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Perfect Sense

Regia di David Mackenzie vedi scheda film

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La recensione su Perfect Sense

di bradipo68
8 stelle

Dopo una fallimentare trasferta americana ( Spread aka Toy Boy) Mackenzie torna alla sua amata terra d'Albione per ritrovare mano felice ed ispirazione nel dirigere ,nel segno della fantascieza distopica, Perfect Sense.
Il nuovo film del regista scozzese è un doloroso apologo sulla perdita della percezione sensoriale che coicide con la perdità dell'identità.
L'uomo è perchè ha l'olfatto, perchè sente, perchè vede. Accanto alla perdita progressiva della propria identità Perfect Sense narra l'amore incipiente tra due persone sgualcite dalle esperienze precedenti.
Sono Susan, epidemiologa che sta studiando questo strano morbo che fa perdere all'inizio solo l'olfatto e che si sta affacciando sempre più numeroso negli ospedali, e Michael , chef, che i suoi sensi è abituato a usarli in senso meccanico , solo per lavoro.
Perfect Sense ha un'intelaiatura visiva inquietante per come privilegia alcuni scorci malmostosi di Glasgow e per come sceglie i toni metallici desaturando ogni colore(e in questo MacKenzie ritorna alle atmosfere grigiastre di Young Adam) grazie alla fotografia di GIlles Nuttgens e sceglie di ovattare anche la progressione dell'apocalisse.
La storia del morbo che sta avanzando procede parallelamente a quella di Susan e Michael.
Se l'uomo che perde la percezione sensoriale è un uomo che perde se stesso, Susan e Michael si stanno ritrovando insieme, imparano ad amarsi nonostante quello che sta accadendo loro intorno e si ritroveranno ancor di più quando la perdita definitiva dell'ultimo senso, la vista, li condannerà all'oscurità completa.
Se in Blindness di Meirelles la perdita della vista era lo spunto per un apologo fantapolitico, qui la cecità è solo l'ultimo gradino di un escalation incessante  che però funge da cotrappunto al ritrovamento definitivo dei due amanti per i quali in un mondo calato nella tenebra basta solo sentire il respiro l'uno dell'altra o toccare le lacrime che scivolano sulle guance del/della proprio/a partner..
L'apocalisse raccontata in Perfect Sense procede subdola, è come raffreddata, ovattata per l'assenza di suoni con il torbido che viene fuori da dentro in accessi incontrollati di rabbia distruttiva.
Glasgow è uno sfondo freddo e inospitale, perfetto per accrescere il clima ansiogeno che si respira fin dalla prima sequenza.
Mentre si assapora Perfect Sense, mentre si nota un ritrovato Ewan McGregor e si viene trapassati letteralmente dallo sguardo e dalla fisicità di Eva Green, ritorna alla mente il verbo della fantascienza apocalittica del grandissimo Kyioshi Kurosawa e cioè Kyua (The Cure )e forse ancora di più Kairo ( Pulse ) in cui la catastrofe arriva misteriosamente , senza alcuna ragione.
Proprio come succede in questo film. Non sappiamo da dove viene questa strana sindrome, sappiamo solo dove porta.
"It's dark now,
but they feel each other's breath,
and they know all they need to know, they kiss
and they feel each other's tears on their cheeks.
And if there had been anybody left to see them,
they would look like normal lovers caressing each other's faces,
bodies close together, eyes closed,
oblivious to the world around them.
Because that is how life goes on.
Like that."
(E'scuro ora,
ma loro sentono l'uno il respiro dell'altra,
e sanno tutto quello che c'è da sapere, si baciano,
e sentono ognuno le lacrime sulle guance dell'altra.
E se c'è ancora qualcuno che può vederli,
sarebbero come dei normali innamorati che accarezzano l'uno il viso dell'altra,
i corpi si avvicinano,gli occhi sono chiusi,
immemori del mondo che li circonda.
Perchè è così che la vita va avanti,
e mi piace). 

(bradipofilms.blogspot.com)

Su David Mackenzie

ritorna a livelli che gli competono

Su Ewan McGregor

notevole

Su Eva Green

eccellente

Su Connie Nielsen

poco più di un cameo

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