Regia di Karel Reisz vedi scheda film
Un corrispondente di guerra in Vietnam cerca maldestramente di intraprendere la carriera di spacciatore: convince un commilitone a portare due chili di eroina in patria, dove la moglie dovrebbe piazzarli, ma si cacciano tutti nei guai. Film curioso, dove il Vietnam sembra essere solo un pretesto, il catalizzatore per lo scardinamento della normalità (come d’altra parte succede nei coevi Il cacciatore e Apocalypse now): un tipo tranquillo, per non dire imbranato, a contatto con la violenza va fuori di testa; sua moglie, che già tende alla dipendenza dalle medicine, prende gusto a sniffare; il suo amico, trovandosi ad affrontare un trio di poliziotti corrotti, si trasforma in una macchina da guerra stile Rambo ante litteram. Non sembra invece interessato ad affrontare seriamente la questione del reducismo, che in quel 1978 trovava la sua prima espressione in Tornando a casa. Dopo il prologo diventa un road movie un po’ sbalestrato, che gira a vuoto nella parte centrale ma trova un bel sottofinale nella suggestiva ambientazione dell’ex comune hippy dove ha luogo la resa dei conti; come suggestiva è anche la canzone dei Creedence Clearwater Revival citata nel titolo originale, e che si sente ogni tanto alla radio.
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