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Django Unchained

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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GIMON 82

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La recensione su Django Unchained

di GIMON 82
10 stelle

Tarantino è uno dei pochi eletti (se non l'unico) del cinema a far quello che vuole coi suoi film.Li frulla,li rimpasta e miscela secondo la sua visione ludica e divertita.Il mascellone Quentin fa del suo Django un modo di essere o stare al mondo,il cinema "B" coi  i suoi  generi ne è  la vitamina,un cibo quotidiano innestato a suon di citazioni  ed emoglobina a gogo'.Tarantino ama il suo lavoro e cio' è denotabile nelle sue pellicole,un amore viscerale per il nostro cinema italico,non quello autoriale e glorioso,ma quello cosidetto di serieB,dagli horror "Fulciani" o "Baviani",sino ai noir o poliziotteschi dei vari Martino o Lenzi.Ma il primo amore è senz'altro lo "spaghetti western" di "Leoniana" memoria,dai cowboy solitari e sudici,inespressivi o con il sigaro tra le labbra.Avevamo lasciato il prode Quentin nelle urla straziate di Hans Landa,della sua svastica "scolpita" in fronte con una lama....altra storia,altra epoca.....Il Quentin di oggi ci porta "Da qualche parte nel Texas",anno di grazia 1858,terra Yankee di bifolchi,negrieri e schiavisti.Commercianti di anime,le cui vittime sono uomini distaccati dal ventre materno della natia Africa,e buttati nelle lande di cotone americane.E' tempo di schiavismo,di "leggi" orribili,dove il colore della pelle e assurde scienze "frenologiche" determinano la "diversita'" di razze e anime.Django è parte di una schiera cosidetta "minore",è un "negro" incatenato e arrabbiato,a parlare non è lui ma le cicatrici sulla schiena,valenti come quelle dell'animo.

Ma ogni tanto nella vita vi è un angelo custode che ci assiste,nel caso di Django è l'ex dentista tedesco Schultz,oggi cacciatore di taglie,al soldo di sudici e polverosi apparati di giustizia.L'incontro tra lo schiavo "negro" e l'improbabile dentista è l'inizio di un epopea,un viaggio avventuroso,affascinante,nelle strade pre-secessione,in fanatici antesignani del Ku-Klux-Klan,in sparatorie sprizzanti litri di globuli,e in villain mefistofelici,vedi Calvin Candie.....mercenario d'anime dal volto "Di Capriesco" e dal dente marcio,senza contare lacchè "negri" che odiano i "negri",al viso di uno sciancato e orribile Samuel L.Jackson.Ho gia' spoilerato abbastanza e non voglio farlo ulteriormente,ribadisco quanto detto prima,il genio di Quentin si è mostrato ancora una volta,ripetendo se stesso,citando e autocitandosi,mantenendosi nell'equilibrio(In) stabile, oscillante tra western italico,tema sociale,e metacinema allo stato puro.Zoomate potenti,primi piani estetici,sparatorie pirotecniche,ralenty virtuosi e barocchi.Un repertorio nel quale il mascellone scolpisce la sua creatura,il suo western dal respiro estremo ed estetizzante.Tarantino coglie a piene mani dai suoi antesignani,da Corbucci,Peckinpah,mettendoci anche Leone e Scorsese,aggiungiamoci blasfemamente (ma mica tanto) gli Jacopetti e Prosperi dell'"Addio zio Tom" e il giocattolone (o la scultura) è fatta.....

 

L'ultima "Tarantinata" è un pezzo estremo del cinema passato,dal respiro tanto epico e al profumo di "sana" violenza.Una celluloide trapassata,resuscitata per l'occasione davanti a noi estimatori di generi o sottogeneri,offerta come un pranzo nuziale (scusate l'eufemismo) da gustare dall'inizio alla fine.Il Django Tarantiniano è metafora di  una storia bastarda,alla puzza di schiavismo mercenario,un angolo di mondo infestato dal bigottismo.L'etica della regia sopravvive pero' alle urla di dolore,di uomini spogliati dalla propria identita' o dignita',lo fa con una risoluta ironia,di stampo picaresco e vintage,quasi un voler spezzare le catene dalle caviglie con la forza di una risata.Roba forte ragazzi,esistente solo nei film "di Tarantino",quasi un marchio di fabbrica,che sollevera' polemiche,come qualche moralista ha gia' fatto.

 

Polemiche sterili e inutili,dato che il film si basa su dati storici oggettivi,senza false retoriche,ma carico di una potenza veritiera che sfiora il documentario.Le terre bagnate dal sangue e sudore schiavo vivranno sempre dinanzi a noi,grazie ad un cast superbo dal "dentista" Waltz,enorme e in odore di Oscar,ai "negri" Foxx e Jackson,ed infine il villain d'oro Di Caprio,punta di diamante dell'intera pellicola,un cattivo tanto odioso e viziato,quanto indimenticabile.Chissa'....oggigiorno film cosi' forti e dalla purezza cinematografica intatta sono oramai una rarita' e una manna dal cielo,bisognera' chiedere a Tarantino (solo a lui) di non farci aspettare ancora a lungo......chissa' quale sorpresona ci riservera' quel geniaccio dal mascellone (e ora anche dalla panza) informe.....

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