Regia di Bruce A. Evans vedi scheda film
Qualche lustro fa il cast di questo film si sarebbe annunciato "stellare": Kevin Costner, William Hurt e Demi Moore, insieme, avrebbero rappresentato un lancio straordinario poco dopo il '90. Ma si sa, i tempi corrono via, e le leggi dello star-system non fanno sconti a nessuno. Così oggi i tre ex-nomi pesanti di Hollywood sono impegnati nei ruoli principali di un thriller affidato a Albert A.Evans, il quale aveva girato quasi vent'anni fa un dimenticabile "Poliziotto in blue jeans",e anche qui dimostra di non saper gestire benissimo il materiale: se la sceneggiatura accavalla fin troppi potenziali incroci, mettendo la classica troppa carne al fuoco, nonostante il discreto spunto, ma complicando fin troppo gli intrecci tra i personaggi, il regista non sfrutta nè il pathos , nè la componente metaforica di un thriller su un americano indicato come uomo di successo che in segreto è uno psicopatico assassino molto lucido e impegnato a colloquiare con la propria metà oscura (sotto forma di un sarcastico William Hurt). La traccia, è evidente, viene da "American Psycho" di Easton Ellis, ma è un peccato che le prove tutto sommato valide di Costner,Hurt,e Moore non riescano a rendere del tutto credibile la storia, e che si proceda affidandosi troppo a deus-ex-machina e sottotrame che non collimano molto bene.
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