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The Sky Crawlers

Regia di Mamoru Oshii vedi scheda film

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La recensione su The Sky Crawlers

di Genga009
10 stelle

Film adulto, impegnato, impegnativo - come è solito realizzare il maestro giapponese - e pregno di filosofia e alte riflessioni.

Tratto dalla serie di romanzi dal titolo omonimo di Hiroshi Mori, in The sky crawlers l'animazione è usata come mezzo per rappresentare una realtà distorta moralmente ma verosimile, dunque non puramente fantascientifica. Uno specchio in cui nessuno può riflettersi perché popolato da personaggi più simili ad automi che ad esseri umani. 

 

 

locandina

The Sky Crawlers (2008): locandina

 

 

Quest'opera di Oshii si impegna ancora di più dei due capitoli di Ghost in the shell a calarsi nell'introspezione dei personaggi, attraverso ampi silenzi e una regia statica quasi ai livelli de L'uovo dell'angelo, tranne che nelle magistrali sequenze aeree. Un lungometraggio adulto, impegnato e impegnativo, come è solito realizzare il maestro giapponese, filosofico e meditativo. Gli argomenti che il film tratta sono, probabilmente, i più profondi e critici che il regista più complesso della storia del cinema d’animazione giapponese abbia mai affrontato, quali la guerra come forma d’intrattenimento per una società totalmente disinteressata verso la realtà, l’ipocrisia dell’indifferenza e del conformismo adottata dai soggetti come barriera verso la verità e la assoluta violazione dell’esistenza in quanto tale da parte dei potenti, ovvero la manipolazione e il disprezzo dell’esperienza e dei ricordi, ridotti a miseri pezzi di ricambio dai signori della guerra e delle armi, dunque della morte. Queste forti tematiche sono rette da una buona sceneggiatura di Chihiro Ito - familiare, forse, del più grande sceneggiatore della storia degli anime, ovvero Kazunori Ito, grande amico e collaboratore di Mamoru Oshii e di Hayao Miyazaki - , pregna di dialoghi interessanti ma stesa in maniera simile allo stile di scrittura eccessivamente criptico e citazionistico di Oshii.

I personaggi principali sono descritti meticolosamente attraverso brevi scene che tracciano poco a poco i loro profili, quasi mai esaltandone il carattere ma solo i comportamenti abituali ed esclusivi. Questo perché non sono umani, sono kildren: persone artificiali che vengono realizzate a immagine e somiglianza degli adolescenti, con all’interno memorie e ricordi falsi per impedire loro di impazzire o cadere in depressione e allevati da industrie belliche per andare in guerra a morire. Sono inespressivi ma capaci di provare emozioni ed ognuno ha un carattere differente: chi più estroverso, chi più cinico e chi più impassibile come il protagonista.

 

 

 

 

La regia è calma e ferma negli interni e durante i dialoghi e segue di pari passo l’andamento della sceneggiatura. Genera, quindi, un ritmo abbastanza lento, posato ma sempre intrigante, che diventa incalzante nelle sequenze di combattimento aereo e stilisticamente notevole durante il finale.

Sul lato tecnico poco da eccepire: la Production I.G, assieme allo Studio Ghibli, si riconferma la miglior casa di produzione di animazione giapponese a livello qualitativo, riuscendo ad equilibrare professionalmente, con l’ausilio dello Studio Deen, della Madhouse e della Polygon Pictures, grafica tradizionale e digitale in ogni singola inquadratura. Ulteriori meriti vanno all’ottimo character design impiegato da Tetsuya Nishio, qui anche animatore, che riesce ad esprimere la freddezza e la malinconica presenza dei personaggi in maniera precisa e ai fondali, realizzati magistralmente a livello fotorealistico dalla Bamboo Inc. e dallo Studio Easter.

 

 

scena

The Sky Crawlers (2008): scena

 

 

Sull’aspetto sonoro il film è perfetto e la colonna sonora di Kawai incanta dai primi agli ultimi minuti di visione. Da premiare anche gli effetti sonori degli storici cooperatori di Oshii Randy Thom e Tom Myers, i quali riescono a ricreare magnificamente tutti i rumori che accompagnano il lungometraggio nelle sequenze aeree; incrementano il senso di libertà che i protagonisti provano in volo e la sensazione di monotona oppressione che, invece, avvertono quando sono a terra tranne nei pochi momenti di svago a loro disposizione.

The sky crawlers è un’opera notevole sia dal punto di vista concettuale sia tecnico, che riesce a smuovere una scenggiatura rigida grazie alla regia di Oshii, lasciando però domande aperte sul finale e non analizzando appieno le importantissime tematiche che espone. Ciò, tuttavia, non diminuisce l'impatto di un film tanto emozionante e coinvolgente; una di quelle opere di cui non ci si scorda con facilità poiché mai banale e mai scontata. In definitiva, il lungometraggio è un gioello dell'animazione mondiale, l'ennesima perla di Mamoru Oshii.

 

Film inserito nei capolavori della storia del cinema animato.

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