Regia di Martin Rosen vedi scheda film
Uno dei film d'animazione più influenti di sempre. Un racconto epico d'avventura spietato e dalle forti immagini, che non lasciano la mente per molto tempo.
Verso la metà/fine degli anni Settanta, l'arte del cinema - e di conseguenza quella dell'animazione - venne pesantemente influenzata dalle atmosfere cardine del periodo decadente che stava affrontando la società occidentale. I continui tumulti, la crisi del petrolio, le ripercussioni della guerra in Vietnam e l'eccessivo sviluppo industriale di molti Paesi fecero in modo che la settima arte mettesse in scena situazioni ed argomenti di forte impatto visivo ed emotivo, dai toni cupi e tenebrosi; ambientazioni post-apocalittiche, in cui si descrivevano il disagio e la morte ideologica, della fede e l'avvento del caos e dell'anarchia come forma di (non)governo [Cronenberg, Carpenter, Lynch, ...]. Al contrario, la riscoperta dei Classici orwelliani e lo sviluppo della letteratura distopica-cyberpunk - da Bradbury [anni Cinquanta] a Dick - svilupparono molti sotto-generi appartenenti alla fantascienza cinematografica che, negli anni a venire, avrebbero dato forma a diversi capolavori e film di culto [Blade runner, 1997: fuga da New York, Interceptor, Terminator, ...]. Ci fu, inoltre, una rivisitazione del genere fantasy, espresso non nella forma epica classica, bensì definito attraverso le atmosfere decadenti presentate nelle prime righe del testo: nacque il genere del dark-fantasy [inteso quello post-Tolkien], che in pochi anni si estese dalla letteratura a diverse altre forme d'arte, fino ad arrivare ai giochi di ruolo e da tavolo. Altro tema che comparve - questo soprattutto in animazione - in maniera importante in questi anni fu quello de "la critica verso l'urbanizzazione", "la lotta fra uomo e natura" [certamente temi ripresi ma ri-contestualizzati], ed oggi voglio presentarvi uno dei lungometraggi più rilevanti di questo periodo, della cosiddetta "epoca medioevale dell'animazione occidentale": La collina dei conigli, di Martin Rosen.
Tratto dal romanzo omonimo di Richard Adams, La collina dei conigli narra il viaggio di un gruppo di conigli selvatici alla ricerca della "Terra Promessa". Buona parte della forma con cui sono descritte le situazioni vissute dal protagonista - Moscardo - e dai suoi compagni sono riprese dal Vecchio Testamento. Ciò che spiazza di quest'opera è la messinscena iper-realista di Rosen [regista soprattutto teatrale che, infatti, nei suoi due unici film d'animazione - La collina dei conigli e The plague dogs - rende appariscenti le scenografie e, attraverso primi piani molto definiti, pone sempre in evidenza le espressioni dei personaggi]: un ritmo costante, che origina in alcuni punti un'enorme tensione, dei personaggi definiti ed ottimamente caratterizzati, una regia, al completo servizio della narrazione, che trasforma continuamente i tempi ed il genere proprio del film [da avventura a thriller, da thriller a drammatico]. Alcune scelte stilistiche, come la relativamente cospicua presenza di sangue all'interno di certe sequenze, hanno aumentato in modo esponenziale la rivisitazione "roseniana" [forse addirittura horror in certi momenti] del romanzo di Adams, ed hanno portato La collina dei conigli ad essere definito da molti "il film d'animazione più spaventoso di tutti i tempi", cosa che, secondo me, non è affatto.
Oltre, quindi, ad un completo distacco dai classici film d'animazione dell'epoca - anche se perfino in casa Disney "l'età medioevale" era arrivata: Le avventure di Bianca e Bernie, Red e Toby nemiciamici, Taron e la pentola magica [lavori caratterizzati da atmosfere tetre, scene di alta tensione o di genere dark-fantasy] - e all'importanza che questo film ha rispetto al genere [film che hanno ripreso l'estetica o la forte messinscena di Rosen: Heavy Metal, Brisby e il segreto di NIHM, Il signore degli anelli in modo particolare], questo lungometraggio presenta il suo punto di più alto livello nella colonna sonora, scritta da Angela Morley e Malcolm Williamson. Il brano che accompagna una delle sequenze migliori dell'opera è Bright eys di Art Garfunkel, che nell'anno dell'uscita de La collina dei conigli si piazzò in prima posizione nelle classifiche inglesi e lì rimase per diverse settimane. In questo lungometraggio la morte, la paura, il senso di avventura, quello di sopravvivenza e lo scontro - diretto e non - col genere umano [dalle trappole piazzate per i campi e i fucili ai cani che stanno di guarda nei giardini] delineano un racconto che è si lineare ma profondamente contemplativo: "il ruolo centrale della natura rispetto alla vita", "la ferocia del mondo che o uccide prematuramente o lascia invecchiare". Un capo d'opera e sicuramente uno dei migliori film d'animazione occidentali di sempre.
Film inserito nei capolavori della storia del cinema animato. (come capo d'opera)
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta