Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film
Il west visto da Tarantino: l'ispirazione è data dagli "spaghetti western", ma dentro c'è molto altro. Innanzitutto, ho apprezzato l'originalità dell'ambientazione: gli Stati Uniti meridionali, prima della Guerra di Secessione, in un contesto in cui regnano schiavismo e divisione della società in classi, nella quale ai neri, benchè liberi, non è consentito svolgere le stesse attività dei bianchi - quasi un'anticipazione dell'apartheid sudafricano. Pur mostrando scene di un'America dagli spazi immensi, Tarantino pone le fasi principali dell'azione in contesti urbani ed agricoli, ignorando completamente uno degli elementi caratteristici del western classico - quale la conquista del continente, la positivistica visione del progesso della società in terre selvagge - e contemporaneamente innovando il genere degli "spaghetti western", che spesso porta in scena ambienti e personaggi - almeno apparentemente - aridi. Da alcuni elementi, quali le armi utilizzate, sembra che la coerenza storica sia stata rispettata.
La trama non è particolarmente originale. E' in grado di fare rapidamente presa sui sentimenti degli spettatori che s'immedesimano subito nel protagonista "liberto". Lo svolgimento è piuttosto frammentato, nonostante la solida presenza di un filo conduttore. Come in altri film di Tarantino, alcune sequenze, pur essendo ben realizzate e gradevoli, rompono la continuità dell'azione. La gran parte dei protagonisti è ben caratterizzata, sia nei casi in cui il regista vuole rappresentare degli stereotipi, sia nei casi in cui vuole tratteggiare personaggi originali e più sfaccettati.
La conclusione è prevedibile, ma non scontata. Scene d'azione e violenza sono presenti in abbondanza, ma passano in secondo piano, quasi fossero intermezzi tra battaglie psicologiche e scontri verbali, tutti molto godibili. Non a caso, i "buoni" riescono ad ottenere risultati tanto con le armi da fuoco (spesso utilizzandole in maniera "non sportiva" - sparando all'improvviso, o da lontano, o su avversari non in grado di difendersi), quanto con le parole !
Varia e bella colonna è la sonora: dal tema principale di Trinità e Django, si arriva a sonorità più moderne, passando per Beethoven.
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