Regia di Silvio Soldini vedi scheda film
L'esordio in lungometraggio di Silvio Soldini, 32enne di origine svizzera dalle già numerose esperienze nel cinema (gli studi alla New York University, alcuni cortometraggi realizzati), è con questo L'aria serena dell'ovest, dolceamaro ritratto generazionale sullo sfondo di una impassibile, indifferente metropoli. I trentenni di Soldini (anche scrittore di soggetto e sceneggiatura, insieme agli esordienti Paola Candini - per il primo - e Roberto Tiraboschi per la seconda) hanno sogni forse più grandi di loro, ma con la costante dell'evasione, della fuga da un ambiente opprimente come è effettivamente quello grigio e caustico della Milano fotografata da un altro quasi esordiente dal futuro parecchio fortunato: Luca Bigazzi. A quanto pare però i sogni più che mai qui son desideri. Fortunata la scelta del poker di protagonisti: Antonella Fattori e Patrizia Piccinini, che qui sono agli inizi, avranno discrete carriere con personaggi quasi sempre di secondo piano; Fabrizio Bentivoglio veniva da qualche esperienza significativa (fra cui un paio di film di Salvatores) ed era già abbastanza popolare, mentre il 'fuori quota' Ivano Marescotti (poco più che quarantenne) proveniva da una tardiva, ma soddisfacente scoperta del teatro (fra gli altri con Martone e Albertazzi) e anche grazie a questo film fu lanciata la sua carriera nel cinema. L'aria serena dell'ovest è un film non facile per il pubblico italiano, improntato su ambienti e psicologie, ma che rientra perfettamente nel momento contemporaneo del cinema nazionale (si pensi ai lavori di quel periodo del già citato Salvatores o di Carlo Mazzacurati). 6/10.
Le vite di quattro personaggi, perduti nella metropoli milanese, si incrociano grazie a un'agendina.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta