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Little Children

Regia di Todd Field vedi scheda film

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La recensione su Little Children

di Furetto60
8 stelle

Ottimo film,ottime le interpretazioni,sorprende che malgrado le diverse nomination, non abbia vinto niente.

Sarah,  è una giovane donna, madre di una bimba, annoiata dalla routine di un matrimonio medioborghese e sposata con un marito, Richard,col quale comunica ben poco,un tipo strambo maniaco del  porno sul web.Todd è un padre che non si decide ad affrontare gli esami per diventare avvocato,infantile e immaturo non ha voglia di crescere,fa il casalingo e  si fa mantenere da  Kathie, documentarista col chiodo fisso per la carriera legale del marito,che in realtà Richard, non ha mai preso in seria considerazione.Mary Ann è invece una  mamma perfettamente organizzata, con una figlia di 4 anni, già con un  futuro programmato ad Harvard. E infine Ronnie, un pedofilo uscito dalla prigione  per molestie su un minore,che torna a vivere nella casa dell’anziana madre,persuasa della sua innocenza e disposta a proteggerlo dall’ostilità dei cittadini, che iniziano contro di lui una vera e propria campagna persecutoria, capeggiata dall'ex poliziotto  Larry,autore di  vere e proprie  ronde contro di lui, pur avendo sulla sua coscienza una bella macchia.Quando Sarah e Brad s’incontrano,inizia una sorta di "amicizia" che presto lascia il posto ad una passione intensa e a una relazione e, pur se tentati, non lasceranno  le rispettive famiglie, non solo perchè non dispongono  di proprie risorse economiche e organizzative, in sostanza dipendono dai loro coniugi in tutto e per tutto, ma soprattutto perchè non in grado di affrontare un scelta netta e consapevole, con maturità.Sullo sfondo la cittadina bigotta della provincia americana, che pettegola  e spettegola, guarda e giudica, cinica  e pronta a etichettare  a criticare e anche a condannare, una provincia americana dilaniata da una sottile, quanto insidiosa, forma di disperazione esistenziale,un microcosmo, questo , pervaso da un tratto  malinconico,fatto di  bassezze e ipocrisie,meschinità e piccinerie,tra ipocrisia e perbenismo, con queste vite in bilico di "adulti bambini", come da titolo.

Tratto da un romanzo di Tom Perrotta, mette al centro dell’attenzione le piccole comunità e le sue dinamiche apparentemente serene che covano in realtà tensioni famigliari, violenze e rancori, pronti a sfociare in tragedie, nel registro narrativo ricorda "American Beauty" o "Revolutionary roady" 

La sceneggiatura si sofferma sull’analisi dei personaggi, dei loro comportamenti e dei loro sguardi  con stile lucidissimo e acuto,coadiuvata da una  voce narrante fuori campo, che  spiega e  commenta fatti e atteggiamenti di tutti i personaggi.

La sequenza d’apertura del film mostra l’interno della casa della madre di Ronnie, stipata di  statuine di bimbi ordinatamente disposte e di orologi il cui ticchettio riempie le stanze della dimora,dando l'impressione di presentare  un mondo tranquillo e in equilibrio, ma solo in apparenza.

Perchè Sarah si abbandona all’adulterio con il medesimo superficiale slancio di una bimba, davanti a una  giostra e lo stesso fa Brad, che ignora  le responsabilità da adulto, per incontrare Sarah, per giocare a basket con amici o guardare con eccitazione invidiosa gli skateboard per strada.Per quanto riguarda  Ronnie, oltre che sgradevole depravato, è anche  una sorta di vittima di pulsioni malate, che non riesce a controllare,perchè in sostanza non è in grado di sviluppare una sana coscienza sessuale,afflitto da una  psiche distorta e da un legame morbosamente edipico con la madre.Il suo rapporto con Larry,radiato dalla polizia per aver ucciso  un ragazzino di tredici anni assolutamente innocente, è controverso,il suo odio verso Ronnie non è altro che rancore verso il suo sè peggiore, che non ha  mai assolto,attraverso un perverso gioco di "transfer"

Solo la tragedia finale, ricomporrà, forse,il finale è aperto, le vite di questi "little children",restituendoli  alla realtà quotidiana, quando il dramma avrà la meglio sull’odio cieco e bieco.

Sorstenuti  da una solida  sceneggiatura, tutti gli interpreti sono bravissimi, in particolare Kate Winslet  perfetta nel ruolo di una giovane donna un po’ trasandata, una moderna Madame Bovary, personaggio non a caso  citato nel film, al quale  peraltro la protagonista,"in qualche modo" s'ispira,che brilla negli incontri con il vichingo Patrick Wilson,ammirato da tutte le sue amiche, marito di una compassata Jennifer Connelly. Straordinaria  la performance di Jackie Earle Haley, che disegna con grande "pathos"  un personaggio rivoltante,ben guidato da Field, che lo connota negativamente, ma senza scivolare nella sua demonizzazione,lasciandogli comunque uno scampolo di dignità,quella che userà per lo scellerato ma forse inevitabile gesto dell'autoevirazione.

 

 

 

 

 

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