Regia di Gareth Edwards vedi scheda film
Un incipit spielberghiano non fa primavera, ma è sufficiente a strappare l’ultima incarnazione del re dei mostri all’anonimato di altri disaster movie. Obiettare che il protagonista sia monodimensionale e inseguito dalla sfiga è gioco facile per i detrattori, ma se Aaron Taylor-Johnson è in perenne modalità “faccia basita” è perché, santo cielo, sta fissando bestie gigantesche sbriciolare palazzi come biscotti e sgranocchiare bombe atomiche come caramelle. «Mamma, guarda, i dinosauri!» esclama il di lui figlioletto davanti all’imponderabile notiziario tv: occhi sgranati, allo stesso tempo, di eccitazione e di terrore, come di fronte al primo Godzilla del 1954. Da cui Edwards pesca suggestioni e citazioni, per omaggiare il mostro-icona e il genere dei kaiju eiga, senza dimenticare che, in origine, allo spasso delle botte tra colossi si accompagnava l’esplicitazione di terrori (più o meno) ancestrali (qui aggiornati con rimandi a Fukushima e allo tsunami) e la denuncia di una civiltà prodiga d’errori. Gli umani sono incomparabilmente stupidi, è vero, in questo Godzilla 2014, ma che alternativa hanno? Completamente annichiliti da forze antiche, da logiche animalesche che ignorano il bene e il male, da uno scontro naturale che, di quelle ridicole figurine urlanti e dei loro drammi familiari, sostanzialmente se ne frega, l’esercito americano e i personaggi non possono che seguire diligentemente le regole narrative del blockbuster. E lasciare che Godzilla - terrificante ed efficace - faccia il resto.
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