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Django Unchained

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Django Unchained

di montelaura
10 stelle

Non amo Tarantino.
Più per l'Icona che un certo pubblico ha fatto di lui, che per suoi reali demeriti, chè ne ha pochi. Più per il suo autoreferenzialismo e il suo continuo e sprezzante giocare con la violenza, che per un reale dissenso estetico e intellettuale.
Ma quando un film è un gran film, bisogna ammetterlo e basta.
E "Django Unchained" è un grande film.
Di più.
E' un capolavoro di Western.
Potrei dare tante motivazioni tecniche ed estetiche, la maggior parte delle quali sono ormai note e risapute:ottima padronanza della tecnica, anche quando rifà il verso allo zoom anni '60-'70 della macchina da presa; ottima direzione di attori che, più che istrionici, son finalmente solo bravissimi e basta; dialoghi meno verbosi del solito (eccetto quelli del Dottor Schultz, ma è il personaggio che li richiede), e via dicendo.
Ma i MIEI motivi sono altri.
E' riuscito a toccare la vetta del Genere Epico Americano per eccellenza, e contemporaneamente a scardinarlo, usandolo magistralmente per la critica feroce e spietata di una Società e di una Nazione che fondano la propria Storia e Identità sulla violenza, il razzismo e l'ignoranza. Senza retorica, senza sentimentalismi, ma con le sue stesse armi: una violenza finalmente non fine a se stessa (si, il sangue scorre in abbondanza, ma l'effetto per Django -e per noi- è quasi catartico, per non parlare del fatto che è il naturale contraltare delle scene di sparatorie "senza sangue" degli spaghetti western cui Tarantino si ispira), un pathos doloroso e vendicativo, e una giusta dose di umorismo per allentare la tensione quando questa si fa insopportabile.
Questo film è perfetto proprio perchè fa compenetrare con naturalezza tutto il maestoso Epos del genere con il Pathos di una denuncia politica e sociale forte e inequivocabile.
Batti le mani e i piedi di fronte a gente spazzata via da un colpo di pistola, o guardando Django cavalcare a pelo con l'ira del giusto, e vai in visibilio quando lo vedi entrare in città a cavallo a fianco di Doc Schultz sulle note inconfondibili della colonna sonora di "Gli avvoltoi hanno fame" di Ennio Morricone, o quando spalanca la porta dietro cui è imprigionata la sua "piccola peste" e la libera con un "Sono io, bambina".
E intanto inorridisci e ti indigni di fronte al trattamento disumano e ripugnante riservato agli schiavi fuggiaschi, frustati fino a ridurli a brandelli, sbranati dai cani, rinchiusi sottoterra, manipolati come bambole.
E la vendetta di Django diventa la TUA vendetta.
Un grande Western.
Finalmente.

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