Regia di Bruce A. Evans vedi scheda film
Povero Kevin Costner, che non riesce a scrollarsi dalla spalla una scimmia col corpo e il volto di William Hurt: il quale lo tampina ovunque egli vada perché è la sua coscienza sporca, sapete, la sua metà oscura, quella che lo induce a compiere omicidi casuali e seriali. Povero mica tanto, alla fin fine: è l'uomo dell'anno per la sua rinomata e prestigiosa industria di scatole, è ricco sfondato e ha una moglie e una figlia adolescente che lo adorano. Ma quando un ragazzotto lo ricatta con alcune foto compromettenti, obbligandolo a portarlo con sé durante le sue scorribande notturne al sangue, il signor Brooks va in tilt (almeno apparentemente). C'è anche Demi Moore poliziotta inquieta sulle tracce dell'assassino, e un sospetto più che fondato che la pargola abbia ereditato il dna criminale del padre (sic). La scorrettezza e l'antipuritanesimo di ritorno (occhio al finale) sono specchietti per le allodole di una patacca inaudita i cui primi quindici minuti fanno già scappare a gambe levate. Sequenze come quelle in cui Costner si dimena posseduto dopo aver sparato ed è accovacciato pensieroso e nudo in controluce davanti all'inceneritore sarebbero state scartate anche da un thriller anni 80 di Michael Schroeder. Ripugnante, insopportabile, imperdonabile.
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