Regia di Rob Marshall vedi scheda film
Che si fa una volta giunti al sequel numero tre? Salvo intuizioni innovative piovute dal cielo, le stesse cose fatte in passato: mantenere i punti di forza del franchise e rinfrescarne il profilo, facendo appello a tutta la creatività in dotazione. Gli sceneggiatori storici Rossio & Elliott possono contare su un alleato in più: il romanzo Mari stregati di Tim Powers, prenotato da Bruckheimer alcuni anni or sono nel segreto più totale. La trama è diversissima, ma c'è un tesoretto di elementi a dir poco ideali per le avventure sparrowiane. Ne deriva uno script frizzante che consente al film di giungere in porto abbastanza tranquillamente, pur seminando forzature e incongruenze qua e là. Il pericolo vero era Marshall, mestierante che ha sempre trovato il modo di farsi sopravvalutare e qui riesce a cavarsela nuovamente, mascherando la propria pochezza stilistica dietro la scusante del lavoro su commissione. Fortunatamente, almeno stavolta l'anonimato della sua regia non crea danni. Qualcosa risulta però di troppo: sirena e relativa love story rubano tempo, McShane e la splendida Cruz danno vita al rapporto padre-figlia meno credibile degli ultimi anni, pure qualche altra incursione è evitabile. Ma poco importa: l'unico motivo di esistenza della saga è ancora lì in tutto il suo splendore, con bussola e cappello, a dominare la scena grazie alla sua impagabile verve logorrica. Al Pirati numero 4 non serviva altro. Si spera di ritrovare l'eroe intatto anche la prossima volta, possibilmente con un bagaglio di comprimari e avventure altrettanto apprezzabili.
togliendole il superfluo la durata si dimezzerebbe, ma gli eccessi sono divenuti ormai l'anima della trama. Finchè funzionano, perchè no?
variazioni sul tema classico che mai stancherà
probabilmente si limita a metterci la firma, e dopotutto è meglio così.
è lui la fonte di eterna giovinezza della saga. Impagabile ancora una volta.
un minuto di puro splendore
ottimo
piratessa ultraconvincente
particina simpatica
sempre perfetto
cameo a sorpresa, tanto superfluo quanto divertente
ha sempre diritto alla sua apparizione
un po' troppo sopra le righe
un'apparizione che gli concede qualche secondo di gloria. Ingiudicabile.
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