i palinsesti pomeridiani delle numerose tv private italiane, allietando i ragazzini dell’epoca (me compreso).

 

 

La tecnologia digitale superiore rispetto alle epoche passate (ed al semi-disastroso lavoro di Emmerich del 1998) e gli effetti speciali di ultima generazione avrebbero dovuto, in teoria, facilitare il compito alla produzione di questo roboante blockbuster e garantire una resa spettacolare sia dei giganteschi rettili che degli immancabili scontri con le indifese città come (distruttibili) arene; oltretutto, Edwards aveva dimostrato (nel 2006, col suo esordio “Monsters) una sensibilità notevole nell’innestare il classico racconto apocalittico da invasione aliena con tematiche sia romantiche che connesse alla “stupidità” umana nel rispondere alla minaccia. Purtroppo tali auspici si sono realizzati solo in parte.

 

 

Paradossalmente, infatti, i personaggi più credibili della pellicola sono i mostri; mentre gli interpreti reali sono al limite dell’inconsistenza bamboccesca. Che diventa man mano più palese con il trascorrere dei minuti, dopo aver “bruciato” in pochi minuti la presenza di uno dei due interpreti di peso del cast, cioè Bryan Cranston, lasciando la “guida” all’insicura e scialba figura tratteggiata da Aaron Taylor-Johnson e a comprimari vari. Perché il secondo peso medio della pellicola, Ken Watanabe, probabilmente nei panni di un personaggio mal scritto (e parimenti interpretato), si aggira con perenne espressione stupefatta per tutta la durata del film, bofonchiando battute al limite dell’intellegibilità (nel doppiaggio italiano) e somigliando sempre più, con il trascorrere dei minuti, ad una marionetta della vecchia serie tv britannica “Thunderbirds”.

 

 

Si ricorda, in definitiva, solo qualche professionale sequenza di lotta tra giganti, mentre il resto della sceneggiatura arranca tra militarismi vari, frasi stentoree e buchi di sceneggiatura al limite del ridicolo, tipo pretendere di affrontare un moloch alto centinaia di metri armati solamente di fucili o arrivare in elicottero (probabilmente in volo “cieco”) ad un deposito di materiale radioattivo forse rubato da un M.U.TO. (Massive Unidentified Terrestrial Organism), aprendo poi le porte per ispezionarne le varie aree non realizzando che, dietro una di queste, circa un Km di struttura è stata asportata dal gigantesco mostro (non uso ad usar porte, probabilmente). Fino al telefonato finale, auspicabile e atteso dopo una sfiancante visione di oltre due ore. Un’occasione sprecata

 

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