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Django Unchained

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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Enrique

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Django Unchained

di Enrique
5 stelle

Ci sono momenti - quando si assiste ad un film di Tarantino - in cui si avverte una sensazione di piacevolezza (quasi godimento), che predispone bene. Ecco quella l’ho avvertita da subito (vedasi i titoli di testa con grafica di 50 anni fa e Django cantata da Bacalov).

https://www.youtube.com/watch?v=Rwfl1SYjX2M

 

Poi, però, ci sono, puntualmente, altri momenti in cui ci si chiede perché diavolo lo debba dirigere proprio lui il film in questione. Perché diavolo non debba lasciare la direzione a qualcun altro, meno stravagante, meno pretenzioso, meno sadico…

Ecco, purtroppo questo momento si sperimenta, con Django Unc., già nella scena immediatamente successiva alla prima, ovvero nella scena in notturna, nella foresta.

 

Ed in quel momento ci si domanda, finanche, perché diavolo abbia scritto proprio lui la sceneggiatura (domanda quasi retorica per chi sa bene come quasi sempre sia lui medesimo ad occuparsi dello script dei suoi films), giacchè questa appare troppo statica, fredda e (dunque) poco invitante, a nulla valendo i micidiali (anche per me) panegirici propinati dal dott. Schultz (C.Waltz); pure “tarantinate”.

http://gooreviewsonline.files.wordpress.com/2013/01/django-unchained-2-dr-king-schultz.png

Invero, tarantinate, queste, come ce ne sono a bizzeffe nel film (l’elenco sarebbe davvero interminabile: dal solito citazionismo maniacale ai siparietti grotteschi ma quasi comici, senza dimenticare le incursioni moleste di dialoghi goffi e strampalati), ma, almeno, nelle sequenze successive, quest’ultimo si scalda un pochetto e dà agio di ambientarci meglio; e ci dà agio di apprezzare meglio la personalissima concezione che ha Tarantino del western. Il che consente, peraltro, di mostrare un certo apprezzamento proprio per talune delle tarantinate di cui si è detto (mi piace ricordare lo sketch che coinvolge i primi baldi esponenti del KKK, nonchè l’immancabile cammeo del buon Quentin, davvero… “esplosivo”).

Immagine correlata

 

D’altro canto la storia (del nero che fa combutta col crucco buono e trova il modo di farsi pagare dai bianchi per freddare i loro simili), per nulla verosimile, non può non piacere e così, poco alla volta, a Tarantino si perdona… di essere Tarantino.

 

Fino a due terzi del film però.

Ovvero fino quando l’ “autore” di Knoxville si rende conto di non aver pagato un sufficiente tributo di spruzzi di salsa ematica ed allora decide di dare inizio alle (sue solite perverse) danze.

Ma, stavolta, la misura è colma.

Stavolta non gli si riesce proprio a perdonare una simile debolezza.

Anzitutto credo che, ad assecondare la sua gratuita e brutale sete di sangue, fosse più che sufficiente un unico film (il riuscito Kill Bill vol.1) sceneggiato proprio a quel precipuo obiettivo. Là la protagonista era una provetta spadaccina che nutriva una vendetta smisurata. Ed anche Quentin aveva una certa “sete”.

Risultati immagini per kill bill 1 massacre

 

Qua il protagonista è un ex schiavo (= teoricamente del tutto digiuno di preparazione all’uso delle armi) con, in canna, giusto un pugno di pallottole e (unico fattore in comune con B.M./Uma) tanta rabbia. Inutile illudersi troppo, sulla carta. Ma Tarantino ha molta inventiva. Decisamente troppa.

Inoltre il regista non può invocare nemmeno, a sua “discolpa”, l’esigenza di orchestrare un finale “col botto”, atteso che, alla luce del suo film immediatamente precedente (B.s.G.), l’effetto sorpresa era una carta che non avrebbe più potuto essere giocata (e invece pare potersi profilare, a questo punto, persino una trilogia…).

http://i.ytimg.com/vi/r0_eCyjve2E/maxresdefault.jpg

 

Ma d’altronde non c’è ragione di stupirsi. Questo è il celeberrimo Tarantino’s style. Proprio, immancabilmente questo! Lo è sempre stato e sempre lo sarà. Prendere o lasciare.

Io ho preso molto volentieri in più di un’occasione.

Ma mi sa che questa volta… lascio.

 

P.S. Chissà cosa sarebbe stato se al posto del torvo, bidimensionale ed inespressivo J.Foxx ci fosse stato il dolente Smith: Will Smith. Questo - sembra paradossale, ma è la pura verità - è di gran lunga uno dei più grossi crucci della storia cinematografica (cioè, per me); un cruccio che mi tormenterà per molto tempo. Sì, davvero per molto tempo.

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