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Django Unchained

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Django Unchained

di sasso67
6 stelle

Fiaba western nera, con un po' di bianco e tanto rosso (ho visto il film con i miei e mia madre, ogni volta che vedeva iniziare una sparatoria, distoglieva lo sguardo esclamando "oh no, ancora!").
Django Unchained non c'entra niente con il quasi omonimo film di Corbucci con Franco Nero (che compare per un mini cammeo), se non per qualche brano di Morricone della colonna sonora, nella quale si ascoltano perfino brani hip hop e la Freedom del compianto Richie Havens (sì è vero, la Freedom della o.s.t. è stata composta ed eseguita da tali Anthony Hamilton ed Elayna Boynton, ma dopo la prima sparatoria a Candieland si può ascoltare anche la voce del chitarrista di Brooklyn).
Il film è ben diretto dal solido professionismo di Tarantino ed è perfino divertente, se non fanno impressione gli ettolitri di sangue che schizzano dappertutto; ed è un omaggio allo spaghetti western, di cui condivide il gusto per la violenza, un sottofondo di rivendicazione sociale (qui gli schiavi neri sostituiscono i pellirossa e i messicani dei film di Leone e soci) ed il menefreghismo per la verosimiglianza storica e psicologica. E non mancano i riferimenti alla letteratura classica europea, da Dumas padre (che era veramente "negro", almeno per un quarto, avendo avuto una nonna haitiana) alla saga dei Nibelunghi, ripercorsa, ironia della sorte, da uno schiavo afroamericano, il Django di Jamie Foxx, deciso a ritrovare la sua Brunilde.

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